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Quanto ci costa lo stress!

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Aleteia - Il Sole 24 Ore - pubblicato il 08/04/14
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Secondo l’UE è il secondo problema di salute collegato al lavoro e costa 240 miliardi all’anno. Perché?L'Ue lancia l'allarme: lo stress diminuisce la produttività e costa 240 miliardi di euro all'anno, poco meno della metà di questa somma è investita in cure mediche. E' il secondo problema di salute collegato al lavoro dopo i dolori muscolari e ossei.

Effetti negativi
«Lo stress oltre a danneggiare la salute dei lavoratorha effetti negativi anche sulle imprese Ue» ha dichiarato Laszlo Andor, Commissario Ue per il Lavoro. Il 28% dei lavoratori in Ue negli ultimi nove anni è stato esposto a danni psicologici che hanno avuto pesanti conseguenze sul benessere psico-fisico.

Campagna di prevenzione
L'agenzia Ue per la sicurezza e la salute sul lavoro ha lanciato una campagna "Healthy Workplaces", si tratterebbe secondo la Commissione Ue, della più grande campagna europea, se non mondiale. Obiettivo è la sensibilizzazione di dirigenti e capiufficio «La perdita di posti di lavoro è causata spesso dallo stress, i benefici ricavati dalla prevenzione del fenomeno aiuteranno anche le imprese». L'Unione Europea investirà quattro milioni per due anni di campagna di prevenzione, due milioni all'anno da sommare ai fondi con cui ogni stato membro contribuirà. «Un ambiente di lavoro positivo non è solo un' importante garanzia per allungare l'età lavorativa, ma assicura buona salute ai lavoratori anche quando andranno in pensione» ha commentato il Commissario Ue per il Lavoro.

Vivere per il lavoro o lavorare per vivere?
Lo stress è dovuto spesso alle esagerate aspettative sul lavoro. La società ci ha condizionato, trasmettendoci che il lavoro è tutto, è la cosa più importante della vita. E' il luogo dove una persona si può realizzare totalmente. Evidentemente non è così. Il lavoro è uno strumento. Utile, nobile, che dà spessore alla vita umana. Ma non è il fine del vivere. E' una co-partecipazione alla costruzione del Regno di Dio, avendo bene in mente che noi siamo le creature e non i creatori.