Testi per la meditazione dei primi scrittori cristiani
I primi cristiani hanno cercato di ravvivare nella loro vita la Passione di Cristo, prendendo la propria croce per seguirlo, identificandosi con Lui attraverso lo spirito di sacrificio e di penitenza. Hanno saputo affrontare la mortificazione nella vita ordinaria, nello svolgimento delle loro funzioni, un po’ ogni giorno. Vivevano sobriamente.
La Chiesa dei primi giorni mantenne anche la pratica del digiuno, seguendo l'esempio di Gesù nel deserto. Gli Atti degli Apostoli menzionano celebrazioni religiose accompagnate dal digiuno. San Paolo nella sua missione apostolica non solo soffre la fame e la sete quando le circostanze lo richiedono, ma aggiunge anche ripetuti digiuni. La Chiesa è rimasta fedele a questa tradizione tentando, tramite il digiuno, di prepararci al meglio per ricevere le grazie del Signore.
Presentiamo di seguito alcuni testi dei primi scrittori cristiani che riflettono su come si vivevano allora il digiuno e la penitenza.
Necessità di mortificazione
L’anima, maltrattata nelle bevande e nei cibi, diventa migliore; anche i cristiani, sottoposti ai supplizi, aumentano di numero ogni giorno di più. Dio li ha posti in un luogo tanto elevato, che non è loro permesso di abbandonarlo (Lettera a Diogneto, 5-6).
E’ bello mortificare il corpo. Di ciò si persuase Paolo, che lotta senza sosta e si assoggetta con violenza (cfr.1 Cor 9, 27), e inspira un timore santo, sull'esempio di Israele, in coloro che hanno fiducia in se stessi e sono in sintonia con il proprio corpo. Che ti persuada Gesù stesso, con il suo digiuno, la sua sottomissione alla tentazione e la vittoria sul tentatore (cfr. Mt 4, 1 ss) ( SAN GREGORIO NAZANZIENO, Discorso 14, 2-5).
Non crediamo che sia sufficiente un fervore per la fede passeggero, perché è necessario che ognuno porti quotidianamente la sua croce, a significare il nostro incessante amore per Gesù Cristo (SAN GIROLAMO, Commento a Matteo, 10, 96).
Il cammino per il quale viene il Signore, penetrando fin dentro l'uomo, è la penitenza, tramite la quale Dio viene a noi. Da qui l'inizio della predicazione di Giovanni, fate penitenza (SAN GERONIMO, Commento sul libro del profeta Gioele, 25).
(La mortificazione…) purifica l'anima, eleva il pensiero, assoggetta la carne allo spirito, rende il cuore contrito ed umile, disperde la nebulosità del desiderio, spegne il fuoco delle passioni ed infiamma la luce vera della castità (SANT’AGOSTINO, Sermone 73, 5).
Se, dunque, sei uno dei membri di Cristo, o uomo, chiunque tu sia […] qualunque cosa tu soffra da parte di coloro che non sono nelle membra di Cristo, questo mancava alle sofferenze di Cristo. Per questo si aggiunge, perché mancava. E tu colmi la misura, non la fai traboccare; tanto soffri quanto attraverso le tue sofferenze doveva essere aggiunto alla universale passione di Cristo. Egli soffrì un tempo nella persona del nostro capo e soffre oggi nelle sue membra, cioè in tutti noi (SANT’AGOSTINO, Commento al Salmo 61, 7).