Sono più di 23 milioni nel mondo le persone che hanno provato questo metodo, uno degli strumenti più efficaci di Nuova EvangelizzazioneSe la Chiesa non esce sulle strade e non evangelizza, allora si ammala. Questo il messaggio più volte ripetuto da papa Francesco, utile a ricaricare le batterie della Nuova Evangelizzazione in cui la Chiesa è già attiva da diversi anni. I corsi Alpha da molto tempo hanno raccolto questo invito e hanno costruito una proposta d’introduzione pratica alla fede cristiana. Sono 66.000 i corsi in atto in questo momento in 170 Paesi del mondo. Ogni corso si struttura in 10 incontri, che si svolgono presso le parrocchie ma non solo, dove si incontrano credenti e non credenti bisognosi di ritrovare – o trovare nel caso dei non credenti – il legame tra le proprie fatiche quotidiane e qualcosa di più grande e sensato, cioè, la parola di Gesù. Ne ha parlato ad Aleteia Gaetano Cammarata, coordinatore di Alpha per l’Italia, l’organizzazione nazionale che il 14/15 giugno prossimi terrà un incontro ad Assisi (informazionialpha@gmail.com).
Cos’è il corso Alpha?
Cammarata: Il corso Alpha è un metodo di evangelizzazione. Non è un movimento, ma è un metodo offerto alle parrocchie e ai movimenti che vogliono evangelizzare. Si svolge in una serie di appuntamenti settimanali, ognuno dei quali prevede una cena informale, una chiacchierata e una discussione svolta da piccoli gruppi. C’è la cena, o un aperitivo, poi un insegnamento che investe un argomento relativo ai principi della fede cristiana, e poi una discussione su quanto si è ascoltato. Si trattano un totale 15 argomenti nel corso di 10 cene. C’è il corso Alpha Base, aperto a tutti, non credenti, non battezzati, oppure a persone che vogliono riscoprire i principi della fede, coppie che vogliono riscoprire i fondamenti del Cristianesimo. Poi c’è Alpha Youth, per i ragazzi dai 14 ai 18 anni, che ha la stessa struttura, ma che usa supporti video divertenti concepiti per accattivare i giovani. Quindi c’è Alpha Student, per coloro che vanno all’università: ad esempio, ora ne abbiamo iniziato uno presso la Pastorale Universitaria di Perugia, e lo stanno frequentando 198 studenti che si incontrano settimanalmente in un pub. Essendo strutturato in questo modo Alpha si può seguire sia in parrocchia – all’interno dell’oratorio o in altre strutture parrocchiali -, oppure anche nei locali, nei pub, all’università. Insomma, in qualunque luogo ci sia la possibilità di condividere, ascoltare, magari anche di guardare un video.
In cosa il corso Alpha si distingue dal Catechismo?
Cammarata: La struttura dell’insegnamento, del talk, è fatta in modo da accattivare credenti e non credenti. Mentre il Catechismo è basato più sui principi della fede e gli studia, Alpha si focalizza sul “Kerygma”. Come spiega padre Raniero Cantalamessa, “già nella Chiesa antica c'era una chiara distinzione tra il 'Kerygma' e la 'Didaché', la catechesi. Il 'Kerygma' era il punto di partenza della fede e la catechesi doveva formare la fede, ma la fede in se stessa fiorisce soltanto ascoltando il 'Kerygma'”. Alpha fa in modo che ci sia soprattutto il “primo annuncio” della fede cristiana, che le persone ascoltano settimana dopo settimana. Potendosi confrontare liberamente con altri non credenti riguardo ai temi della Chiesa, o più in generale della fede cristiana, si ha la possibilità di approfondire, di conoscere di più, ma anche di sentirsi profondamente liberi. Quello che fa Alpha è di dare la possibilità attraverso la discussione in piccoli gruppi di ascoltare qualsiasi opinione. In questo clima di libertà e di rispetto le persone si sentono libere e sentono il desiderio di tornare, con sempre maggiore voglia di approfondire gli aspetti del Cristianesimo. Questa è la chiave di Alpha.
Funziona la collaborazione con le parrocchie?
Cammarata: C’è un grande interesse che sta sorgendo anche grazie alla spinta di papa Francesco, questo è indubbio. Ci sono dei parroci che ci stanno contattando perché hanno il desiderio di mettersi in gioco con la Nuova Evangelizzazione e in Apha trovano una risposta. La cosa interessante è che ci sono sia parroci, che erano già aperti ad altre esperienze di Nuova Evangelizzazione, ma anche parroci che non hanno mai avuto esperienze di questo tipo, o tradizionalisti, che trovano in Alpha un metodo non invasivo, che si apre e si chiude in 10 settimane, che si sentono liberi di sperimentare. Noi facciamo in genere una giornata di formazione per il team che insieme al parroco vorrà iniziare questa esperienza, diamo così modo al parroco di apprenderlo e poi applicarlo. Questo è un grande incoraggiamento per il parroco a continuare con questo metodo, ed è il punto di forza del nostro approccio, anche perché il parroco capisce che non c’è una struttura di Alpha a cui devono rimanere legati: Alpha è un servizio.
Che rapporto si crea tra credenti e non credenti?
Cammarata: Ogni gruppo è formato da 12 persone, che per prima cosa si mettono intorno al tavolo a mangiare, a bere il tè, ecc. C’è sempre un responsabile e un coadiutore; in questo rapporto di 2 a 10 si crea uno scambio libero tra le persone. Per questo le persone tornano, perché sentono questa libertà di potersi esprimere. Ad esempio, l’argomento della prima cena è: chi è Gesù? Ci saranno i non credenti che esprimeranno il loro pensiero, in questo scambio di ragionamenti, di esperienze, di pensieri e di fede, i non credenti si sentono liberi di tornare la seconda volta. In Italia stiamo avendo un grandissimo riscontro, perché le persone hanno un grande desiderio di confrontarsi intorno ad argomenti di fede. Probabilmente non l’hanno mai fatto in modo così libero.
Ritrovarsi in una cena produce un senso di intimità?
Cammarata: Assolutamente sì. La cena è il momento più importante, soprattutto per chi si sta approcciando a questo tipo di realtà. Un non credente che si ritrova attorno ad una tavola, a mangiare o a bere, si sente in famiglia, sente la possibilità di lasciarsi andare, perché trova un clima rilassato. Gli ospiti tornano anche perché sentono che stanno creando relazioni di amicizia. Con la scusa delle relazioni di amicizia possono condividere in maniera molto approfondita i loro percorsi di vita. Ci sono tre aspetti: una cena, è il momento di condivisione della propria vita; poi l’insegnamento legato al tema cristiano; e infine la discussione su ciò che si è ascoltato. Abbiamo avuto anche esperienze di Alpha nei luoghi di lavoro, magari corsi fatti durante la pausa del lavoro. Ci sono altri che stanno facendo Alpha durante il pomeriggio, con le mamme che aspettano i ragazzi che escono dal catechismo: bevono un tè, o mangiano una torta e intanto fanno il percorso di Alpha. Anche se fatto in un pub, lo scopo di Alfa è quello di introdurre le persone alle comunità parrocchiali.
Cosa rimane nei non credenti una volta concluso il percorso?
Cammarata: Alpha lascia la gioia di riscoprirsi cristiani in chi si era intiepidito. Per i non credenti c’è la scoperta della gioia della comunità cristiana, quindi della parrocchia. C’è qualcuno che cambia vita dopo aver fatto il percorso di Alpha, perché capisce che nella vita c’è un senso e qualcosa da scoprire, che è l’annuncio di Gesù Cristo. Ci sono vari passaggi, dipende uno da dove parte. Ma l’impatto è sempre molto forte.