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Un ateo si converte via Twitter grazie a una ragazza in ospedale

pareja tomados de la mano – it

© freya-photographer/SHUTTERSTOCK

Jovenes Catolicos - pubblicato il 18/02/14

Un brutto incidente stradale, la curiosità per quei compagni sempre allegri, un incontro dei Cursillos de Cristiandad e infine la Confessione

di Malu Serrano García Cervigón

Carlos, 18 anni. Faceva parte di una gang di adolescenti che viveva per stordirsi tutti i venerdì e i sabato sera. “I miei week-end erano tutte uscite per bere, rimorchiare e fare l'imbecille. Quando tornavo a casa, all'ora che stabilivano i miei genitori, aspettavo che si addormentassero e uscivo di nuovo saltando dalla finestra della mia stanza per andare a casa di qualche amico, andare a svaligiare macchinette di Coca Cola, fumare, bere…”, racconta Carlos González più di due anni dopo.

Madrid, 19 novembre 2011. Quel giorno né Cova né i suoi amici sono giunti a destinazione. Due macchine si sono scontrate, e José Luis e Antonio hanno perso la vita; Cova e Diego, anche loro in macchina, hanno guardato in faccia la morte. La ragazza, che aveva appena 16 anni, ha commosso il mondo intero su Twitter dal suo letto a La Paz, un ospedale di Madrid, dove lottava per sopravvivere.

@aupacova è stato un esempio di fede in comunità. Gente di tutto il mondo ha pregato per Cova Sanz e la sua famiglia, perché con il loro modo di abbandonarsi a Cristo stavano cambiando il cuore di molte persone: le stavano avvicinando a Dio. Una bambina ha inviato un tweet dicendo: “Facciamo un accordo, tu ti ristabilisci e io ti porterò un biscotto in ospedale ogni giorno”.

A Carlos è avvenuto qualcosa di simile: “Quando è accaduto il fatto di Cova ero cotto di una ragazza che la conosceva. Si chiamava Cristiana e per essere costantemente al corrente sulle condizioni di Cova mi chiese di seguire @aupacova”.

“Automaticamente, senza sapere ciò che stavo facendo realmente, ho fatto quello che mi chiedeva, cercando di attirare la sua attenzione. Dopo aver seguito per qualche settimana @aupacova mi sono reso conto che ciò che stava accadendo mi colpiva. Non leggevo più i tweet per raccontare le novità a Cristina: aspettavo con ansia i bollettini medici per stare tranquillo. Volevo che si riprendesse”, ha riferito Carlos. “Credevo di confidare nel recupero di Cova, e in realtà stavo confidando nel Padre”, ha aggiunto.

Javierada 2012. Castello di Javier, Navarra. Migliaia di giovani giunti da varie parti della Spagna. Il movimento Cursillos de Cristiandad arriva con un gruppo di adolescenti da Madrid. Carlos va con loro, perché “volevo conoscere quella storia della religione”, per curiosità. Dice che lo sorprendeva il fatto che i suoi compagni fossero sempre allegri. I suoi amici Paco e Jorge lo hanno esortato a confessarsi nella Veglia del sabato. “L'ho fatto, e la mia penitenza è stata, nell'Adorazione, chiedere a Dio che mi facesse tornare”, perché era già cattolico. “Non voglio dare un nome a ciò che mi è accaduto, non è importante, ma inginocchiato, con gli occhi chiusi e parlando con Dio, ho sentito il mio cuore così pulito che l'amore di Dio mi ha invaso completamente. Da allora sono rinato”; “il mio cuore traboccava amore”.

Quella confessione ha rappresentato un punto di svolta nella sua vita. Ora tutto aveva senso. Allo stesso tempo, però, doveva mettere fine a quella tappa della sua vita che aveva preso un'altra direzione. “Avevo vissuto in modo 'selvaggio' e sono tornato a Casa”, ha confessato Carlos. È felice, si vede. Non dubita di ciò che ha sentito quel giorno. “Come potevo dubitare?”, chiede. Anche se per la sua mancanza di formazione, ammette, in seguito ha avuto qualche scivolone.

Il suo sguardo.18 agosto 2012. Quello che era successo a Cova stava alimentando qualcosa che stava nascendo in lui: la fede. Ha cercato di contattarla per ringraziarla personalmente. La ragazza stava molto meglio, sempre sorridente. “Dopo vari tentativi ci sono riuscito”. Hanno trascorso il pomeriggio in un bar vicino casa di Cova, a Mirasierra (Madrid). “La cosa che mi ha colpito di più è stato il suo sguardo, che era pieno di vita. Quando l'ho conosciuta aveva ancora i capelli corti, era molto magra. Anche se parlava poco, diceva lo stretto necessario, e completava le parole con gli occhi che le brillavano. È una persona normale con una qualità umana straordinaria. Le ho raccontato cose molto intime, e lei non si è mai spaventata, né mi ha giudicato. Ascoltava attenta e rispondeva: 'Va bene, ma questo è il passato'”.

Quello sguardo, quella luce, è per lui da quell'agosto 2012… Una vita davanti.

Carlos González oggi ha 20 anni, e da quasi due la sua vita ha cambiato direzione. Dalla Javierada del 2012 fa parte del movimento Cursillos de Cristiandad. E questa settimana ha voluto condividere la sua conversione con noi.

Grazie, Carlos. Grazie, Cova.

Articolo pubblicato da JovenesCatolicos.es

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

Tags:
testimonianze di vita e di fede
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