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“La scienza è troppo fragile per sostenere la tua religione”

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Centro de Estudios Católicos - pubblicato il 08/04/14

Intervista a Guy Consolmagno, astronomo vaticano

Pochi sanno che il piccolo territorio dello Stato vaticano ha un osservatorio astronomico che dipende direttamente dal papa, e forse pochissimi hanno sentito che c'è tutta una comunità di sacerdoti e fratelli gesuiti che si dedica specificatamente agli studi astronomici, sia nell'Osservatorio Vaticano che nella sua filiale in Arizona (Stati Uniti).

Abbiamo voluto intervistare uno dei suoi grandi esperti, fratello Guy Consolmagno, che ha un curriculum particolare: è astronomo, scienziato planetario ed esperto di meteoriti e asteroidi, oltre ad aver studiato Filosofia e Teologia. Ha compiuto parte dei suoi studi al MIT e a Harvard, dove ha insegnato per alcuni anni, e ha servito nel Corpo della Pace degli Stati Uniti in Kenya per due anni negli anni Ottanta.

Nel 1989 è entrato nella Compagnia di Gesù, dove ha deciso di prendere i voti come fratello della comunità. Oggi è il responsabile della collezione di meteoriti dell'Osservatorio Vaticano e ha partecipato a una missione speciale in Antartide nella quale sono state trovate centinaia di meteoriti preservati in blocchi di ghiaccio azzurro. Ampissimo il suo elenco di conferenze, pubblicazioni e articoli su riviste specializzate e notevole la sua partecipazione attiva al mondo scientifico.

Ci ha ricevuti nel quartier generale dell'Osservatorio Vaticano a Castel Gandolfo (Roma). Abbiamo trovato un appassionato di scienza, ma anche un uomo con un profondo amore per la Chiesa e per la sua missione evangelizzatrice.

Allegro e spontaneo, ci ha mostrato le strutture dell'Osservatorio per poi riceverci nel suo laboratorio, dove – seduti tra microscopi, computer e qualche meteorite sotto esame – abbiamo avuto una lunga conversazione.

Oggi siamo testimoni, attraverso i mezzi di comunicazione, di una sorta di “guerra” tra la religione e la scienza. Autori scientifici famosi non solo tendono a relegare la religione all'aspetto meramente privato, ma affermano che chi ha convinzioni religiose non può essere un vero scienziato.

In molte occasioni sentiamo che la scienza ha constatato l'“inesistenza di Dio”, o che ci troviamo in un'epoca “post-religione”, in cui finalmente la religione è stata superata e non è altro che il ricordo di un passato ignorante. Dall'altro lato, a volte si è manifestata una certa opposizione alla scienza da parte di credenti di varie religioni, sia per ragioni etiche che per una sorta di timore prodotto quando i progressi scientifici sono percepiti come opposti alle convinzioni religiose.

Perché questa specie di guerra?

Bisogna capire che le persone che stanno generando una guerra tra scienza e religione stanno cercando di venderti qualcosa. Hanno un'agenda definita, e questa agenda non si basa sulla verità. Ciò si applica ai due poli, sia all'ateo che insiste sul fatto che la religione non è altro che una fonte di male che ai fondamentalisti religiosi per i quali la scienza è la fonte di tutti i mali.

Entrambi cercano di dire che il male non è in loro, ma negli altri. In fondo cercano di negare che il peccato originale è presente in tutti noi. È in qualche modo anche una risposta di fronte alla paura.

Il fondamentalismo è una risposta alla paura. Se hai paura della religione, stai affermando che non hai fede nella tua scienza; se temi la scienza, stai affermando indirettamente che non hai fiducia nella tua religione. In fondo non hai fiducia nella verità. Rispondendo alla domanda originale, credo che il motivo sia il timore.

Gli scienziati che non hanno alcuna preparazione filosofica e cercano di filosofare sono ridicoli. Li abbiamo visti in molti libri, e li vendono in gran parte a persone che vogliono in anticipo essere d'accordo con loro. Dall'altro lato, le persone credenti che non hanno alcuna preparazione scientifica sono ugualmente ridicole quando cercano di parlare di scienza. Stanno anche cercando di vendere libri a persone che sono già d'accordo con loro.

L'ironia è che la gran parte delle persone religiose non è fondamentalista, ed è anche d'accordo con la scienza. E la maggioranza degli scienziati è felice della religione. Se ci pensiamo, entrambi i gruppi sono composti dalle stesse persone!

Noi che formiamo questa grande maggioranza, però, abbiamo permesso che il dibattito pubblico fosse dominato dalle persone che stanno cercando di venderti qualcosa, di un estremo o dell'altro. E la gran parte delle volte, quello che stanno cercando di vendere non ha nulla a che vedere né con la scienza né con la religione.

Nel suo caso, come scienziato, potremmo affermare che essere cattolico – e quindi credere in un Dio che ha creato l'universo e che quello stesso Dio è la Via, la Verità e la Vita – la aiuta ad essere uno “scienziato migliore”?

A volte dimentichiamo che, a un livello fondamentale, per essere uno scienziato bisogna avere certe convinzioni religiose. E dico “certe” convinzioni religiose perché non tutte le religioni e culture condividono queste convinzioni.

La prima cosa in cui uno scienziato deve credere è che l'universo fisico è reale. Alcune religioni credono che tutto sia un'illusione. E se tutto è un'illusione, quale sarebbe il motivo di essere scienziati? Per questo bisogna credere all'universo fisico.

Bisogna anche credere che l'universo fisico funzioni attraverso regole, leggi e con una logica. Ma se si è pagani e si crede che una cosa è caduta perché un dio l'ha fatta cadere, e che un fulmine in una tormenta avviene perché il dio del fulmine lo ha provocato per protestare, o che il grano è cresciuto perché il dio del grano l'ha fatto crescere… Se tutto ciò che accade nell'universo è il risultato di qualche diavoletto, o spirito intelligente, non c'è modo di fare scienza. Solo mediante la negazione della credenza nei diavoletti intelligenti possiamo chiederci “Perché accadono le cose?”

Gli antichi romani perseguitavano i cristiani perché li consideravano atei, e avevano quasi ragione. Ci sono tante e tali versioni di dei nelle quali io non credo, perché credo in un solo Dio… E per il primo comandamento devo mettere da parte tutti quegli dei. Non li adorerò, e non darò loro nemmeno credibilità. In quel senso, credo solo in un Dio in più rispetto a Richard Dawkins… (ride). Ma è un Dio soprannaturale, che esiste al di là della natura, e prima della natura.

Ciò vuol dire che posso chiedermi validamente come funzioni la natura. Oltre a ciò, quello che conosco grazie alla Rivelazione è che Dio ha creato l'universo in modo logico… il che mi dà un altro motivo per cercare di comprendere l'universo logicamente.

Se effettivamente la fede e la scienza sono unite così intimamente, perché sorge questo dibattito? Chi ne beneficia?

Quando si considera con attenzione la storia della guerra tra scienza e religione, si scopre che deriva realmente dal XIX secolo, dalla tarda epoca vittoriana. A volte l'agenda era molto semplice: ad esempio, se un partito politico era collegato alla Chiesa, il partito politico opposto iniziava a diffondere l'idea “La scienza è la nostra fonte di verità”.

In Nordamerica è avvenuto come parte di un movimento contro l'immigrazione. La gente che proclamava che la religione era antiscientifica era la stessa che cercava di impedire che immigrassero persone i cui cognomi terminavano con vocale, perché non poteva fidarsi di “quei cattolici”.

C'è anche gente che ha abusato della scienza. Ad esempio, l'evoluzione è una valida descrizione del meccanismo che spiega come si arriva da una specie all'altra, ma ci sono persone che prendono l'idea dell'evoluzione e la applicano all'eugenetica, al darwinismo sociale o la utilizzano per giustificare qualunque tipo di cose terribili.

Nello stesso senso, ci sono persone che dicono “La mia religione è una fonte di verità”, ma al contempo utilizzano questa affermazione per opprimere la gente che temono perché non è della stessa religione. Torniamo nuovamente al problema della paura.

Un filosofo ignorante sulla scienza filosoferà male. Ciò non vuol dire che debba dimenticare la scienza. Al contrario, deve studiarla! E una buona scienza! E se è possibile, dedicare del tempo a questo studio per imparare o, meglio ancora, per collaborare.

Una delle grandi cose relative alla scienza è che nessuno vi si dedica da solo. Ogni scienziato ha uno o due collaboratori, ha una squadra. Nessuno sa abbastanza per fare il lavoro da solo. Non sarebbe splendido se gli scienziati e i filosofi potessero pubblicare come squadra e imparare gli uni dagli altri? Avremmo un filosofo che sa un po' di scienza e uno scienziato che sa un po' di filosofia che lavorano insieme allo stesso progetto.

Negli Stati Uniti il dibattito è stato caratterizzato dalla “teoria dell'evoluzione” contro la “teoria del disegno intelligente”. Ha appena affermato che l'evoluzionismo può spiegare come una specie provenga da un'altra, ma che in passato non è stato sempre applicato correttamente e ha superato i propri limiti. Ha qualche opinione sulla teoria del disegno intelligente?

È un ottimo esempio di una bella idea utilizzata da persone che ne hanno distorto il senso. Credo in Dio e vedo la presenza di Dio nella splendida logica dell'universo. Per questo posso usarla per “Disegnatore” in questo senso, e questo è il senso tradizionale.

Le persone che credono di poter utilizzare la scienza per provare l'esistenza di Dio finiscono per fare della scienza qualcosa di più potente di Dio stesso. Per questo alla fine il dio che cercano di provare non è il Dio reale.

La gente che dice “Non capisco come accada questo in natura e quindi deve accadere perché Dio esiste” riduce Dio a un essere soprannaturale – fondamento di tutto ciò che esiste –, a un dio-naturale che lancia palle infuocate. Finiamo così per tornare al dio pagano della natura. È questo il pericolo.

La scienza è un cammino con molti ostacoli verso una verità che non raggiungeremo mai totalmente. E la scienza è un terreno molto fragile per sostenere la tua religione, perché la scienza dell'anno 2200 sarà molto diversa da quella del 2013.

Circa questo che ha appena descritto, è un po' sorprendente sapere che dal 1774 la Chiesa cattolica ha un osservatorio astronomico, attivo fin ad oggi. Ha la sua sede principale nel territorio vaticano di Castel Gandolfo, accanto alla residenza papale, e ha anche un osservatorio con tecnologie di ultima generazione in accordo con l'Università dell'Arizona sul monte Graham. Che senso ha che la Chiesa abbia un osservatorio proprio?

C'è una ragione semplice e una più profonda. Quella semplice è per mostrare al mondo che la Chiesa promuove la scienza. Letteralmente con il suo denaro, letteralmente con i suoi edifici, sui quali ha installato dei telescopi. La residenza estiva papale di Castel Gandolfo ha dei telescopi sul tetto. La chiesa di Sant'Ignazio a Roma ha avuto dei telescopi su di essa. La Chiesa promuove la scienza e la sostiene.

In questo senso, la Chiesa non solo non ha paura della scienza, ma la incoraggia, sempre che sia rivolta alla verità e non ne abusi per giustificare cose che in fondo sappiamo che sono sbagliate.

La seconda ragione, quella più profonda, è che l'universo fisico è una via attraverso la quale Dio comunica con noi. “Dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute” (Rom 1,20). È una citazione dalla Lettera di San Paolo ai Romani. Potremmo dire che Dio rivela se stesso attraverso le cose che ha creato.

Noi siamo quindi chiamati a studiare le cose che ha creato per poter conoscere meglio Dio. Personalmente, quando constato l'universo fisico e il modo in cui funziona, sperimento una grande gioia, simile a quella che sperimento nella preghiera. È la presenza di Dio.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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