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Sesso e potere non vanno a nozze

Hollande – Gayet

© Public Domain

Aleteia - pubblicato il 13/02/14

Hollande, Berlusconi, Clinton. Cosa può distruggere la reputazione di un leader politico?

ROMA (Aleteia.org). I titoli dei giornali sui politici implicati in scandali sessuali si fanno sempre più frequenti. 
La notizia più cliccata sul Web in questa settimana è quella sui rumors – smentiti – da parte del Washington Post di possedere fotografie che ritraggono il presidente Barack Obama e la cantante Beyoncè. Notizia falsa ma che riporta l’attenzione sulla reputazione el’esempio che deve dare un leader al suo popolo.

Aleteia ha intervistato un esperto in comunicazione e politicaMichele Sorice, professore all’Università LUISS “Guido Carli”, direttore del Centre for Media and Communication Studies “Massimo Baldini” che ha fornito una chiave di lettura molto interessante:

I comportamenti moralmente dubbi possono rendere un leader debole e ricattabile? 
"Naturalmente si, almeno in teoria. Bisogna precisare però che sono molte le variabili in gioco; innanzitutto debolezza e ricattabilità sono due grandezze diverse. Ci sono leader ricattabili e che continuano a conservare una forza derivante dal consenso ricevuto o dall'utilizzo dei media; così come ci sono leader deboli ma assolutamente non ricattabili sia per la chiarezza delle loro posizioni sia per la loro statura morale.

C'è poi una variabile geografica. In alcuni paesi la dimensione morale assume valore politico. La sfera sessuale negli USA, il mancato rispetto per i beni comuni in Nord Europa. In altri paesi, alcuni elementi possono facilmente essere perdonati o addirittura considerati punti qualificanti: una parte (per fortuna non maggioritaria) dell'opinione pubblica italiana valuta positivamente il "maschilismo" per esempio. E questo cambia le logiche della percezione sociale."

Un leader “trasparente” dovrebbe riconoscere i propri errori?
"Assolutamente si. Lo rende umano e lo rafforza. Spesso la scoperta della menzogna è più grave dell'errore. La menzogna è percepita come rottura del rapporto fiduciario che lega il leader al suo popolo. Non è un caso che Clinton, per esempio sia stato criticato più per aver nascosto l'episodio con MonicaLewinski che per l'episodio in se."

Cosa si intende quando si dice che un leader “trasparente” agisce in base ai suoi valori?
"Si intende che costruisce la sua leadership in maniera orizzontale con il suo popolo: una leadership condivisa in cui la proposta del leader è assunta dalla sua gente attraverso un processo deliberativo.
Si tratta però di un processo raro. Per lo più il leader contemporaneo è un nuovo principe e spesso si confondono per valori quelle che sono solo posizioni strategicamente definite."

Un leader deve avere una comunicazione chiara verso le persone che guida. Questo significa anche rispettare un codice morale più alto rispetto ai comuni cittadini?
"Significa rispettare un codice morale, che dovrebbe valere per tutti. Certo, da un leader ci si aspetta sempre di più, proprio perché incarna bisogni, valori, sogni e costruisce un'identità collettiva. Un po' come il capitano di una squadra di calcio, da cui ci si aspetta una fedeltà maggiore, un impegno agonistico forte e trascinante anche se la squadra sta perdendo."

Dove è il limite tra pubblico e privato per un politico o un personaggio pubblico che vuole servire il bene comune?
"Da tempo questo limite non esiste più. Anche per colpa della politica che ha trovato efficace la spettacolarizzazione del suo privato a fini elettorali. Il privato di Berlinguer o di Moro non appartenevano all'agone politico; quello di Berlusconi, per fare un esempio, è entrato nelle case degli italiani con una rivista patinata inviata dallo stesso leader alle famiglie. I media si nutrono della sfera privata, che sembra umanizzare il leader politico; i leader trovano in questa visibilità mediale un ritorno efficace per le loro campagne."

Il caso Hollande-Gayet
La relazione fra Hollande e Julie Gayet è la raffigurazione perfetta di questa problematica. François Hollande è al ribasso nei sondaggi, e non è solo la sua politica ad essere rimessa in discussione. Da quando è comparso il caso Julie Gayet, i Francesi si pronunciano al 54% contro l’esistenza di una Première Dame e questa presa di posizione massiccia rispecchia l’indignazione del popolo di fronte all’atteggiamento del Presidente. Oltre al fatto che ha avuto quattro figli con Segolène Royal senza mai sposarla, non ha mancato di tradirla durante le elezioni presidenziali del 2007 -in cui Royal era candidata- con la giornalista Valérie Trierweiler, che a sua volta diventerà First Lady, senza però sposare Hollande. Non c’è quindi da meravigliarsi che lui l’abbia tradita con l’attrice Julie Gayet. Agli occhi di molti, è un uomo incapace di prendere le proprie responsabilità, accontentandosi di ripudiare le donne che hanno condiviso la sua vita con un semplice manrovescio (JFK ad esempio non ha sofferto di questa perdita di credibilità, pur avendo avuto parecchie amanti, finché è rimasto con sua moglie, anche dopo lo scandalo di Marilyn Monroe). E non si parla neanche del fatto che fin dall’inizio del suo mandato, sono stato i contribuenti a dover sopportare i costi dell’ufficio tra cui diversi collaboratori della Treiweiler, che non aveva nessun titolo giuridico per occupare l’Elysée.
In definitiva, i Francesi non sono scontenti che Hollande sia andato da solo in Vaticano e negli Sati Uniti, invece di chiedersi seriamente e pubblicamente con quale "girlfriend" presentarsi.
Ma oltre a questo, è il tradimento che evidenzia la debolezza del Capo dello Stato: se mente e tradisce le donne della sua vita, perché non farebbe altrettanto con i francesi? Valérie Trierweiler pensa che se François non fosse stato preso dalle onde del potere, sarebbero ancora insieme. Lord Acton le risponderebbe che “il potere tende a corrompere e il potere assoluto corrompe assolutamente”.

I precedenti storici

Sexgate: Clinton e la stagista Monica Lewinsky
Nel 1995, Monica Lewinsky, tirocinante alla Casa Bianca, inizia una relazione con Bill Clinton all’epoca Presidente degli Stati Uniti. La donna ne rivela i dettagli a una sua amica, Linda Tripp, che lavora al Dipartimento della Difesa e registra le telefonate con la Lewinsky. 
Nel 1998 scoppia lo scandalo, che ha risonanza mondiale, e porta la Camera dei Rappresentanti a sfiduciare Clinton soprattutto per aver mentito sulla presunta relazione. I repubblicani tentano di avviare la procedura di impeachment contro il presidente, ma lo scandalo cessa nell'agosto del 1998, con un intervento televisivo di Clinton, che ammette di aver mentito sull'intera vicenda.

JFK e Marilyn
Nell’agosto del 2013 esce in USA un libro del giornalista Christopher Anderson dal titolo "These few precious days: the final year of Jack with Jackie" in cui si rivela che l'attrice Marylin Monroe avrebbe chiamato la first lady Jacqueline Kennedy per confessarle la relazione con il marito, l'allora presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy. Un “segreto di pulcinella” che non mai è stato confermato da fonti ufficiali.

Berlusconi e il Rubygate
E’ ancora in corso il processo contro Silvio Berlusconi iniziato nel 2010, quando il Cavaliere è stato accusato di aver pagato per fare sesso con una ballerina minorenne, Karima El Mahroug, conosciuta anche con il nome d'arte Ruby Rubacuori, così come con tante altre ragazze giovani che frequentano le feste private organizzate nelle sua villa di Arcore. 

L’arresto di Strauss-Kahn
Il 14 maggio 2011 Dominique Strauss-Kahn viene arrestato a New York con l'accusa di tentata violenza sessuale ai danni della cameriera di un hotel di Times Square. Quattro giorni dopo l'arresto, rassegna le sue dimissioni dalla carica di direttore del Fondo Monetario Internazionale.  
Il 1º luglio dello stesso anno il New York Times annuncia una svolta nell'indagine. Gli investigatori avrebbero rilevato pesanti incongruenze nel racconto dell'accusatrice. Secondo il procuratore, la donna avrebbe deliberatamente mentito davanti al Gran Giurì. Il 23 agosto 2011, la procura di New York archivia definitivamente le accuse nei suoi confronti.

L’ultimo “tango” a Parigi: Hollande – Julie Gayet
La relazione fra Hollande e Julie Gayet è l’ultimo caso. La storia prende quota nel gennaio 2013 come testimoniano le “famose” foto del Presidente in moto, vicino all’appartamento dell’attrice a Rue du Cirque.

Cosa dice la Chiesa?
“Quando l’azione politica viene a confrontarsi con principi morali che non ammettono deroghe, eccezioni o compromesso alcuno, allora l’impegno dei cattolici si fa più evidente e carico di responsabilità. Dinanzi a queste esigenze etiche fondamentali e irrinunciabili, infatti, i credenti devono sapere che è in gioco l’essenza dell’ordine morale, che riguarda il bene integrale della persona.
(…)
Sbagliano coloro che, sapendo che qui noi non abbiamo una cittadinanza stabile ma che cerchiamo quella futura, pensano di poter per questo trascurare i propri doveri terreni, e non riflettono che invece proprio la fede li obbliga ancora di più a compierli, secondo la vocazione di ciascuno” 
(Congregazione per la Dottrina della Fede   http://goo.gl/2PqFgG

Hanno collaborato a questo articolo Corrado Paolucci, Ary Ramos, Carly Andrews, Sòlene Tadié, Clarissa Oliveira, Sabrina Fusco

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