Brevi note su un malinteso biografico e sul “Seminatore”
Non si può esaurire la poetica di Vincent van Gogh (1853-1890) in un articolo, ma possiamo tentare di indicare delle linee guida di ricerca, già note alla critica specialistica, ma sconosciute al grande pubblico e che dimostrano con quale continuità, anche nei pittori più tormentati, la figura di Cristo abbia interrogato gli artisti europei. Qui non parleremo del suicidio di van Gogh e del celeberrimo taglio dell’orecchio, episodi che evidenziano la sua psicosi, ma faremo emergere il background culturale, spirituale esemplandolo nella lettura del Seminatore.
Van Gogh: la biografia, la fede, la pittura di Millet
Vincent è figlio del reverendo Theodorus van Gogh, pastore legato alla scuola di Groninga (un movimento riformista all’interno del calvinismo olandese). Inizialmente il giovane Vincent aveva inteso seguire le orme del padre, ma dopo una serie di fallimenti come predicatore decise, anche in virtù del turbolento rapporto con il padre, di abbandonare la carriera da pastore. Nel mentre aveva iniziato a dedicarsi al mercato dell’arte nel quale si era introdotto anche l’amato fratello Theodorus (Theo), con il quale intrattenne un fitto epistolario e il quale fu il primo conoscitore e finanziatore dell’arte di Vincent.
La formazione presso gli ambienti riformisti, la quotidiana frequentazione delle Sacre Scritture e con i testi di spiritualità come l’Imitazione di Cristo, e quelli legati alla spiritualità devozionale della scuola di Groninga formarono una humus nella quale germogliò la sua poetica e da questa stessa humus travasò il repertorio simbolico, cercando di rintracciare nella realtà il sacro presente nella Scrittura e di esprimerlo in una ricerca in parte parallela a quella del pittore Jean-François Millet (1814-1875).
La pittura di van Gogh, come ben sanno gli addetti ai lavori, non nasce dal nulla di un sentimentalismo romantico alimentato a colpi di vicissitudini biografiche, ma è una vera e propria ricerca artistica orientata sulla rappresentazione della realtà. Il fatto che tenga in grande conto il sentire del pittore, non dipende solo da un individualismo crescente nella società, ma anche dal fatto che la Scuola teologica di Groninga, presso il quale il nostro Vincent si era formato, insisteva su una religiosità sentita contro l’aridità del dogma.