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Un cammino di speranza per la Sardegna

Pope Francis with the workers in Sardinia

©ServizioFotograficoOR/CPP

September 22,2013: Pope Francis wearing a helmet miners during the meeting with the workers in Largo Carlo Felice in Cagliari.

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 19/03/14

I vescovi sardi propongono attraverso una lettera pastorale la lettura dei più urgenti problemi sociali e del lavoro nell'isola

Era stato Papa Francesco a indicare il tema durante la visita al santuario della Madonna di Bonaria del settembre scorso e i vescovi sardi hanno accolto l'invito: “Un cammino di speranza per la Sardegna” è il titolo della lettera pastorale sui più urgenti problemi sociali e del lavoro presentata il 18 marzo presso la sede dell'Associazione della Stampa Sarda di Cagliari. Un documento di 16 pagine diviso in 4 capitoli proposto alla riflessione non solo dei “cristiani delle nostre comunità, per riflettere insieme su come affrontare i problemi della famiglia, dei giovani, della situazione sociale” ma anche “a tutti i cittadini della nostra Isola, e in particolare a chi ha responsabilità nelle Istituzioni civili, politiche, educative, imprenditoriali e sindacali” (Agenzia Sir 18 marzo).

Nella lettera spedita anche al Papa, i vescovi indicano l'urgenza di riorganizzare una politica del lavoro, garantire con maggiore equità l'accesso al credito, ripensare a una politica della casa. Ma anche "semplificare la burocrazia, tagliare con coraggio risorse improduttive ed enti parassitari e inutili, razionalizzare l'esistente per promuovere il bene comune e non l'interesse degli apparati" (L'Unione sarda.it 19 marzo).

La pronuncia dei pastori sardi è arrivata in concomitanza con il via alla nuova Giunta regionale: "Non era una scelta calcolata – ha affermato mons. Arrigo Miglio arcivescovo di Cagliari e presidente della Conferenza episcopale sarda, che ha presentato la lettera insieme a monsignor Giovanni Paolo Zedda, vescovo di Iglesias e delegato della Ces per la pastorale sociale e il lavoro – quello che possiamo chiedere è che si cerchino nuove strade per il lavoro, anche se non è facile trovarle. Un altro dei pilastri di questa lettera è l'educazione: una famiglia senza lavoro che cosa fa? Teniamo presente anche il fenomeno dell'astensionismo: è necessario che la politica si riavvicini alla gente. C'è anche un tema trasversale toccato da tutti i capisaldi della lettera: i giovani" (L'Unione sarda.it 19 marzo)

Non c'è soltanto analisi dei problemi nel testo che sarà distribuito in tutte le parrocchie dell'isola ma anche il suggerimento su una direzione da seguire: “La crescita – hanno scritto i vescovi – può ripartire soltanto se viene fatto salvo il potere di acquisto dei salari e delle pensioni. Solo così l'economia potrà tornare a generare reddito e lavoro”. E' indispensabile, inoltre, per i vescovi "una nuova cultura economica che guardi meglio il nostro territorio, le sue capacità e le sue proposte e promuova lo sviluppo delle risorse locali – agricoltura, allevamento, artigianato, pesca, turismo – e la sostenibilità delle piccole e medie imprese".

In un periodo di crisi economica prolungata che esaspera i tradizionali problemi di isolamento e di scarsità di prospettive di impiego dell'isola, la disoccupazione, soprattutto giovanile, è al centro delle preoccupazioni: “È il problema più grosso – ha sottolineato mons. Zedda – che a sua volta aumenta la portata di altri problemi. Dalla famiglia alla emigrazione giovanile passando per l'immigrazione. Una analisi seria e realistica senza chiudere gli occhi davanti alla realtà” (La Nuova Sardegna 18 marzo).

I vescovi chiamano tutti all'impegno per il bene comune e a non lasciarsi andare alla rassegnazione, Chi ricopre incarichi pubblici, in particolare "deve dedicarsi a questo compito con vero spirito di servizio e deve lasciarsi guidare dai principi della solidarietà”. Una parola quest'ultima che, secondo monsignor Arrigo Miglio, deve essere sottratta al significato di assistenza. “Nella Caritas in Veritate – ha detto l’arcivescovo di Cagliari – si legge che un valore non economico come la solidarietà in realtà sia capace di far crescere l’economia. Noi come Chiesa sarda ci stiamo impegnando nella definizione di un Osservatorio del Sociale, che è già in essere, con esperti del settore che ci aiutano a crescere nella conoscenza di queste tematiche” (Avvenire 18 marzo).

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