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USA: perché il 73% delle donazioni va a organizzazioni religiose?

Why 73 of Donations Go to Religious Organizations Geoffrey Dudgeon – it

Geoffrey Dudgeon

Aleteia - pubblicato il 07/02/14

Cosa sfugge alla maggior parte delle entità non profit e che invece le Chiese capiscono?

di Brian Brown

Ho appena finito di abbozzare un documento di ricerca per un giornale sulle riforme che devono essere effettuate nel settore sociale (non profit). Il succo della mia argomentazione, di cui ho già scritto altrove, è che il settore sociale deve diventare più sociale.

Mentre scrivevo, ho notato una cosa interessante: gli americani danno più di 300 miliardi di dollari all'anno in carità. Ben il 73% va a organizzazioni non profit con legami religiosi (il 41% a chiese e sinagoghe). Sono fatti poco noti, ma ciò che è interessante al riguardo è il motivo.

Lo rivelerò subito: in questi giorni c'è un forte consenso tra gli scienziati sociali sul fatto che ci sono due cose che più di qualsiasi altra convincono un essere umano del fatto che una cosa è degna di essere fatta: la pressione dei propri pari e le norme sociali. E se la maggior parte di coloro che donano al non profit ama i conti in banca individuali e ignora queste due cose, le Chiese non lo fanno. Le loro pratiche di donazione (come la decima) risalgono a prima del XX secolo e si adattano al modo in cui funziona il cervello umano.

Mi spiego.

Pressione dei propri pari: Chiunque ha una rete sociale. Non Facebook, ma il modello di relazioni nella propria vita – famiglia, amici del calcetto, compagni di università, colleghi di lavoro… La teoria della rete sociale ci dice che la tua rete tende ad assomigliarti (la gente gravita intorno a persone simili), e viceversa si tende ad assomigliare alla propria rete, perché questa influenza. Si tende a volere ciò che vogliono le persone intorno a noi, e a dare valore a quello a cui queste danno valore – anche quando tecnicamente nessuno ci spinge a fare niente.

Norme sociali: Sono queste che modellano il carattere della vostra rete sociale, o parti di essa. Sono le idee condivise su ciò che “la gente come noi” fa o non fa, e le routine e i rituali che le rafforzano. Quando chiunque intorno a noi fa qualcosa e noi no, ci sentiamo tagliati fuori. E quando partecipiamo – regolarmente –, questo modella ciò che consideriamo importante, per cui c'è più possibilità che lo rifacciamo.

Il motivo per cui la Chiese ottengono tutto quel denaro non è il fatto che lo chiedono meglio delle organizzazioni non profit secolari (in base allo studio, tra l'88 e il 96% degli americani afferma di fare carità ma solo una piccola percentuale di queste persone va in chiesa regolarmente), o un senso di colpa alla “Dio ti guarda”, anche se sono sicuro che a volte conta anche questo. È perché il sostegno alle Chiese, di tutti i tipi, è costruito intorno al modello di funzionamento del cervello umano. Chiunque lo fa, e chiunque ha un rituale condiviso per farlo. I miei amici tomisti direbbero che lo stile cristiano è in sintonia con la legge naturale.

Se il mondo moderno esita a imparare qualsiasi cosa da una cosa tanto arretrata e superstiziosa come la religione, si parla sempre di miliardi di dollari.

Brian Brown è un consulente di crescita organizzativa con specializzazione in strategie sociali, ovvero aiuta le persone a mettere su il proprio business, il non profit o la propria campagna a livello esponenziale capitalizzando le relazioni umane e la tecnologia. È senior editor di Humane Pursuits. Può essere seguito su Twitter@BrianBrownSF.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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