Nel suo ultimo volume Renzo Allegri ci restituisce una testimonianza vivida del Papa buono
Papa Francesco
Papa Giovanni XXII, al secolo Angelo Roncalli, nato il 25 novembre 1881 a Sotto il Monte, piccolo paese della bergamasca, e morto il 3 giugno del 1963, fa ora parte dell’albo dei santi della Chiesa Cattolica. Così ha voluto Papa Francesco, che ha firmato il decreto per la canonizzazione, che avverrà il 27 aprile 2014 insieme a quella di Giovanni Paolo II.
Quando il 12 ottobre il patriarca Angelo Roncalli lasciò Venezia per recarsi a Roma per i funerali di Pio XII e il successivo conclave, molti già lo inserivano tra i “papabili”, nonostante l’età (all’epoca aveva settantasette anni). Al contrario, nella sua profonda umiltà, lui stesso considerava assurda tale eventualità. Il suo fedele cameriere privato, Guido Gusso, racconta: «Ritengo che mai, assolutamente mai, neppure per un attimo, il cardinale Roncalli abbia pensato alla possibilità di essere eletto Papa. Si era molto affezionato a Venezia e ai veneziani. Pensava di chiudere i suoi giorni in quella città». Mentre le indiscrezioni riferivano che i porporati, nelle Congregazioni Generali, erano divisi tra le correnti dei tradizionalisti e dei progressisti, ognuna delle quali con i propri candidati, si fece largo una terza ipotesi: un Papa di transizione che traghettasse la Chiesa da Pio XII ad un nuovo pontefice in grado di ereditarne la forza. Le voci di una convergenza sul patriarca di Venezia si fecero sempre più insistenti. E infatti, all’undicesima votazione, la sera del 28 ottobre 1958, risultò eletto Angelo Roncalli, che assunse il nome di Giovanni XXIII.
I giorni seguenti, il commento unanime dei giornali fu «E’ un Papa di transizione», giustificando l’affermazione con il fatto che Roncalli fosse anziano, e quindi, in quanto tale, presumibilmente amante della tranquillità e del “lasciare le cose come stanno”. Ma contrariamente alle aspettative, che non si trattasse di un Papa “di transizione” nel senso che tutti davano al termine, fu chiaro fin da subito: Giovanni XXIII portò immediatamente grandi cambiamenti in Vaticano, sconvolgendo consuetudini secolari, regole e regolamenti come mai nessuno prima di lui aveva fatto. “Era un ciclone innovativo, colpiva a sorpresa e in modo così irruento da lasciare letteralmente senza fiato e senza parole i paladini dell’ordine, i cultori delle tradizioni”. Era l’inizio di un momento decisivo per la storia della Chiesa: Roncalli portò un vento rivoluzionario che ancora oggi spira forte. Furono gli anni segnati dalla grande svolta del Concilio Vaticano II: mons. Capovilla afferma che Giovanni XXIII gliene parlò la prima volta il 30 ottobre 1958, cioè solamente due giorni dopo la sua elezione. E il primo riscontro scritto lo si trova nel diario del Papa in data 2 novembre 1958. Le preoccupazioni e i dubbi che incontrava nei suoi interlocutori non servirono a distoglierlo dal suo progetto, che si concretizzò finalmente l’undici ottobre 1962 con l’apertura ufficiale del Concilio. Per la “grande storia” fu “il Papa del Concilio”, il “Papa del grande cambiamento”. Personaggio quindi di grande importanza, di grande valore, che con la sua personalità, la sua azione, il suo pensiero, i suoi documenti, i suoi interventi in ambito sociale e politico ha lasciato un’impronta profonda nella comunità cristiana e in quella laica.