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Che fare se si hanno difficoltà a vivere da cristiani?

The big question / Faith or doubt – it

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padre Angelo Bellon, o.p. - Amici Domenicani - pubblicato il 19/03/14

Rimani col Signore, sta in preghiera e fai memoria di quello che il Signore ti ha detto attraverso le letture e che adesso dice direttamente al tuo cuore

Quesito

Salve padre,
le ho già scritto un paio di volte e la ringrazio per le sue risposte che mi hanno molto aiutato.E’ da qualche mese che vivo molto male il mio essere cristiano. Mi convertii un anno e mezzo fa o poco più. Inizialmente il mio rapporto con Dio e con i sacramenti era bello e gioioso, sentivo la presenza reale di Dio nella mia vita senza nemmeno bisogno di troppi sforzi, fu davvero un bel periodo, veramente ricco. Da molti mesi però, ho un rapporto con la religione che sta diventando morboso. Pecco spesso, specialmente commetto atti impuri da solo, eccedo nel cibo e nelle sigarette e sono molto accidioso. Non riesco quasi mai ad uscire da questi peccati che mi perseguitano, e quando mi confesso e mi comunico, resisto pochi giorni e tutto ritorna come prima. Non riesco a pregare bene, mi vengono molte paranoie e pensieri che mi bloccano e mi fanno morire dentro. E’ una situazione abbastanza di stallo, e non riesco ad andare avanti. Penso ogni secondo a Dio, lo temo. Sono diventato apatico, come prima della conversione, ho rapporti difficili con gli amici non credenti e spesso proprio per questo sono un pessimo esempio per gli altri e più che avvicinarli a Cristo e alla sua Chiesa, li allontano. Mi sento come sepolto dal peccato e non riesco ad uscirne. Anche le mie confessioni sono sempre incerte e non sono mai sicuro che mi sia confessato bene o no, se ho fatto una buona penitenza e se ero davvero pentito. Io ho speranza nel Signore, e so che riuscirò ad uscire da questa situazione. Chiedo a lei caro padre un consiglio per migliorarmi e per tornare a vivere secondo la volontà del Signore e non la mia. Le dò qualche informazione di base su di me che potrebbero servirle magari: ho 22 anni, studio a … e sono un tipo molto pensieroso, spesso troppo.
La ringrazio infinitamente padre, che Dio la benedica per quello che fa e per come usa internet in maniera davvero corretta, lei è una risorsa specialmente per noi giovani.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
la prima cosa che ti consiglio è la regolarità nella vita di preghiera. Avrai sentito anche tu nella Messa della domenica delle Palme che Gesù ha detto: “Alzatevi e pregate per non entrare in tentazione” (Lc 22,40.46). Pietro non ha vegliato né pregato ed è caduto nella tentazione rinnegando per tre volte il Signore nell’arco di un’ora. Analogamente anche noi: dobbiamo avere regolarità nella preghiera, con dei punti (momenti di tempo) ben precisi e sapendo quale preghiera faremo.

1. La tua preghiera deve essere fatta anzitutto di ascolto della Parola di Dio, che può essere compiuto direttamente sulla Sacra Scrittura oppure anche leggendo vite di Santi, che sono la parola di Dio vissuta. Questo nutrimento è essenziale perché hai bisogno di popolare la tua mente di altri pensieri. Diversamente rimane con te stesso anche nella preghiera e allora può capitare quello che ti capita: la mente si riempie di paranoie (così come le chiami) e di pensieri che ti uccidono interiormente, ti devastano e lasciano a zero. San Francesco di Sales quando incontrava dei giovani chiedeva loro quali fossero i loro amici. Questi giovani sapevano bene a quali giovani il santo alludesse: i buoni libri. Tutto parte dalla testa.
Se non badiamo da noi stessi a nutrirci, rimaniamo imbevuti senza saperlo di quello che ci nutre il mondo.

2. La seconda cosa che ti raccomando è la preghiera. Sei uno studente e pertanto hai degli orari giornalieri abbastanza precisi. Sai bene quando viene celebrata la Messa nelle Chiese che ti sono più vicine. Perché non prenderti questo impegno? Se vai a Messa, vieni nello stesso tempo nutrito con la Parola di Dio, ricevi la presenza del Signore dentro di te e hai la possibilità di entrare in comunione intima, profonda col Signore. Fatta la Santa Comunione o finita la Messa, non andartene subito. Ma rimani col Signore, sta in preghiera e fai memoria di quello che il Signore ti ha detto attraverso le letture e che adesso dice direttamente al tuo cuore. Poi programma la tua vita col Signore. Chiedigli assistenza in quel determinato studio, in quella faccenda, in quell’incontro… E se te ne vai subito dalla Chiesa, continua questa Comunione dentro di te per strada o appena arrivi a casa. È il momento più solenne, più prezioso e più fecondo della tua vita quotidiana. Io faccio questo aiutandomi col Santo Rosario, rimanendo così per un tot di tempo in comunione col Signore.


3. Se non puoi andare a Messa, prega quotidianamente col santo Rosario, determinandone il momento, e non mettendoti a letto finché non avrai pregato. Recitando il Rosario farai memoria ad ogni mistero di quello che Gesù ha fatto e ha detto per te, perché tu faccia altrettanto e per mettere i meriti così potenti di quelle sue azioni nelle tue mani perché siano il tuo prezzo davanti al Signore per le tue necessità quotidiane, per le tue battaglie e anche per le necessità della Chiesa, dei tuoi familiari, amici e anche del mondo intero. Con un programma di vita cristiana così fatto ti troverai di nuovo in salute spirituale, robusto, solido, nutrito e soprattutto orientato a Dio. Diversamente sarai anemico, abulico, accidioso nella preghiera e anche nel resto.

4. Se comincerai a riprendere la tua vita cristiana in questo modo, se ne andranno i pensieri e anche gli atti impuri, perché il tuo cuore e la tua mente saranno riempiti di altro e avrai altre aspirazioni. Per sostenerti in questo cammino non trascurerai la Confessione sacramentale. Ma vi accederai in maniera metodica, magari anche ogni settimana e ti troverai sempre ben ossigenato.

5. Tra breve comincia il mese di maggio, tradizionalmente dedicato a Maria. A questo proposito mi piace ricordarti quanto ho letto nel “Giornale dell’anima” di Giovanni XXIII: “nel mese di maggio ho domandato a Maria due cose… Sul finire del mese fui esaudito”. Quando ha scritto queste cose, Angelo Roncalli, il futuro papa Giovanni XXIII, aveva 17 anni e mezzo. Era il 7 maggio 1899. Puoi fare anche tu la stessa cosa, cogliendo l’occasione di impegnarti a recitare ogni giorno il Rosario, accompagnandolo magari da qualche fioretto.

Ti ricorderò al Signore e intanto ti benedico.
Padre Angelo

qui l’articolo originale

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