“Se Bergoglio non fosse stato eletto Papa, il Battesimo sarebbe stato molto più difficile”, affermano alcune fonti ecclesiasticheSi chiama Umma Azul e verrà battezzata il 5 aprile nella cattedrale di Córdoba, nell’Argentina centrale. Non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse che la bimba ha due mamme, essendo figlia di Soledad Ortiz e della donna che con rito civile è diventata sua moglie, Karina Villaroel.
Le due donne, che si sono “sposate” poco più di un anno fa grazie alla legge sul “matrimonio igualitario”, riceveranno la Cresima lo stesso giorno, prima del Battesimo della bambina, che verrà celebrato dal parroco Carlos Varas (Vatican Insider, 31 marzo).
Nella chiesa, i Battesimi si celebrano la domenica, ma quello di Umma Azul sarà individuale in base alle istruzioni impartite dal vescovo Carlos Ñáñez, che ha anche fornito delle indicazioni particolari riguardo all’atto battesimale e ha dato dei consigli sul padrino e la madrina. Le “mamme” di Umma vorrebbero che le facesse da madrina anche il presidente argentino Cristina Fernández de Kirchner, che ha promosso la legge del “matrimonio igualitario”.
“Se Bergoglio non fosse stato eletto Papa, il Battesimo sarebbe stato molto più difficile”, hanno riconosciuto alcune fonti ecclesiastiche. Il caso di Umma non è comunque il primo nel Paese sudamericano, dove altri bambini figli di coppie omosessuali hanno già ricevuto il Battesimo.
Quando era arcivescovo di Buenos Aires, l’attuale pontefice ha lottato per non escludere alcun bambino dal primo Sacramento, senza tener conto della situazione dei genitori. Questa richiesta, ha spiegato padre Javier Klajner, responsabile della pastorale giovanile all’epoca e stretto collaboratore di Bergoglio come membro del Consiglio Presbiteriale, è il risultato di una profonda riflessione teologica.
“Se la persona viene a chiedere il Battesimo, non c’è una mozione dello Spirito? È quello che in teologia chiamiamo grazia attuale ad aver mosso il cuore”, ha affermato. “Francesco dice che noi siamo ministri, non amministratori nel senso burocratico del termine”.
Tempo fa il New York Times aveva scritto in merito a una presuta apertura di Bergoglio, quando era arcivescovo di Buenos Aires, alle unioni civili. In realtà, non esiste alcun virgolettato dell’allora cardinal Bergoglio sull’approvazione delle unioni civili come alternativa al matrimonio omosessuale, che sarebbero state avanzate dal cardinale nel corso di un incontro privato con i vescovi argentini nel 2010, quando il Paese stava per approvare il matrimonio gay. A parlare di una proposta di Bergoglio sulle unioni civili come “male minore” era stato invece Sergio Rubin, fra i biografi dell’allora cardinale (Tempi, 22 marzo 2013).
Nell'intervista rilasciata, invece, a Ferruccio de Bortoli e apparsa sul Corriere della Sera, in merito alle unioni civili aveva così risposto: “Il matrimonio è fra un uomo e una donna. Gli Stati laici vogliono giustificare le unioni civili per regolare diverse situazioni di convivenza, spinti dall’esigenza di regolare aspetti economici fra le persone, come ad esempio assicurare l’assistenza sanitaria. Si tratta di patti di convivenza di varia natura, di cui non saprei elencare le diverse forme. Bisogna vedere i diversi casi e valutarli nella loro varietà”.
E se nel 2012 Bergoglio aveva criticato l'ipocrisia di alcuni sacerdoti che si rifiutavano di battezzare i figli di madri single ritenendo che in questo modo si allontanassero i fedeli dalla Chiesa, una volta eletto al soglio pontificio si è pronunciato anche sulla necessità di includere i bambini delle famiglie omosessuali nella Chiesa.
Un elemento “curioso” della notizia è che lo stesso arcivescovo Ñañez nel 2010 aveva avviato un processo canonico contro un sacerdote della sua arcidiocesi che aveva appoggiato la legge sul matrimonio gay.