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Papa Francesco e i media, primo round: chi ha vinto?

Pope Francis and the Media Round 1 Who Won Rolling Stone – it

Rolling Stone

Aleteia - pubblicato il 17/03/14

Se i media sostituiscono con lo “spirito” di papa Francesco ciò che dice realmente, vincono per default

di James V. Schall, S.J

A posteriori, ci si chiede se i cardinali che hanno eletto papa Jorge Mario Bergoglio dopo la rinuncia di Benedetto XVI siano contenti della propria scelta. Una volta che il gioco è fatto, in realtà, fa ben poca differenza ciò che pensano ora della loro scelta. Come i granelli di sabbia nell’oceano, probabilmente il loro pensiero non sarà mai del tutto chiaro. Si è detto che molti vescovi e cardinali volevano un papa “pastorale”, non uno intellettuale. Ne hanno avuto uno. Ovviamente, in Giovanni Paolo II avevano sia un papa pastorale che un papa intellettuale. Benedetto era semplicemente la mente migliore della nostra epoca, e molto più pastorale di quanto gli è stato riconosciuto.

Il pontefice argentino vuole conoscere e toccare chiunque. È impaziente nei confronti dei burocrati, dei clericali e così via. Preferisce autobus e biciclette. Ama vivere in una comunità di qualche tipo. Ha sollevato un polverone, non c’è dubbio. Per quanto posso dire, a papa Francesco piace essere papa. Si dice che un pontefice del Rinascimento abbia fatto notare a suo fratello: “Dio ci ha dato il papato; godiamocelo”. In papa Francesco c’è qualcosa di questo spirito. Mostra pochi segni di tristezza o di afflizione per il peso che comporta il suo ufficio. Credo che in un’intervista recente abbia detto che non ha problemi ad addormentarsi la sera.

L’arguzia vuole che il prossimo papa sarà un francescano che prenderà il nome “Ignazio”. Ovviamente papa Francesco parla costantemente di povertà. All’inizio non sembrava sapere molto di ciò che provoca la povertà o delle soluzioni ad essa, ma nonostante ciò che dice del capitalismo sembra comprendere la necessità di lavoro, mercato, innovazione ed economia attiva come reale soluzione ai problemi della povertà.

In qualche modo, papa Francesco parla come un utopista impaziente. Critica i leader mondiali per non aver risolto tutto ieri. Vuole soluzioni per la povertà ora. In realtà, il numero di persone nel mondo che sono uscite dalla povertà negli ultimi decenni è piuttosto sorprendente. Il papa sembra esserne consapevole, ma sembra ancora sottovalutare le questioni del peccato, dell’avidità e della corruzione che sono ovunque le cause principali, queste e le forme di governo che vengono spesso lodate come soluzioni.

A mio avviso, il problema più serio che affronta il papa è relativo alle pubbliche relazioni. Fin dall’inizio ha fatto considerazioni pubbliche sulla compassione o la gentilezza che fanno sembrare che stia per cambiare la dottrina cattolica di base sulle questioni relative al matrimonio, al divorzio, all’aborto e all’omosessualità – i settori che hanno bisogno di più sostegno da parte sua. L’effetto di queste considerazioni citate ampiamente e quasi con gioia è stato creare un ampio seguito di persone che sono sicure che questi cambiamenti avranno luogo. Che il papa lo noti o no, il fatto è che, quando parla, in genere in qualche luogo poco famoso, la sua aderenza alle posizioni ortodosse non è mai riportata dai media mondiali.

I media conoscono la propria influenza attraverso l’immagine e la ripetizione. Tutto ciò che il papa dice che possa essere interpretato in termini di accettazione di queste aberrazioni è diffuso in tutto il mondo. Tutto ciò che dice per contrastare questo punto di vista viene ampiamente tralasciato. Non mi azzardo a dire se il papa capisca o meno di essere manipolato.

Ciò che fa la maggior parte dei media è creare uno “spirito” di cambiamento radicale di papa Francesco. Se possono sostituire con lo “spirito” del pontefice ciò che dice realmente, hanno vinto per default. Se il papa dice qualcosa di “ortodosso”, sarà accusato di ritrattare le sue promesse. Sui media mondiali apparirà come un ipocrita confuso.

Nel corso di un anno, un papa non può imparare molto. Malgrado le promesse di azione su vari fronti, abbiamo visto poca “azione” reale da parte di questo papa. È difficile dire se questo voglia dire che è cauto o che ci vuole del tempo per capire l’intero panorama. Sarebbe stato sicuramente imprudente per il papa agire in modo avventato e cambiare tutto prima di vedere il panorama generale, e dubito che un anno sia un periodo di tempo sufficiente.

Anche se il papa sembra in buona salute, alla sua età non può aspettarsi molti altri anni “buoni”. Deve pensare a quale vuole che sia l’effetto del suo pontificato. Vuole che chiunque ami Dio. I suoi critici e i suoi ammiratori vorrebbero che fosse un po’ più cauto. È stato eletto papa per governare la Chiesa, insegnare e santificare. Per raggiungere quest’ultimo obiettivo, non può bypassare i primi due doveri che costituiscono l’unità del suo ufficio.

Fr. James V. Schall, S.J. è insegnante, scrittore, e filosofo. Di recente è stato docente di Filosofia Politica presso il dipartimento di governo della Georgetown University, da dove si è ritirato nel 2012.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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