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Esiste il Battesimo d’intenzione?

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Amici Domenicani - pubblicato il 06/03/14
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Il Battesimo è un Sacramento e ogni Sacramento è costituito di realtà materiali

Quesito

Reverendo Padre Angelo, chiedo il Suo gentile aiuto per effettuare il Battesimo d’intenzione ad una creatura. Vorrei sapere se ogni Reverendo Sacerdote può impartirlo e se c’è un iter particolare da seguire per consentire alla creatura di entrare in Paradiso.

Grazie
Distinti Saluti, Mary L.


Risposta del sacerdote

Carissima Mary L.,

1. non esiste di per sé un battesimo d’intenzione. Il Battesimo è un sacramento e come tale è un segno sacro. Ora tutti i segni sono costituiti di qualche cosa di materiale e sensibile. Non potrebbero essere segni se non potessero essere visti, toccati, sentiti.

2. Ogni Sacramento è costituito di realtà materiali (acqua, pane, vino, olio…) e di parole, che sono pure esse qualche cosa di sensibile. Queste parole sono essenziali perché vi sia il segno. Infatti determinano il preciso significato dell’uso di quella realtà e ne indicano i suoi effetti spirituali.

3. Il Battesimo viene celebrato con l’abluzione dell’acqua e con il proferimento delle parole che manifestano il significato di quell’abluzione: “Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Se si tiene presente che “battezzare” significa immergere, e che nel “nel nome del Padre” si indica la Persona del Padre, le parole che accompagnano l’abluzione vogliono dire che con quel gesto uno viene immerso in Dio Padre Figlio e Spirito Santo, e pertanto diventa cristiano.

4. Accanto al Battesimo di acqua la Chiesa ha sempre parlato anche di due altri tipi di battesimo, non perché siano un sacramento (e cioè fatto di segni) ma per gli effetti del Battesimo che possono essere conseguiti anche attraverso sue vie parallele. Per questo si parla di Battesimo di sangue e di Battesimo di penitenza o desiderio. San Tommaso dice: “il sacramento ha natura di segno. Ora, gli altri due battesimi concordano con il battesimo di acqua, non in quanto segni, ma quanto all’effetto del battesimo. Essi quindi non sono sacramenti” (Somma teologica, III, 66, 11, ad 2).

5. In che senso si parla di Battesimo di sangue e di Battesimo di penitenza o desiderio? Ecco che cosa dice in proposito San Tommaso: “Al di fuori del battesimo d’acqua uno può ottenere l’effetto del sacramento dalla passione di Cristo in quanto viene a lui configurato soffrendo per il Cristo. Di qui le parole dell’Apocalisse: "Questi sono coloro che vengono dalla grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello" (Ap 7,14). Ugualmente uno può ottenere per virtù dello Spirito Santo l’effetto del battesimo, non solo senza il battesimo d’acqua, ma anche senza il battesimo di sangue: in quanto il suo cuore viene mosso dallo Spirito Santo a credere in Dio, ad amarlo e a pentirsi dei suoi peccati. E questo si chiama appunto anche "battesimo di penitenza". Di esso così parla Isaia: "Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion, e avrà cancellato il sangue di Gerusalemme dal mezzo di essa, in spirito di giustizia e di ardore" (Is 4,4). Evidentemente ciascuno di questi ultimi due si chiama battesimo in quanto supplisce il battesimo. Di qui le parole di S. Agostino: "Che il martirio qualche volta faccia le veci del battesimo lo argomenta validamente S. Cipriano da quel ladro non battezzato a cui fu detto: "Oggi sarai con me in Paradiso". E io, pensandoci bene, trovo che non solo la passione per il nome del Cristo può supplire ciò che mancava da parte del battesimo, ma anche la fede e la conversione del cuore, se eventualmente in strettezze di tempo non si può ricorrere alla celebrazione del sacramento del battesimo” (Somma teologica, III, 66, 11).

6. Esiste un Battesimo d’intenzione? Se per esso s’intende il Battesimo di desiderio o di penitenza, sì. Ma non è un sacramento. Supplisce al Battesimo di acqua quando, dopo averne fatto richiesta, uno muore prima della celebrazione del sacramento. Così avviene per i catecumeni che muoiono prima della celebrazione del Battesimo.

7. Ma se per Battesimo d’intenzione intendi il desiderio dei genitori di battezzare il bambino va detto che questa intenzione non è sufficiente per conseguire gli effetti del Battesimo. Anche perché si potrebbe dire: dal momento che alcuni genitori non hanno intenzione di battezzare il bambino, quest’intenzione potrebbe metterla un altro al loro posto.
Inoltre, al di là dell’intenzione dei singoli genitori, c’è già l’intenzione della Chiesa, anzi l’intenzione di Gesù Cristo, perché tutti vengano battezzato e santificati. Ma non basta né l’intenzione di Cristo né l’intenzione della Chiesa per purificare e santificare tutti e comunicare gli effetti del Battesimo prima della sua celebrazione.

8. La salvezza dei bambini morti senza Battesimo non è legata all’intenzione dei loro genitori di battezzarli. È legata piuttosto alle vie straordinarie dell’infusione della grazia. Queste vie esistono. Ma le conosce solo Dio perché l’infusione della grazia non è legata solo ai sacramenti. I giusti dell’Antico Testamento hanno potuto salvarsi non già in base ai sacramenti, che non erano ancor stati istituiti, ma attraverso vie invisibili mediante le quali Dio li ha purificati e santificati.

9. Stante la volontà salvifica universale di Dio, dobbiamo essere certi che Dio offra a tutti i bambini, morti senza Battesimo, la possibilità di salvarsi acquisendo la grazia santificante. I teologi pensano ad un’illuminazione che Dio darebbe all’intelligenza del bambino nel momento in cui esce da questo mondo e sta per presentarsi davanti a Lui.
Con quest’illuminazione gli verrebbe offerta anche la grazia santificante: Perché senza la grazia santificante non ci si può salvare, non si può entrare in Cielo, in Paradiso. Accogliendo l’illuminazione e la grazia, il bambino si salva.

10. Allora l’intenzione di battezzare il bambini, qualora morissero senza Battesimo, non serve a niente? Serve, sì, ma non per sostituire il Battesimo. Perché la salvezza viene offerta in altro modo, quello appena descritto. Serve invece nel medesimo modo in cui servono le preghiere e le opere buone che i genitori di un battezzando fanno per i loro bambini. E cioè servono per domandare a Dio l’effusione della grazia e della santificazione in maniera più abbondante. L’intenzione e il desiderio che il bambino riceva il Battesimo è già un’invocazione del Battesimo, è a suo modo una preghiera, un’opera buona. In questo stesso modo servono le preghiere e le opere buone che accompagnano l’ordinazione sacerdotale. Queste preghiere e queste opere buone non comunicano l’ordine sacro, ma giovano tantissimo perché la grazia effusa nel sacramento dell’Ordine sia abbondante, anzi, sovrabbondante.

11. Pertanto andrebbe evitata l’espressione di Battesimo di intenzione, che per altro non figura in nessun modo nel lessico usato dalla Chiesa. Va riconosciuto invece il significato del desiderio di battezzare. Questo desiderio, accompagnato dalle preghiere e dalle opere buone dei genitori e di altre persone care, giova molto per predisporre ad una più fruttuosa e santificante celebrazione del Battesimo. Per questo motivo io stesso chiedo talvolta ai genitori e ai padrini di predisporsi al battesimo del bambino con una novena di preghiere di pratiche. Giova al bambino e giova a coloro che la fanno.

Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo

qui l’articolo originale

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