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La vicenda Vatileaks potrebbe non essere del tutto chiusa

Cardinal Tarcisio Bertone

© VINCENZO PINTO/AFP

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 07/02/14

I dubbi dell'ex segretario di Stato, Tarcisio Bertone, che preannuncia l'intenzione di scrivere le sue memorie

Un anniversario di veleni: è quello che teme il vaticanista Andrea Tornielli (Vatican Insider 7 febbraio) a proposito dell'intervista rilasciata a Tgcom 24 dall'ex segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, a ridosso dell'anniversario della rinuncia all'esercizio del ministero petrino di Benedetto XVI avvenuta lo scorso 11 febbraio.

“Spero che il Vatileaks sia una pagina ormai chiusa, anche se può darsi che ci siano ancora dei documenti che sono lì in riserva per esser buttati fuori” ha detto Bertone davanti alle telecamere di TgCom24, intervistato da Fabio Marchese Ragona. Il cardinale ha spiegato che “quello del Vatileaks è stato un periodo di grande sofferenza, fin troppo lungo di sofferenza per il Papa e per i suoi più vicini collaboratori. Soprattutto per la mancanza di amore alla Chiesa che si percepiva in tutte queste azioni e pubblicazioni di documenti che dovevano restare riservati per permettere anche un dialogo interno alla Chiesa per correggere certi comportamenti”. Allo stesso tempo, tuttavia, secondo Bertone questo momento così difficile “ha suscitato una grande corrente, direi una linea ad alta tensione di preghiera, di vicinanza e di solidarietà con il Papa e con la Santa Sede”.

Interrogato in merito alla vicenda Ior – la commissione cardinalizia di vigilanza sull'istituto di cui Bertone era presidente è stata rinnovata da Papa Francesco prima della scadenza -, l'ex segretario di Stato ha rilevato che “nei decenni passati ci sono stati comportamenti deplorevoli che hanno gettato ombre sull’Istituto per le Opere di Religione”. Negli ultimi anni, però “si era avviato un lavoro di ripulitura, di riassestamento amministrativo anche con le nuove leggi sull’antiriciclaggio e con l’adeguata vigilanza sulla clientela dello Ior”. “Io credo – ha affermato Bertone – che sia stato un lavoro che ha portato a molta trasparenza e che adesso credo stia crescendo con la spinta di Papa Francesco e della commissione referente da lui istituita. Credo quindi che questo istituto abbia realizzato le finalità istituzionali e possa continuare a realizzarle per il bene della Chiesa universale e non per un gruppo di clienti o dipendenti della Santa Sede”.

Nell'intervista l'ex Segretario di Stato, oltre a preannunciare la pubblicazione di “un libretto su fede e sport”, rivela anche l'intenzione di scrivere le sue memorie: “Ho un archivio molto ricco, per cui posso rivedere, ritrascorrere questi anni con una documentazione obiettiva dei fatti accaduti, e dare una rilettura che forse sarà utile per rimettere a posto alcune interpretazioni che forse sono andate anche fuori dalle righe”.

Il primo anniversario del coraggioso gesto della rinuncia di Papa Ratzinger potrebbe dunque, sottolinea Tornielli “essere segnato dai veleni”. Attraverso “la notifica di possibili nuovi leaks (nuovi nel senso di inediti, ma comunque usciti nel 2012, sembra di capire dalle parole di Bertone). E soprattutto con la rappresentazione a tinte fosche di una Curia dilaniata da tradimenti, lotte di potere e cordate nel periodo finale del pontificato ratzingeriano che emerge dal libro di Nicolas Diat appena pubblicato in Francia, intitolato «L’homme qui ne voulait pas être pape – histoire secrète d’un règne (Albin Michel editore)” (Vatican Insider 7 febbraio).

Tra poco più di un mese si festeggerà anche il primo anniversario dell'elezione di Papa Francesco, il pontefice scelto dai cardinali “quasi dalla fine del mondo” per mettere mano ad una serie riforme necessarie alla Chiesa. Ci riuscirà? “Spero di sì – ha auspicato Bertone nell'intervista a Tgcom 24 – perchè ha questo progetto, perché dalla sua esperienza di vescovo e di cardinale delle chiese di periferia e dal suo contatto con Roma ha maturato la visione di una necessità di alcuni cambiamenti. Ma per una riforma simile ci vuole molto studio, ci vuole confronto tra i diversi soggetti interessati, direi quelli delle chiese particolari e della Santa Sede. E poi bisogna anche progettare organicamente, non bisogna avere fretta, bisogna dare tempo al Papa per queste riforme!”.

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