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Bruxelles ci minaccia. A che scopo?

Italian Parliament (men and women) – it

AFP PHOTO / ANDREAS SOLARO

ITALY, Rome : Newly appointed Italian Prime Minister Matteo Renzi (C) delivers his speech during a debate for a confidence vote at the Italian Senate on February 24, 2014 in Rome. Matteo Renzi was nominated to be the European Union's youngest prime minister on February 17 and immediately outlined an ambitious reform plan, promising "energy, enthusiasm and commitment" to revitalise the eurozone's third largest economy. AFP PHOTO / ANDREAS SOLARO

La nuova Bussola quotidiana - pubblicato il 07/03/14

La UE teme che Renzi non sia affidabile come Monti e Letta

di Ettore Gotti Tedeschi

Bruxelles declassa l’Italia per squilibri macro economici eccessivi. A metà aprile Bruxelles deciderà se le misure prese dal governo italiano, per le riforme ed il bilancio, saranno o no sufficienti (secondo Bruxelles), e se non lo saranno, la Commissione minaccia di sanzionarci per “squilibri eccessivi”.

La decisione sembra presa per “incoraggiare” e accelerare l’attuazione di riforme strutturali. Se si incoraggia, va bene; se si minaccia, no. Ma siamo certi che sia questo lo spirito appropriato di Bruxelles? Io vorrei avanzare alcuni dubbi, o meglio sospetti, che provo a proporre al lettore della NBQ. Ma attenzione, si tratta solo di “sospetti”.

Il primo e più importante sospetto sta nel sospetto che i tecnocrati di Bruxelles non siano contenti di non avere più come interlocutori i governi di Monti e di Letta. Direi perché erano filo-Bruxelles e pertanto “affidabili”. Monti addirittura fece approvare e trasformare in legge il famoso “fiscal compact” che potrebbe esser un problema non sostenibile per il nostro Paese. Enrico Letta, persona ben diversa, di valore e di valori, ha dimostrato però molta “osservanza” verso Bruxelles e verso la Merkel. Entrambi sfiduciati. Sfiduciati per quel che non hanno fatto, sfiduciati soprattutto dalle imprese, da Confindustria. “Non c’è ripresa se non funziona l’impresa”. Slogan perfetto. Bravo Squinzi.

Il secondo sospetto, altrettanto importante, sta nel fatto che i tecnocrati di Bruxelles sembrerebbero ritenere che il governo Renzi sia stato “eletto” dagli americani, che incoraggerebbero invece un atteggiamento meno di sudditanza alla Germania ed ai dictat di Bruxelles. Ma soprattutto che il governo Renzi sia destinato a ridiscutere il patto di stabilità e il “fiscal compact”. Perciò va immediatamente declassato, “a priori”, da parte di Bruxelles. Ma che scherziamo?

Il secondo dubbio, prima esposto, viene rafforzato e confermato dal fatto che Bruxelles vede che i fondi americani ricominciano a comperare italiano e le istituzioni americane ricominciano a comperare debito pubblico italiano. Lo spread scende a 170 p.b. con risparmi di 7-8 miliardi in interessi sul debito. Ohibò, non sarà che l’Italia si fa una sua
strategia di soluzione della crisi con gli americani e non con Bruxelles?

Ma, sospetti a parte, ci domandiamo: Bruxelles ha capito che l’Italia per stare nel patto di stabilità e persino per accettare i vincoli del fiscal compact, deve tornare a far crescere il suo Pil? Che deve creare crescita economica attraverso le imprese, occupazione, reddito, consumi e tasse conseguentemente pagate? Chissà se Bruxelles ha capito che per far ciò il nostro Paese deve risolvere, certamente i problemi strutturali facendo la riforma del lavoro e fiscale (anzitutto), ma deve anche investire?

Ma, ci domandiamo ancora, Bruxelles ha capito che il governo Renzi farà proprio questo: la riforma del lavoro e quella fiscale? Ma se lo ha capito perchè lo “minaccia”? Bruxelles ha capito che Renzi va sostenuto per il bene stesso dell’Europa? Perche se si andasse a nuove elezioni potrebbe vincere un “partito anti-Europa”? Bruxelles ha fatto i conti elettorali del nostro paese? Lo sa che su 100% di votanti più del 40% si astiene ormai strutturalmente? Ed il 60% che resta è composto all’incirca come segue: 20% centro sinistra, 20% centro destra, 20% grillini. Lo sa Bruxelles che se si andasse in queste condizioni a votare, Bruxelles rischia di non aver più l’Italia a sostenere gli stipendi dei suoi burocrati?

A volte mi domando quale sia il vero ruolo che dovrebbe avere Bruxelles verso il nostro Paese. Quello di minacciare sanzioni e penalità che ci impoverirebbero di più, se non riusciamo a diventare meno poveri? Cerchi di capire come sostenerci se non vuole privarsi del contributo del nostro Paese, che è meglio.

Qui l'originale

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