Il Battesimo è un Sacramento e ogni Sacramento è costituito di realtà materiali
Quesito
Reverendo Padre Angelo, chiedo il Suo gentile aiuto per effettuare il Battesimo d’intenzione ad una creatura. Vorrei sapere se ogni Reverendo Sacerdote può impartirlo e se c’è un iter particolare da seguire per consentire alla creatura di entrare in Paradiso.
Grazie
Distinti Saluti, Mary L.
Risposta del sacerdote
Carissima Mary L.,
1. non esiste di per sé un battesimo d’intenzione. Il Battesimo è un sacramento e come tale è un segno sacro. Ora tutti i segni sono costituiti di qualche cosa di materiale e sensibile. Non potrebbero essere segni se non potessero essere visti, toccati, sentiti.
2. Ogni Sacramento è costituito di realtà materiali (acqua, pane, vino, olio…) e di parole, che sono pure esse qualche cosa di sensibile. Queste parole sono essenziali perché vi sia il segno. Infatti determinano il preciso significato dell’uso di quella realtà e ne indicano i suoi effetti spirituali.
3. Il Battesimo viene celebrato con l’abluzione dell’acqua e con il proferimento delle parole che manifestano il significato di quell’abluzione: “Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Se si tiene presente che “battezzare” significa immergere, e che nel “nel nome del Padre” si indica la Persona del Padre, le parole che accompagnano l’abluzione vogliono dire che con quel gesto uno viene immerso in Dio Padre Figlio e Spirito Santo, e pertanto diventa cristiano.
4. Accanto al Battesimo di acqua la Chiesa ha sempre parlato anche di due altri tipi di battesimo, non perché siano un sacramento (e cioè fatto di segni) ma per gli effetti del Battesimo che possono essere conseguiti anche attraverso sue vie parallele. Per questo si parla di Battesimo di sangue e di Battesimo di penitenza o desiderio. San Tommaso dice: “il sacramento ha natura di segno. Ora, gli altri due battesimi concordano con il battesimo di acqua, non in quanto segni, ma quanto all’effetto del battesimo. Essi quindi non sono sacramenti” (Somma teologica, III, 66, 11, ad 2).
5. In che senso si parla di Battesimo di sangue e di Battesimo di penitenza o desiderio? Ecco che cosa dice in proposito San Tommaso: “Al di fuori del battesimo d’acqua uno può ottenere l’effetto del sacramento dalla passione di Cristo in quanto viene a lui configurato soffrendo per il Cristo. Di qui le parole dell’Apocalisse: "Questi sono coloro che vengono dalla grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello" (Ap 7,14). Ugualmente uno può ottenere per virtù dello Spirito Santo l’effetto del battesimo, non solo senza il battesimo d’acqua, ma anche senza il battesimo di sangue: in quanto il suo cuore viene mosso dallo Spirito Santo a credere in Dio, ad amarlo e a pentirsi dei suoi peccati. E questo si chiama appunto anche "battesimo di penitenza". Di esso così parla Isaia: "Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion, e avrà cancellato il sangue di Gerusalemme dal mezzo di essa, in spirito di giustizia e di ardore" (Is 4,4). Evidentemente ciascuno di questi ultimi due si chiama battesimo in quanto supplisce il battesimo. Di qui le parole di S. Agostino: "Che il martirio qualche volta faccia le veci del battesimo lo argomenta validamente S. Cipriano da quel ladro non battezzato a cui fu detto: "Oggi sarai con me in Paradiso". E io, pensandoci bene, trovo che non solo la passione per il nome del Cristo può supplire ciò che mancava da parte del battesimo, ma anche la fede e la conversione del cuore, se eventualmente in strettezze di tempo non si può ricorrere alla celebrazione del sacramento del battesimo” (Somma teologica, III, 66, 11).