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“Il papa è una persona normale, un uomo che ride e piange come tutti”

Pope Francis 26 Feb 2014 – it

© MASSIMILIANO MIGLIORATO/CPP

<span class="standardtextlabel">Title:</span> <span class="standardtextnolink">February 26, 2014: Pope Francis arrives for the weekly general audience in St Peter&#039;s square at the Vatican.</span> <table border="0" cellpadding="2" cellspacing="0" width="100%"> <tbody> <tr> <td valign="top"><span class="standardtextlabel">Creation Date:</span> <span class="standardtextnolink">02/26/2014</span></td> </tr> </tbody> </table> <table border="0" cellpadding="2" cellspacing="0" width="100%"> <tbody> <tr> <td valign="top"><span class="standardtextlabel">Caption:</span> <span class="standardtextnolink">February 26, 2014: Pope Francis arrives for the weekly general audience in St Peter&#039;s square at the Vatican.</span></td> </tr> </tbody> </table> <table border="0" cellpadding="2" cellspacing="0" width="100%"> <tbody> <tr> <td valign="top"><span class="standardtextlabel">Reference:</span> <span class="standardtextnolink">262106</span></td> </tr> </tbody> </table> <table border="0" cellpadding="2" cellspacing="0" width="100%"> <tbody> <tr> <td valign="top"><span class="standardtextlabel">Library:</span> <span class="standardtextnolink">CPP</span></td> </tr> </tbody> </table> <table border="0" cellpadding="2" cellspacing="0" width="100%"> <tbody> <tr> <td valign="top"><span class="standardtextlabel">Display the whole feature:</span> <span class="standardtextnolink"><a class="standardtext">February 26, 2014: Pope Francis greets a child dressed up as a pope as he arrives for his general audience in St Peter&#039;s square at the Vatican.</a></span></td> </tr> </tbody> </table> <table border="0" cellpadding="2" cellspacing="0" width="100%"> <tbody> <tr> <td valign="top"><span class="standardtextlabel">Signature:</span> <span class="standardtextnolink"><a class="standardtext">&copy;MASSIMILIANO MIGLIORATO/CPP</a></span></td> </tr> </tbody> </table> <div class="detailline">&nbsp;</div> <span class="pagesubtitle">Keywords</span>

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 05/03/14

A un anno dall’elezione, Papa Francesco si racconta in un’intervista al Corriere della Sera

“Un anno è trascorso da quel semplice ‘buonasera’ che commosse il mondo”. Lo ricorda il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, nell’apertura dell’intervista a Papa Francesco pubblicata oggi sul quotidiano (in contemporanea anche su La Nacion di Buenos Aires) e si sente che anche da parte del giornalista c’è una certa emozione per aver potuto incontrare da vicino il pontefice e aver tracciato con lui un bilancio di questi “12 mesi intensi”. Anzi no, perché come ha affermato papa Francesco, i bilanci “li faccio solo ogni 15 giorni con il mio confessore”.

Bergoglio risponde volentieri e con simpatia alle domande di De Bortoli che ripercorrono gli eventi e le sfide affrontate nel primo anno di pontificato, ma anche i tratti dello stile peculiare che ha portato nel ministero petrino. Primo fra tutti le telefonate a sorpresa a persone di ogni genere che gli scrivono, così a sorpresa che spesso gli interessati non riescono a crederci. “Un’abitudine” spiega Bergoglio di quando era un semplice prete a Buenos Aires e che resta come “servizio. Lo sento dentro”.

In genere però il pontefice è infastidito della “francescomania”, del tratto fastidioso con il quale i media amplificano i suoi gesti esagerandoli: “Mi piace stare tra la gente, andare nelle parrocchie – risponde Francesco alla domanda del direttore del Corriere -. Non mi piacciono le interpretazioni ideologiche, una certa mitologia di papa Francesco”. “Dipingere il papa come una sorta di superman, una specie di star  – insiste Bergoglio – mi pare offensivo. Il papa è un uomo che ride, piange, dorme tranquillo e ha amici come tutti. Una persona normale”.

De Bortoli sceglie tenerezza e misericordia da un lato e attenzione ai poveri dall’altro come polarità del magistero di Francesco ma la misericordia, ribatte il papa,  è “il centro del Vangelo. Altrimenti non si capisce Gesù Cristo e la tenerezza del Padre che lo manda ad ascoltarci, a guarirci, a salvarci”. Anche la povertà va capita, come insegna san Francesco, nel cammino evangelico e nell’impossibilità, affermata da Gesù di “servire due signori, Dio e la Ricchezza”. La povertà “allontana dall’idolatria e apre le porte alla Provvidenza”.

Con il direttore del Corriere della sera, Francesco affronta il tema della famiglia sul quale si sta lavorando in vista del Sinodo. La famiglia “attraversa una crisi molto seria", perché è difficile formarla “i giovani si sposano poco. Vi sono molte famiglie separate nelle quali il progetto di vita comune è fallito. I figli soffrono molto”. E’ necessario dare risposte ma “bisogna riflettere molto in profondità” evitando di risolvere ogni problema con la casistica che è “semplificazione” ed espressione di “teologia molto superficiale”. Solo alla luce di questa riflessione approfondita si “potranno affrontare seriamente le situazioni particolari, anche quelle dei divorziati”. "Il matrimonio è fra un uomo e una donna", dice il Papa, ma sulle unioni civili su cui gli Stati intendono legiferare per regolare patti di convivenza di varia natura "bisogna vedere i diversi casi e valutarli nella loro varietà".

Alla sollecitazione di De Bortoli a proposito dell’abbandono della formula “valori non negoziabili” soprattutto nella bioetica e nella morale sessuale, Bergoglio risponde  che si tratta di una espressione che “non ho mai compreso”. “I valori sono valori e basta” e quindi non si capisce in che senso “vi possano essere valori negoziabili”. E su controllo delle nascite e l’enciclica Humanae Vitae di Paolo VI, Bergoglio ricorda come lo stesso autore raccomandasse ai confessori “molta misericordia e attenzione alle situazioni concrete”. “La questione – sottolinea  Bergoglio – non è quella di cambiare dottrina ma di andare in profondità e
far sì che la pastorale tenga conto delle situazioni e di ciò che per le persone è possibile fare”. Aspetti anche questi di cui si parlerà nel corso del Sinodo. A una domanda sul testamento biologico e sui confini della vita il Papa ha risposto ribadendo la dottrina tradizionale della Chiesa per cui “nessuno è obbligato a usare mezzi straordinari quando si sa che la vita è in una fase terminale". In questi casi "ho sempre consigliato le cure palliative", ma "in casi più specifici", aggiunge, è bene ricorrere "al consiglio degli specialisti".

“Come verrà promosso il ruolo della donna nella Chiesa?”, incalza De Bortoli mettendo in fila i temi di più aperta discussione. Bergoglio non ritiene sufficiente una “promozione di tipo funzionale” per la quale la donna “può e deve essere più presente nei luoghi di decisione della Chiesa”. E’ molto più importante pensare che “la Chiesa ha l’articolo ‘la’: è femminile dalle origini” e “il principio mariano guida la Chiesa accanto a quello petrino. La Vergine Maria è più importante di qualsiasi vescovo e di qualsiasi apostolo”. E’ in corso un approfondimento teologico al quale sta lavorando “il cardinale Rylko con il Consiglio dei laici e molte donne esperte di varie materie”.

Sullo scandalo dei preti pedofili, Francesco ha ripetuto: i casi di abusi su minori "sono tremendi perché lasciano ferite profondissime. Benedetto XVI è stato molto coraggioso e ha aperto una strada". La Chiesa cattolica ha fatto molto in questo campo, anzi, secondo Bergoglio "la Chiesa cattolica è forse l’unica istituzione pubblica ad essersi mossa con trasparenza" eppure è anche “la sola ad essere attaccata".

Proprio a proposito di Benedetto XVI e dei suoi rapporti con lui, Bergoglio ha detto che il papa emerito "non è una statua in un museo. E’ una istituzione". "Non eravamo abituati. Sessanta o settant’anni fa – afferma il Papa – , il vescovo emerito non esisteva. Venne dopo il Concilio. Oggi è un’istituzione. La stessa cosa deve accadere per il Papa emerito". "Benedetto è il primo e forse cene saranno altri", dice Francesco e aggiunge: "Ne abbiamo parlato e abbiamo deciso insieme che sarebbe stato meglio che vedesse gente, uscisse e partecipasse alla vita della Chiesa". La sua saggezza, osserva il Papa, "è un dono di Dio. Qualcuno avrebbe voluto che si ritirasse in una abbazia benedettina lontano dal Vaticano. Io ho pensato ai nonni che con la loro sapienza, i loro consigli danno forza alla famiglia e non meritano di finire in una casa di riposo".

Ma perché il Santo Padre non parla mai di Europa? Bergoglio tende una simpatica trappola al direttore: ma lei si ricorda cosa è accaduto il giorno che ho parlato dell’Asia? In effetti no, perché…”non ho parlato né dell’Asia, né dell’Africa, né dell’Europa” solo dell’America latina in Brasile e con la Commissione dell’America latina. Ci saranno occasioni per farlo, per tutti i continenti.

Intanto sono già previsti i viaggi in Terra Santa, Asia, Africa. Il Vaticano, ricorda De Bortoli, non ha rapporti con la Cina ma questa tra qualche an
no sarà la più grande potenza mondiale. “Siamo vicini alla Cina – afferma con sicurezza  Bergoglio -. Io ho mandato una lettera al presidente Xi Jinping quando è stato eletto, tre giorni dopo di me. E lui mi ha risposto. Dei rapporti ci sono. E’ un popolo grande al quale voglio bene”.

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