separateurCreated with Sketch.

La soddisfazione dei vescovi egiziani per la nuova Costituzione

whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Aiuto alla Chiesa che Soffre - pubblicato il 26/01/14
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

Un passo cruciale verso la libertà religiosaIn un’intervista concessa nei giorni scorsi ad Aiuto alla Chiesa che Soffre, i vescovi copto cattolici di Assiut, monsignor Kyrillos William, Giza, monsignor Antonios Aziz Mina, e Luxor, monsignor Joannes Zakaria, hanno espresso la propria soddisfazione per la nuova costituzione, nella quale ritengono siano ben rappresentati i diritti dei cristiani.

«Una volta applicata, la nuova carta garantirà l’uguaglianza degli appartenenti ad ogni religione», sottolinea mons. Aziz Mina, che ha rappresentato la Chiesa cattolica in seno all'Assemblea costituente. Il presule fa inoltre notare gli specifici riferimenti alle storiche radici della religione cristiana in Egitto, «finora largamente trascurati dagli islamisti». Nel preambolo della costituzione si legge infatti che «su questa terra gli egiziani hanno accolto la Vergine Maria e il suo bambino ed hanno offerto migliaia di martiri in difesa della Chiesa di Gesù».

Un altro punto molto caro alla comunità copta è quello relativo alla costruzione di nuove chiese: una questione a cui la nuova costituzione fa esplicito riferimento nell’articolo 235, invitando l'Assemblea del Popolo – il parlamento egiziano – ad emettere una legge che garantisca ai cristiani la libertà di culto.

I vescovi rilevano come il nuovo testo tuteli maggiormente i diritti di donne, bambini e disabili: tre categorie ampiamente trascurate nella carta redatta durante la presidenza di Mohamed Morsi. «I padri costituenti hanno pensato a tutti, senza alcuna distinzione di razza, genere, età o religione», ha commentato monsignor William.

Inoltre la schiacciante maggioranza dei sì – circa il 98% – al referendum costituzionale del 14 e 15 gennaio dona al governo un chiaro mandato per agire in accordo con i principi costituzionali. «La votazione della scorsa settimana ha rappresentato un momento chiave per il futuro dell’Egitto – ha detto monsignor Zakaria – io sono stato tra i primi a votare ed ho notato con piacere che tra le molte persone in fila per esprimere la propria preferenza, vie erano tante donne. I seggi erano tutti affollati, non soltanto a Luxor, ma in tutto il paese».