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I diari di Karol

Pope John Paul II, 50, former Polish cardinal Karol Wojtyla – it

© AFP PHOTO

CITE DU VATICAN, Vatican City : Pope John Paul II, 50, former Polish cardinal Karol Wojtyla, smiles at the Vatican 16 October 1978, after being named at the head of the Catholic Church. Karol Wojtyla became a bishop in Krakow in 1958, and then archbishop in 1963, before ascending to the papacy as John Paul II. AFP PHOTO

Aleteia - pubblicato il 18/03/14

La casa editrice polacca Znak pubblicherà i diari di Giovanni Paolo II che andavano distrutti dopo la morte

Il quotidiano online Il Sussidiario (18 marzo), ha pubblicato una intervista al direttore della casa editrice Znak, Henryk Wozniakowski, che sotto impulso di monsignor Stanislaw Dziwisz, ha deciso di pubblicare i manoscritti di Giovanni Paolo II, con un titolo importante: “Sono saldamente nelle mani di Dio. Appunti personali 1962-2003”.

La particolarità e l'interesse – oltre che per l'oggetto in sé – è determinata dal fatto che secondo il testamento del Papa (datato 6 marzo 1979), quei quaderni, con i pensieri e le riflessioni di Wojtyla scritti in un periodo di quasi quaranta anni ( dal 1962 al 2003, due anni prima della morte), sarebbero dovute essere distrutti.

Salvare i manoscritti, disobbedendo all'ultima volontà del papa? A questa domanda, dopo aver custodito per anni le agende, il cardinale Dziwisz ha risposto sì. "Tutto ciò che doveva essere bruciato è stato bruciato, e ciò che doveva essere conservato è stato conservato, ha detto Dziwisz, e sono certo che su queste cose ha deciso secondo la volontà del Papa". Con questa “benedizione” Wozniakowski ha deciso di procedere alla pubblicazione. Ma anche lui, sebbene non come monsignor Dziwisz che del Papa è stato segretario, ha conosciuto bene il Papa, che con la casa editrice Znak ha collaborato da vescovo e poi da cardinale quando era a Cracovia.

Wozniakowski nell'intervista al Sussidiario spiega come si è convinto a pubblicare: “Sono pasati 26 anni dal momento in cui il Papa scrisse nel proprio testamento di bruciare tutti i suoi appunti dopo la morte. In questi anni don Dziwisz è sempre stato accanto al Papa. Sono sicuro che abbia avuto abbastanza tempo per decidere quale dovesse essere il destino di quegli appunti e quale fosse la reale volontà del Papa prima di morire. Il cardinal Dziwisz ha detto: "tutto ciò che doveva essere bruciato è stato bruciato, e ciò che doveva essere conservato è stato conservato", e sono certo che su queste cose ha deciso secondo la volontà del Papa. Nel contenuto degli appunti non si trova niente per cui non fosse opportuno pubblicarli. Non c'è nessuna indiscrezione. Anche quando si avverte l'eco di problemi personali che riguardano un sacerdote o un altro, non viene riportato nessun cognome, per cui è impossibile identificare di chi si tratti. Invece, il contenuto spirituale di questi appunti ne fa un seme buono, che seminato nell'anima e nella mente dei lettori può solo dare buoni frutti”

Ma cosa dimostrano queste pagine? “Innanzitutto dimostrano una volta di più quanto Giovanni Paolo II fosse un uomo religioso. Ricordiamo che aveva scritto questi appunti solo per se stesso, senza nessuna censura, senza neppure quella censura inconscia che si mette in moto inevitabilmente quando chi scrive ha davanti agli occhi i lettori a cui si rivolge.” egli infatti rivela “non la "verità per gli altri", ma la verità su di sé che aveva Giovanni Paolo II "per se stesso". Quindi si vede che il rapporto con Dio, con Cristo, era il vero contenuto della vita di Giovanni Paolo II e che tutte le altre questioni, tutti gli altri impegni, erano conseguenti a questo sommo contenuto, e ad esso venivano continuamente rapportati. Si può cogliere anche il suo spirito metafisico. "L'eternità irrompe nel presente", scrive in una nota. Possiamo anche scorgere una evoluzione interessante del suo pensiero: in gioventù, negli anni 60, le sue riflessioni hanno soprattutto un carattere teologico e filosofico, si dà più spazio al ragionamento; con il passare degli anni questo lascia sempre più il posto alla meditazione e alla contemplazione”

Quello che emerge – secondo Wozniakowski – dai diari è “soprattutto l'uomo di preghiera e, non esito a dirlo, il mistico. Le tracce delle esperienze mistiche sono annotate in modo estremamente scarno e prudente, però sono chiare” “Per me – prosegue – le parti più importanti sono quelle relative ai primi anni, quando Karol Wojtyła partecipa a ritiri spirituali privatamente e annota le proprie meditazioni. Ci sono poi dei temi ricorrenti che sono i misteri della fede attorno ai quali gira spesso il pensiero di Karol Wojtyła: la Redenzione in quanto rivalorizzazione del mondo, a cui l'uomo deve, o dovrebbe, portare il proprio contributo, il contenuto delle virtù teologali, soprattutto della fede che è "un atto della ragione che accoglie come propria la verità di Dio", la triplice missione (tria numera), profetica, sacerdotale e regale a cui partecipano tutti i battezati, il mistero del peccato e la triplice concupiscenza di cui parla san Giovanni, o la natura della Chiesa che dovrebbe essere una "città aperta", e altri”

Ultima preziosa informazione: Sono saldamente nelle mani di Dio. Appunti personali sarà pubblicato in Italia dalla Libreria Editrice Vaticana.

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