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Le manovre attorno alla riforma dello IOR

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GABRIEL BOUYS

Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 19/02/14

Il C8 incontra Papa Francesco per la riforma delle istituzioni finanziarie del Vaticano

Prosegue il lavoro portato avanti dal Consiglio degli otto cardinali che dal 13 aprile scorso, sotto la guida del cardinal Maradiaga, coadiuva il Papa nel governo della Chiesa e nel riordino della Curia e delle istituzioni vaticane. Stamane in sala stampa, padre Federico Lombardi ha fatto il punto con i giornalisti accreditati: “Il Consiglio degli Otto cardinali ha lavorato intensamente e ha preso, per parte sua, degli orientamenti che ha presentato al Santo Padre nei due campi di cui si è trattato: uno, l’insieme della struttura economico-organizzativa della Santa Sede, e lo Ior, che però è un argomento molto più specifico e limitato” (Radio Vaticana, 19 febbraio).

La prime conclusioni dei consiglieri del Papa sulla riforma delle istituzioni finanziarie è un progetto di riassetto dell'Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica), lo Ior e più in generale le strutture economico-amministrative del Vaticano. Al momento nulla trapela di preciso né padre Federico Lombardi si è voluto sbilanciare, ma sembra che si vada verso la creazione di un unico «ministero delle Finanze» vaticano, per razionalizzare anche i centri di spesa. Ed è dunque possibile che lo Ior venga in qualche modo assorbito dall'Apsa. I cardinali, ha proseguito il portavoce vaticano, «hanno approfondito e hanno formulato delle loro proposte al Papa. Il messaggio che ho avuto è che gli otto consiglieri hanno lavorato intensamente presentando degli orientamenti e proposte concrete per riorganizzare dicasteri economici Santa Sede e lo Ior». (Vatican Insider, 19 febbraio).

E' chiaro che nessuno – per certi aspetti neanche il Papa che forse non ha ancora deciso – sa quale sarà il verdetto finale. Sull'argometo infatti neppure il presidente dello IOR von Freyberg, il quale ( intervistato domenica dalla Nación), diceva: “Siamo in un momento cruciale, in attesa della decisione del Papa. Non so che cosa accadrà, non posso fare speculazioni sulla decisione del Santo Padre”. La fase delicata è determinata dalla valutazione che prossimente il Moneyval, cioè l’organismo istituto dal Consiglio d’Europa che si occupa di antiriciclaggio, darà degli sforzi in questa direzione da parte delle istituzioni finanziarie vaticane. A dicembre, Moneyval esprimeva sì un parere parzialmente positivo, ma il giudizio non comportava un mutamento del rating formulato nel Rapporto di mutua valutazione. Qualcosa, però, stava cambiando, soprattutto in virtù ai tre successivi motu proprio di Francesco che a partire dalla scorsa estate avevano rafforzato l’Aif del cardinale Nicora (La Nuova Bussola Quotidiana, 19 febbraio).

Del resto come disse lo stesso Francesco il 12 giugno scorso: «San Pietro non aveva un conto in banca, e quando ha dovuto pagare le tasse il Signore lo h a mandato al mare a pescare un pesce e trovare la moneta dentro al pesce, per pagare». Sul recupero di trasparenza e credibilità dello IOR si sta giocando una partita importante per la Chiesa come istituzione. Lo IOR, in un modo o nell'altro, fa da cartina tornasole dell'immagine del Vaticano, il problema sono le lotte tra diverse sensibilità in seno alla Chiesa universale. Come spiega Franca Giansoldati sul Messaggero: “Da tempo si fronteggiano principalmente due correnti. Una, più vicina al capitale statunitense ed un'altra più radicata negli interessi economici-finanziari della zona euro. La prima è rappresentata soprattutto dai Cavalieri di Colombo, potentissima lobby cattolica con base negli Usa e con interessi enormi nel campo sanitario e assicurativo; l'altra dai Cavalieri di Malta (dei cui interessi è massimo garante l'attuale presidente dello Ior, Ernst von Freyberg) e dell'Opus Dei, che in questi anni hanno spinto per una maggiore trasparenza finanziaria e un allineamento agli standard continentali in materia di vigilanza sul riciclaggio e l'antiterrorismo” (18 febbraio).

Non a caso nel maggio 2012, all'apice dello scontro tra le due correnti all'interno del sistema finanziario vaticano, il presidente dello Ior, l'opusdeista Ettore Gotti Tedeschi fu sfiduciato dal Consiglio di Sovrintendenza dell'Istituto (il gruppo di cardinali che controlla il board della "banca" vaticana), proprio per la sua intenzione di introdurre regole più severe contro il riciclaggio.
Poi, con le dimissioni di Benedetto XVI,il processo di “rinnovamento” si è accelerato e oggi – sotto Francesco – attendiamo gli esiti.

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