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Sul “Sesso sicuro” la società italiana di ginecologia sbaglia bersaglio.

Romance in teen fiction – it

Image One/Jeffrey Bruno

Osservatorio Cardinale Van Thuân - pubblicato il 24/03/14

La fotografia sfocata sulle giovani generazioni

di Donata Fontana

Sono stati presentati a Milano i risultati dello studio condotto dalla Società Italiana Ginecologia ed Ostetricia (SIGO) sul grado di consapevolezza degli adolescenti italiani in materia di sesso sicuro. Il sondaggio – compiuto nel 2012 su un campione di 1.000 ragazzi – è stato associato all’iniziativa “ScegliTu”, diffusa nelle scuole, negli ambulatori ginecologici e nei centri d’ascolto per il sostegno psicologico agli adolescenti. La SIGO ha rilevato preoccupanti carenze di informazione tra i giovanissimi del nostro Paese, alcuni dei quali quasi all’oscuro delle nozioni di base del proprio organismo dal punto di vista sessuale e riproduttivo, sintomo sicuro di un mancato dialogo con figure adulte di riferimento come i genitori o il proprio medico. Molte ragazzine – anche a distanza di qualche anno dal menarca – sono risultate incapaci di calcolare almeno approssimativamente il proprio ciclo mestruale mensile.

Ma ciò che deve aver maggiormente impensierito la SIGO è l’altissima percentuale di analfabeti in tema di sessualità consapevole tra gli under 18: «I giovani sono pieni di false convinzioni. Il 27% crede che la pillola sia adatta solo alle maggiorenni, il 23% pensa che la visita ginecologica sia impossibile per una ragazza vergine», spiega nel comunicato stampa il prof. Nicola Surico, presidente della SIGO, aggiungendo che più della metà si affida alla contraccezione d’emergenza perché ritiene che altre precauzioni durante o prima del rapporto possano ostacolarlo.
Al solito, invece che riflettere sulla sempre minore età della “prima volta” dei ragazzini di oggi – probabilmente per una mancanza di attenzione e cura da parte delle famiglie e per una iper-stimolazione alla precocità dei rapporti da parte dei media, della scuola e della società in genere – i Ginegologi Italiani sembrano pensare solo “se devi farlo, almeno fallo in maniera sicura”. Anche le risposte messe in atto dalla SIGO a seguito di questa ricerca appaiono riduttive, soprattutto se si pensa alla fonte autorevole dalla quale vengono proposte. Non che sia di spettanza della SIGO l’educazione sessuale dei teenager, ma da un tale pool di medici specialistici ci si attenderebbe una reazione altrettanto seria e specialistica.

Sulla pagina internet di ScegliTu – una sezione “giovane” del sito ufficiale SIGO, gestita direttamente dalla Società stessa –  si trovano così tante accattivanti e civettuole informazioni da far gola a un settimanale femminile di scarsa qualità, come il test “Che tipo di uomo sei a letto?” e mille uno consigli per diminuire il girovita delle fanciulle, compresa una sezione sull’importanza della corsa per tonificare gli addominali. Accanto a tali amenità – a nostro avviso un po’ poco consone per una siffatta associazione nazionale di medici – fanno capolino anche la rubrica “Il Gine risponde…”, l’utility per il calcolo dei giorni fertili, la mappa dei consultori italiani, il vademecum in sintesi dei possibili mezzi di contraccezione e – dulcis in fundo – la sezione sull’Identità di Genere. Poche righe, a dire il vero, ma ne basta una per capire da che parte pende l’ago della bilancia: «Accanto a questi elementi biologici [cioè allo sviluppo degli organi sessuali in età puberale] se ne aggiungono altri che chiameremo sociali» dai quali, in definitiva, si può «confermare o meno l’identità» biologica.

Ma non è tanto quest’aspetto – e cioè il refrain sulla scelta della propria identità sessuale secondo la teoria del gender – ad interessarci ora, quanto l’altra iniziativa proposta dalla SIGO, oltre a questo portale informativo (o deformativo?) on line per teenager. Si tratta del cosiddetto “Patentino dell’amore sicuro”, scaricabile gratuitamente anche da internet e distribuito nelle scuole, nei centri d’ascolto, nei consultori e negli studi ginecologici. Chi scrive ne ha trovato uno proprio nella sala d’aspetto della propria dottoressa e si è presa la briga di leggerlo – coraggiosamente – fino in fondo. Una decina di semplicistiche paginette colorate e illustrate a fumetti (chissà mai che le si debba riciclare per un pubblico ancor più giovane, magari della scuola media o elementare), che non spiegano ma accennano, non approfondiscono ma confondo.

La volontà degli ideatori del Patentino è stata quella di usare grafica e linguaggio vicini al giovane pubblico fruitore, per coinvolgerlo e informarlo con un’idea fresca che, come spiega la professoressa Chiara Micheletti, psicoterapeuta dell’Università Bocconi di Milano, entra «nel vissuto emozionale positivo dei ragazzi, evoca il patentino dello scooter cui tutti ambiscono, richiama il gioco e non è allarmistica» e, aggiungiamo noi, proprio per tutto questo, forse, appare riduttiva e sbrigativa.

Sul Patentino c’è scritto proprio tutto: dall’obbligo di indossare il casco (cioè il preservativo) allo studio dei segnali di pericolo di gravidanza e malattie sessualmente trasmissibili (quasi fossero la stessa cosa!), dal rispetto dei lavori in corso durante il ciclo mestruale al tagliando di revisione annuale coi dovuti controlli medici. Si assicura frettolosamente che “la pillola non fa male, anzi aiuta anche salute e bellezza” senza spiegare che c’è pillola e pillola, come funzionano e perché si prendono, terminando col precisare che “il corpo è tuo, scegli tu, senza frenarti ma informandoti correttamente”.

Poco innovativa, in sintesi, appare l’idea di un esperto sempre in linea che risponde alle faq sulla prima volta delle adolescenti: servizi di questo tipo si trovano già presso i siti di alcuni consultori, associazioni e studi medici privati, senza riuscire ad assicurare, peraltro, un dialogo continuativo ed approfondito col giovane. Senza contare che, senza un rapporto diretto tra medico/esperto e paziente può risultare persino rischioso fornire informazioni via internet, necessariamente generiche e senza mai la possibilità di avere un feedback da parte dell’utente, che potrebbe capire solo parzialmente il responso medico, mettendo in atto strategie sbagliate senza possibilità di chiedere chiarimenti.
Delusi anche dal frettoloso fumetto sul Patentino, ci resta la sensazione che – probabilmente – alla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia non sia venuto in mente niente di meglio, niente di più che ScegliTu.

Qui l’originale

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