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Qual è il santo cui votarsi per fare bene l’amore?

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© conrado / SHUTTERSTOCK

Edizioni Piemme - pubblicato il 14/02/14

San Fotino, novello Priapo, aiutami tu

di Roberto Beretta ed Elisabetta Broli

San Fotino, prega per me. Ci sono dei momenti – già, proprio “quei” momenti – in cui almeno qualche volta ogni uomo vorrebbe avere a disposizione un santo a cui votarsi. Ebbene, la Chiesa che non lascia mai soli i suoi figli in nessuna circostanza della vita non li abbandona nemmeno quando fanno l'amore. Ed ecco allora che spunta san Fotino.

O, meglio, saint Foutin: sì, perché l'intercessore (a dispetto delle vanterie dei maschi italiani) è un francese. Si tratta del primo vescovo di Lione, tale Pothinus, martirizzato novantenne nel 177 con altri quarantotto compagni durante le persecuzioni di Marco Aurelio e il cui culto andò a sostituire quello pagano di Priapo, il dio della fertilità che – guarda caso – era chiamato localmente Futinus. Dunque l'incolpevole san Foutin, anche e soprattutto per l'assonanza con un certo vocabolo volgare che designa l'accoppiamento, divenne il patrono della sessualità maschile. Solo che la Chiesa, anziché scoraggiare con imbarazzo tale culto per la sua evidente grossolanità, lo ha tollerato, in quanto sostituiva una radicata venerazione pagana. E si giunse al punto che in una chiesa di Lione si conservava la “pietra di san Fotino”, la quale non era nient'altro che un membro virile eretto al quale si rivolgevano soprattutto le donne sterili o gli uomini impotenti. In particolare le ragazze sena figli bagnavano il sacro menhir con vino, col quale poi si lavavano le parti intime; un rito di fecondità inequivocabile e assai simile ai culti fallici di molte religioni primitive, e non solo (vedi il sacro linga di Vishnu nell'induismo).

Da Lione la devozione a san Fotino (per pudore rinominato talvolta “san Coso”…) si è sparsa in varie regioni della Francia e può essere istruttiva dell'atteggiamento tutt'altro che spregiativo – anzi estremamente realista, al limite del pagano – riservato dalla Chiesa ai problemi sessuali. Naturalmente il patrono, attivo anche contro le malattie veneree, faceva miracoli solo negli atti sessuali legittimi, mai in caso di adulterio…

In Italia si potrebbe forse invocare san Satiro, fratello scapolo di sant'Ambrogio, anche lui per mere ragioni onomastiche; i satiri, infatti erano nella mitologia gli essere boschivi e per metà caprini celebri per i loro furiosi accoppiamenti. Ma altri residui di antichissimi riti di fecondità sono numerosi nelle tradizioni religiose e cattoliche di parecchi Paesi europei: pietre falliche (o, all'opposto, a forma di sesso femminile) alle quali strofinarsi per implorare fertilità invocando qualche santo, polveri grattate da tali sassi e bevute in infusione sempre per avere figli, offerte sull'altare di dolci a forma di genitali o di vestiti nuziali davanti ai simulacri dei patroni della sessualità.

Tuttavia anche uscendo da tali retaggi ancestrali, oggi spesso scoraggiati dalla Chiesa per il loro evidente paganesimo, chi soffre di problemi sessuali può pur sempre ricorrere senza disonore a qualche santo riconosciuto. Per esempio, contro la sterilità, a sant'Anna madre di Maria e nonna di Cristo, a Sant'Antonio da Padova (ritenuto patrono delle aspiranti puerpere per il fatto di essere raffigurato spesso con Gesù Bambino in braccio), all'arcangelo Gabriele annunciatore della maternità della Vergine, all'eremita Egidio o alla martire Margherita d'Antiochia, nonché a san Nicola di Bari, a san Francesco di Paola (se si desidera un maschio) e a sant'Eleusippo; ma attenzione, che quest'ultimo ha fama di indurre la nascita di tre gemelli…

Così esiste un santo per curare la frigidità: Quinziano, vescovo di Clermon-Ferrand nel VI secolo. Quanto all'impotenza maschile, pare che sia efficace per gli uomini che vogliono compiere il loro dovere l'intercessione di sant'Achilla, vescovo di Alessandria all'inizio del IV secolo; mentre contro il calo del desiderio sessuale ci si può rivolgere al monaco medievale sant'Alberto, nato dopo vent'anni di inutili tentativi dei genitori. Anche l'evangelista Luca, che era medico, combatte l'impotenza e le sue umilianti défaillances; ma bisogna invocarlo vari giorni prima di verificarne sul campo le capacità. E poi auguri (e figli maschi)!

[Tratto dal volume di Roberto Beretta ed Elisabetta Broli “Peccato non farlo” (Edizioni Piemme)]

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