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Sacerdote di Kiev: «Dio tocchi il cuore dei cecchini»

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AP Photo/ Marko Drobnjakovic

Aleteia - pubblicato il 21/02/14

Padre Dymyd chiede di pregare per la conversione del nemico

«Ho davanti a me otto cadaveri di manifestanti. Sono vicino alle barricate di via Instytutska, all’entrata di Piazza Maidan. A breve faremo una preghiera sulle salme». Padre Michajlo Dymyd, sacerdote greco cattolico di Leopoli, si racconta in un’intervista a Tracce del 20 febbraio.

Porta la stola e un elmetto militare verde. Anche a lui non è chiaro cosa sia successo la mattina del 20 febbraio, quando la tregua indetta la sera prima dalle parti è stata violata. Nessuno è in grado di capire chi abbia attaccato per primo, ma sta di fatto che i berkut, le forze speciali di polizia che ieri circondavano la piazza, stamane hanno indietreggiato per via Instytutska. I ribelli li hanno inseguiti, ma diversi di loro sono stati colpiti dai proiettili di cecchini. Prima cinque, poi venti. Le fonti non ufficiali parlano di 42 morti dalla parte dei manifestanti. Il Ministero dell’Interno parla di vittime da arma da fuoco anche nel fronte della polizia.

Padre Michajlo scrive la sua quotidiana omelia e poi la pubblica su Facebook. «Bisogna pregare per i cecchini che sparano sulla gente. Bisogna pregare perché ritrovino la libertà di Dio. Questa libertà è data dal Signore, se accetteranno questo dono, si diffonderà anche in tutti gli altri. Questa è la cosa più importante per cui pregare oggi».

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