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La Quaresima, catecumenato annuale

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George Weigel - pubblicato il 27/03/14
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Convertire la cultura non è facileGli storici della liturgia romana ritengono in genere il ripristino della Veglia pasquale (da parte di papa Pio XII) e del catecumenato degli adulti (da parte del Concilio Vaticano II) due dei risultati del movimento liturgico del XX secolo. Non contesto questa affermazione, ma aggiungerei qualcosa: il recupero del carattere battesimale della Quaresima per ogni cattolico.

In passato, la Quaresima riguardava quello che non si poteva fare: mangiare dolci, fumare, bere, qualsiasi cosa. E ovviamente i tre metodi classici per far sì che i Quaranta Giorni – digiuno, preghiera intensificata ed elemosina – mantenessero il loro significato perenne. Ciò che ho scoperto tre anni fa, ad ogni modo, è stato che quelle pratiche hanno un carattere spirituale più chiaro quando sono “collocate” nella comprensione che la Quaresima è il periodo in cui tutti noi – non solo quelli che saranno battezzati o ricevuti nella piena comunione con la Chiesa a Pasqua, ma tutti noi – diventiamo, in un certo senso, catecumeni.

Poco prima di trascorrere la Quaresima e la Pasqua del 2011 a Roma, preparando il libro Roman Pilgrimage: The Station Churches, un mio amico mi ha suggerito che la liturgia riformata della Quaresima si inseriva in due periodi definiti in modo ampio. Affondare nei testi liturgici quaresimali su base quotidiana dopo aver assistito alla Messa nelle chiese romane mi ha persuaso che aveva ragione.

I giorni immediatamente successivi al Mercoledì delle Ceneri e le prime due settimane della Quaresima hanno un carattere penitenziale, visto che le letture bibliche e patristiche della Messa e della Liturgia delle Ore chiedono a ciascuno di noi di intraprendere un profondo esame di coscienza: sono il testimone del regno e il missionario evangelico che dovrei essere? Cosa c'è dentro di me che ha bisogno di essere purificato se voglio diventare un migliore amico di Gesù Cristo e una vera incarnazione della sua grazia e della sua misericordia salvifiche? Con chi mi devo riconciliare?

Il tono si sposta con la terza Domenica di Quaresima, quando la Chiesa inizia tre settimane di riflessione sul significato del Battesimo e la liturgia chiede a tutti i battezzati di considerare come stiamo vivendo l'imitazione di Cristo. Le domande poste derivano dai tre grandi Vangeli catechetici letti nella terza, nella quarta e nella quinta Domenica di Quaresima: Gesù e la donna al pozzo; Gesù che cura il cieco nato; Gesù che fa risorgere Lazzaro dai morti. Nella Chiesa delle origini, la spiegazione di quei Vangeli completava la preparazione dei catecumeni al Battesimo. Quanto a chi è già battezzato, come ho scritto in Roman Pilgrimage, esortano a riflettere in preparazione al nostro essere benedetti con l'acqua pasquale, che è l'acqua battesimale:

“Come sto rispondendo alla sete di Cristo della mia amicizia nella preghiera, alla luce dell'invito di Gesù alla donna samaritana, alla quale ha chiesto dell'acqua da bere? Come vengono aperti i miei occhi alle richieste della mia missione da parte del Cristo che ha dato la vista al cieco nato? Credo davvero, come Marta, che Gesù sia il Figlio del Dio vivente, con il potere di rialzarmi, come Lazzaro, dai vincoli del peccato e della morte?”

Riflettendo su queste domande, i già battezzati sperimentano un nuovo catecumenato, un periodo di preparazione all'ingresso a Gerusalemme con Gesù, che lì incontrerà il suo destino messianico – e che, abbracciando quel destino in obbedienza al Padre, sarà rivelato come il Signore Risorto che fa nuove tutte le cose, incluso il nostro fallimento.

Il cattolicesimo evangelico del XXI secolo e del terzo millennio chiede ai cattolici più del cattolicesimo trasmesso dalla cultura e culturalmente confortevole in cui molti di noi sono cresciuti. Affrontare una cultura che respinge la visione biblica della persona umana e delle relazioni umane – convertire quella cultura – non è facile. Ma può essere una grande avventura, quando è vissuta nella fiducia che ciò che viene rivelato a Pasqua è vero: l'amore è più forte della morte.

È a questo che serve la Quaresima. Il “catecumenato annuale” della Quaresima ci prepara ad essere discepoli missionari che possono manifestare la misericordia divina perché l'hanno conosciuta nella propria vita.

George Weigel è Distinguished Senior Fellow dell'Ethics and Public Policy Center di Washington, D.C.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

 

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