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Giovanni Paolo II e la sua eredità: la Chiesa apprezza la sessualità

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Alfa y Omega - pubblicato il 21/03/14
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Il teologo e catechista familiare Ksawery Knotz spiega la Teologia del corpo del papa polaccodi José Antonio Méndez

Quando era sacerdote, Karol Wojtyła ha fissato come una delle sue priorità l’assistenza pastorale alle coppie di fidanzati e di sposi, per spiegare loro che la proposta della Chiesa su sessualità e affettività non è qualcosa di opprimente, ma un cammino di pienezza. Ha iniziato così a sviluppare degli insegnamenti sull’amore umano come riflesso dell’amore di Dio, a cui come papa ha dedicato le catechesi settimanali dei primi quattro anni del suo pontificato.

40 anni dopo, il francescano polacco Ksawery Knotz, dottore in Teologia Pastorale, esperto di pastorale familiare, autore di numerosi libri e che lavora con centinaia di coppie cattoliche, spiega che la Teologia del corpo di Giovanni Paolo II è una delle chiavi del suo magistero e “un punto di riferimento” per la Chiesa del XXI secolo.

Che cos’è la Teologia del corpo di Giovanni Paolo II?

La Teologia del corpo è un tentativo di riorientare il pensiero di alcuni cattolici. Un pensiero che si era formato attraverso i secoli, o senza tener conto della spiritualità del matrimonio, o in culture che non hanno nulla a che vedere con il Vangelo e che hanno degradato il corpo umano. Di fronte a questo, l’interpretazione cattolica del corpo che ha fatto Giovanni Paolo II è di notevole importanza per comprendere l’amore umano, la sessualità e l’affettività, e il modo di parlare di questi nella Chiesa.

Il biografo nordamericano di Giovanni Paolo II, George Weigel, ha definito gli insegnamenti del papa in materia di affettività e sessualità “una bomba teologica a scoppio ritardato”. Sono così importanti per il magistero della Chiesa?

Sono molto importanti, e un punto di riferimento imprescindibile per la teologia del matrimonio e la sua spiritualità. Senza la Teologia del corpo, e la spiritualità che implica, non si può parlare a ragione dell’etica sessuale. C’è una differenza chiara tra i teologi che si ispirano alla Teologia del corpo e quelli che non l’hanno scoperta, o non la capiscono, perché solo quelli che si ispirano ad essa hanno qualcosa di importante da dire.

Quali sono allora gli insegnamenti più importanti di Giovanni Paolo II sull’amore umano?

In poche parole, si può dire che la storia del mondo inizi con l’amore di un uomo e di una donna. La storia inizia perché Dio ha dato all’uomo il suo amore e la capacità di amare; ciò che fa sì che un essere umano sia tale è che non solo pensa e decide in modo libero, ma ama.

Giovanni Paolo II si interroga sulla coscienza umana, e cerca, insieme all’uomo stesso, di scoprire ciò che è l’amore umano: una relazione in cui un uomo e una donna possono rivelare Dio. Dio è amore, e per questo è necessario che gli uomini imparino a comprendere l’amore come un dono.

L’amore non si può comprare, come un oggetto. Si può solo prendere dalla persona che ci ama, o rallegrarsi perché il nostro amore viene accettato. Giovanni Paolo II mostra che Cristo insegna ai credenti questo amore, perché possano viverlo nella loro vita.

Sono trascorsi più di 30 anni da quando il papa ha scritto l’esortazione Familiaris consortio. Ora che si parla di un Sinodo sulla famiglia, continua ad essere valida?

La Familaris consortio ha mostrato i compiti della famiglia cristiana ed è un buon documento, che ha aiutato ad approfondire molti temi. Ora ci stiamo preparando a un nuovo Sinodo sul matrimonio e la famiglia, perché esiste la consapevolezza che bisogna affrontare nuovamente questo tema, tenendo conto di ciò che i teologi hanno sviluppato in questo periodo.

Personalmente, vedo la necessità di unire di più il sacramento del matrimonio alla missione della comunità della Chiesa. A mio avviso continua ad essere un sacramento sottovalutato e perfino emarginato nella vita pubblica della Chiesa.

Perché è stato tanto sorprendente che un papa parlasse di sessualità e vita familiare?

Le catechesi della Teologia del corpo non sono particolarmente facili da leggere, e perché siano conosciute è necessario commentarle in vari modi. Molti si sorprendono vedendo come un papa parli del corpo dell’uomo e della donna, con tanto rispetto e bellezza.

Sul tema della sessualità, molte persone continuano a non comprendere che si può includere Dio nella vita intima. La relazione d’amore tra un uomo e una donna, inclusa tutta l’attrattiva della vita sessuale, è l’invenzione di Dio perché l’uomo partecipi al suo amore.

Alcuni credono che nell’amore e nell’affettività la proposta cristiana sia qualcosa di impossibile da vivere…

Senza Dio può essere impossibile, ma con Lui è estremamente realista. Il problema più grande associato all’etica sessuale della Chiesa non è l’etica stessa, ma le sue interpretazioni erronee, soprattutto quelle mostrate in modo negativo. Quando si sa come mostrare in positivo ciò a cui aspiriamo e ciò che vogliamo costruire, si possono conciliare tutti i valori del Vangelo con la delicatezza con cui la Chiesa tratta i problemi umani collegati alla sessualità.

L’etica sessuale della Chiesa si concentra nel cercare come costruire un legame duraturo, che permetta di vivere l’unione felice e l’espressione di rispetto per l’essere umano, includendo il suo corpo e la sua fertilità. Non sono requisiti poco realisti, ma assai necessari perché la gente si senta amata.

Ci sono persone non cattoliche, e anche cattolici, che credono che la Chiesa veda il corpo umano e la sessualità come nemici. Giovanni Paolo II, tuttavia, parla dell’amore umano come di un cammino di santità…

La Chiesa, attraverso l’insegnamento dei papi, apprezza la sessualità più di chiunque altro nel mondo che ci circonda, e crede che la società la sottovaluti continuamente.

Il corpo esprime la totalità della ricchezza spirituale dell’essere umano, il che vuol dire che la sessualità è disegnata per rappresentare questa ricchezza. Non si tratta di una relazione triviale basata su desideri sessuali superficiali, che si possono generare e spezzare quasi immediatamente, ma della relazione che permette di creare un’unione stabile e fedele, basata sull’amore e sulla fiducia.

Dalla prospettiva del dipendente dal sesso che non si è ancora curato, si odiano il corpo e la limitazione dei partner sessuali. Egli gode del sesso senza restrizioni, ed è anche orgoglioso dei suoi successi. Oggi domina questa prospettiva, che si presenta come esempio della felicità e della libertà, ma il suo frutto reale è sempre un grande disprezzo per il proprio corpo, che sfugge al controllo.

Oggi non abbiamo il problema di gente che ha paura del sesso per motivi religiosi; troviamo invece una grande quantità di persone che non hanno nulla in comune con il cristianesimo e che hanno paura della propria sessualità perché sanno che può essere pericolosa per loro e per chi sta loro accanto.

Le proposte di Giovanni Paolo II sono solo teorie o possono applicarsi alla vita quotidiana delle famiglie?

Per anni ho studiato a fondo la Teologia del corpo e ho lavorato sulle catechesi originali con gruppi di coppie. Per loro non erano temi poco pratici. Ogni settimana capivano meglio ciò che diceva il papa e vedevano che era del tutto collegato al loro modo di pensare a se stessi, ai propri corpi, all’eccitazione,
alla mascolinità o alla femminilità… Sono temi importanti per loro, che insegnano come comprendere se stessi e come trattare il proprio corpo.

Malgrado tutto, la Teologia del corpo di Giovanni Paolo II è molto più facile da capire delle opere di Lévinas, Whitehead o Foucault. Semplicemente, ci sono opere che formano il pensiero, anche se hanno un elevato livello di astrazione, e che sono importanti e influiscono sulla vita umana, anche se la maggior parte della gente non ne è consapevole.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]