. Ma le domande sono capziose, contengono già una risposta esplicita ostile alla Chiesa e ispirata all’ideologia di genere, e le modifiche non sono sufficienti. «La strumentale e ideologica interpretazione – afferma l’Arcivescovo – che le domande di alcune schede, preparate dall’assessorato alle Pari opportunità del Comune di Torino e proposte come serie e motivate in una scuola che della cultura deve fare il suo primo obiettivo di qualità e scientificità, sono segno d’ignoranza e risultano improponibili non solo nella prospettiva dei credenti ma ancor più in quella della laicità che è tenuta a rispettare la libertà religiosa dei cittadini».
L’attacco alla libertà religiosa, spiega la Nota, è particolarmente grave quando in nome dell’ideologia di genere si offende e si deride la Bibbia. «Va ricordato che la Bibbia rappresenta per tutte le Chiese e confessioni cristiane un testo sacro che contiene la rivelazione di Dio stesso per il bene dell’umanità. Il rispetto dovuto a questi credenti che rappresentano una parte rilevante dei cittadini di Torino esige che nell’affrontare i testi sacri sia dell’Antico come del Nuovo Testamento si presti molta attenzione alla loro corretta interpretazione come migliaia e migliaia di studiosi di tutti i tempi ci hanno offerto nelle loro opere».
L’Arcivescovo sa che in Comune i fautori dell’ideologia di generehanno la maggioranza. Se qualcuno all’interno del centro-sinistra si oppone, scatta – il caso Ferraris lo dimostra – l’ormai inflessibile metodo Barilla. Spetta allora agli insegnanti di religione e ai genitori reagire, scuola per scuola. «Di fronte a tale strumentalizzazione del testo sacro, qualora le schede relative all’omofobia che parlano della omosessualità nella Bibbia vengano offerte agli studenti insieme alle altre, è necessario – afferma l’Arcivescovo – che gli insegnanti di religione si facciano carico di spiegare in modo approfondito agli alunni il significato dei brani biblici indicati, sottolineando la superficialità delle domande che le schede propongono». «Infine – conclude la Nota – si richiamano le famiglie con figli nelle scuole di ogni ordine e grado a vigilare perché sul tema della sessualità a scuola si proceda sempre e soltanto con il permesso esplicito delle famiglie stesse, dopo che esse siano state compiutamente informate delle modalità didattiche e dei contenuti che verrebbero proposti».