Preludio a una concelebrazione tra i due pontefici?Sabato 22 febbraio è stato un giorno storico per la Chiesa cattolica. Nella basilica di San Pietro, infatti, erano presenti due papi, uno regnante e uno emerito, perché Francesco e Benedetto XVI hanno partecipato insieme alla cerimonia di creazione di 19 nuovi cardinali nel primo concistoro pubblico di papa Bergoglio.
Per il prefetto della Casa Pontificia, monsignor Georg Gaenswein, la presenza di Benedetto XVI al concistoro è stata “un segno di comunione e continuità” (La Stampa, 23 febbraio). Significativo il ringraziamento rivolto a Ratzinger a nome dei nuovi cardinali dal segretario di Stato, Pietro Parolin, che lo ha salutato “con affetto e venerazione”.
Dopo quasi un anno di vita ritirata nel monastero Mater Ecclesiae, ricevendo poco, leggendo, studiando, pregando e sbrigando tanta corrispondenza – “aumentata in modo esponenziale” -, il papa emerito, “circostanza più unica che rara”, “ha di nuovo fatto ingresso in basilica, camminando svelto, per poi prendere posto come un cardinale qualunque, su una seggiola qualunque, collocata nelle prime fila della navata di sinistra”, davanti a diecimila persone tra fedeli, membri del corpo diplomatico e rappresentanti di Governo (il Messaggero, 23 febbraio).
“Sorrideva a tutti, quasi impacciato, e da lontano sembrava un puntino bianco in mezzo alla macchia di colore rosso fuoco dei porporati bardati a festa. Ad un tratto Papa Bergoglio si è alzato dallo scranno, ha fatto alcuni gradini, dirigendosi dal predecessore per abbracciarlo in modo fraterno. Un fotogramma storico. Si capiva lontano un miglio che tra i due c’è sintonia umana, affetto e stima. Altro che antipapa. Ratzinger si è tolto lo zucchetto al cospetto di Francesco in segno di deferenza, un gesto spontaneo dal quale è chiaro che non farà mai niente per interpretare diversamente il ruolo di papa emerito, un papa nascosto alla gente ma leale e collaborativo con il successore e la Chiesa”.
Anche al termine della cerimonia, avviandosi all’uscita, papa Francesco si è diretto verso il suo predecessore per salutarlo con alcune battute e una stretta di mano. Ratzinger si è tolto di nuovo lo zucchetto.
La presenza del papa emerito non era annunciata. Francesco lo aveva invitato, e Benedetto ha deciso venerdì sera (Corriere della Sera, 23 febbraio). La sua partecipazione è stata “doppiamente significativa”, perché sabato per la Chiesa era la festa della Cattedra di San Pietro, quindi la festa del papato (blog di Antonio Socci, 23 febbraio).
È stata la terza compresenza dei due papi, non tenendo conto di quelle riservate – più numerose -, delle quali abbiamo saputo dal portavoce e che ci sono state narrate con foto e video. “Li avevamo visti insieme nei Giardini Vaticani il 5 luglio, all’inaugurazione di una statua di Michele Arcangelo: un’occasione semipubblica, lo stesso giorno nel quale veniva pubblicata l’enciclica Lumen fidei, nella quale pure sono compresenti. Sono stati poi rivisti dagli ospiti del Santa Marta mangiare allo stesso tavolo il 27 dicembre, avendo come commensali alcuni comuni collaboratori” (Corriere della Sera, 23 febbraio).
Lo stretto rapporto tra i due pontefici fa pensare che papa Francesco potrebbe invitare Benedetto “a concelebrare sulla piazza o in basilica, e magari a tenere anche l’omelia. La canonizzazione dei Papi Roncalli e Wojtyla – fissata per il 27 aprile 2014 – potrebbe essere un’occasione”.
“Nelle scorse settimane, in concomitanza con il primo anniversario della rinuncia, diversi commentatori hanno insistito sull’importanza della presenza di Benedetto accanto a Francesco. C’è chi si è persino spinto a ipotizzare che l’inedito rimanere del papa dimissionario 'nel recinto di Pietro', in preghiera e vestito di bianco, lasciasse intendere qualcosa di più, un 'segreto'. Qualcuno ha parlato persino di 'diarchia'” (La Stampa, 23 febbraio).
La presenza di Ratzinger al concistoro “avrebbe potuto rafforzare queste speculazioni infondate”, ma “proprio Benedetto XVI ha sgomberato il campo da interpretazioni sbagliate. Nonostante gli fosse stato offerto un posto d’onore, ha voluto sedere in un angolo, nella stessa fila dei cardinali vescovi, e su una sedia uguale alla loro. Indossava la talare bianca e il soprabito. Ma sia all’inizio che alla fine della cerimonia, quando Francesco gli si è avvicinato per abbracciarlo, Ratzinger si è tolto lo zucchetto in segno di riverenza. Non lo aveva mai fatto in precedenza: né in occasione del primo abbraccio con il successore a Castel Gandolfo, né quando aveva partecipato all’inaugurazione di una statua con Francesco davanti al Governatorato in Vaticano, né quando Bergoglio era andato a fargli visita per gli auguri natalizi”.