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Non cambio la mia mamma per niente al mondo

Non cambio la mia mamma per niente al mondo

© SHUTTERSTOCK

Catholic Link - pubblicato il 24/01/14

Lo spot promozionale delle Olimpiadi Invernali 2014 aiuta a riflettere sull'essenza della maternità

di Alvaro Diaz

Per promuovere le Olimpiadi Invernali 2014, l’azienda Procter & Gamble, sponsor dell’evento, ha preparato questo spot in cui rende omaggio alle madri e riscatta il loro valore nel processo di preparazione degli sportivi. Nel video si mostrano immagini di alcuni eventi che possono segnare la vita dei partecipanti nel loro allenamento, e si sottolinea come in questo processo ci siano ostacoli, cadute, difficoltà ed errori, ma che a poco a poco questi diventano parte dell’apprendimento, sempre che dopo la caduta ci sia un rimettersi in piedi e un riprovare, portando poi gioie e trionfi. Quest’ultimo aspetto è molto più semplice se si può contare sul sostegno di una persona cara, in questo caso della propria madre. La frase che riassume il video è che una mamma è sempre lì “per insegnarci che le cadute ci rendono solo più forti”.

Elementi apostolici

Approfittando del messaggio trasmesso dal video, vorrei proporre tre aspetti su cui mi ha fatto riflettere.

1. L’essenza della maternità è l’amore incondizionato

Se ci pensiamo, dal momento in cui un bambino viene concepito nel ventre materno questa donna inizia un cammino d’amore caratterizzato da scelte di dedizione generosa e incondizionata a suo figlio. Forse non è sempre facile e bello, ma l’amore non è solo quello descritto dai film e dai romanzi. Il vero amore è carico di sacrificio, di donazione, e viene messo alla prova nei momenti di maggiore difficoltà. Accettare di portare questa creatura dentro di sé per nove mesi con tutto ciò che comporta è già una prova di questo fatto. Nei primi mesi e anni in cui i figli richiedono più attenzione e cura si presentano alle madri migliaia di opportunità di dimostrare la propria abnegazione per loro. I primi passi, le cadute, le notti insonni, la stanchezza, le preoccupazioni… È sicuramente esigente e richiede dedizione, sostegno e soprattutto molto amore. Sono i dettagli che fanno la differenza, e si noterà nella misura in cui i bambini crescono in aspetti come la fiducia, la sicurezza, la capacità di adattarsi a varie situazioni, di affrontare le sfide, di stabilire legami affettivi sani… Non è raro, al contrario, trovare persone con problemi nell’autostima, nell’affettività, nella personalità e nel carattere che riflettono in gran parte una cura e un accompagnamento non adeguati nell’infanzia da parte della madre o del padre.

2. La maternità, un valore oggi poco compreso

Ci sono varie tendenze e ideologie nella cultura contemporanea che hanno distorto il modo di approcciare la maternità. Per citarne qualcuna, ci sono l’edonismo e il relativismo, che pongono l’enfasi sul piacere, su ciò che è comodo e facile. Per una donna, affrontare le difficoltà della gravidanza può essere un motivo per abortire. Ci sono poi madri che di fronte a quanto sia esigente dedicarsi totalmente ai propri figli – soprattutto nei primi anni di vita – optano per delegare la loro cura ad altre persone, o peggio non si curano delle necessità principali dei propri figli. Neanche l’egoismo è estraneo alla cultura odierna: se una donna resta incinta può pensarci due volte a portare avanti la gravidanza di fronte ai suoi progetti e alle aspettative della vita professionale, lavorativa o personale; molte volte è il secondo il valore che pesa di più nel prendere una decisione contro la vita del proprio figlio. Un altro esempio molto comune è che per seguire questi piani personali si mette in secondo piano l’allevamento dei figli. Non è raro trovare donne che passano poco tempo con i propri figli perché lavorano tutto il giorno. I bambini restano più tempo con qualcuno che si prende cura di loro o a volte anche soli che con la propria madre. In questo senso non mi riferisco solo a trascorrere più tempo in termini di quantità di ore, ma al fatto che “stare di più” con i figli si traduca nel condividere momenti importanti, gioire delle loro gioie, soffrire delle loro tristezze, ascoltare le necessità, sostenerli, dialogare…

3. Modello di maternità

In quest’ultimo punto voglio sottolineare un esempio di maternità piena di abnegazione, generosa, dedita al figlio, che vive il sacrificio all’estremo, che vive l’amore anche nel dolore. Mi riferisco alla Vergine Maria, madre di Gesù e madre nostra. Se guardiamo i passi della Scrittura che narrano la vita di Maria e di Gesù troveremo una storia d’amore, una storia segnata dal significato autentico della maternità, incarnato in questa donna. Tra questi momenti sottolineo come Maria ha accolto la missione di essere madre sapendo le difficoltà che questo implicava, la possibilità di essere rifiutata, non trovare un posto in cui partorire, dover fuggire in Egitto perché non uccidessero suo figlio, la sofferenza che ha sopportato perdendo suo figlio piccolo nel Tempio e aver accompagnato Gesù nella sua crescita e nei momenti fondamentali della sua vita, fino alla morte.

Maria mostra il suo amore a ciascuno di noi, perché è anche nostra madre. A lei possiamo accorrere come suoi figli, affidarle le nostre gioie, le nostre preoccupazioni e angosce; come madre fedele e buona sa sempre come far fronte alle nostra necessità e non si stancherà mai di farlo. In questo senso, Maria è una testimonianza che resta valida per ogni donna chiamata da Dio a vivere la maternità.

Dinamica

Propongo alcuni riferimenti biblici sulla vita di Maria:

  • Luca 1, 26 – 56 e 2 (prima e durante i primi anni di Gesù)
  • Giovanni 2, 1 – 13 (la sua partecipazione al primo miracolo di Gesù)
  • Giovanni 19, 25-27 (accompagnando Gesù nella sua morte)

Credo che dopo aver visionato questo video sia impossibile non riconoscere il valore di nostra madre. Forse non è stata perfetta, forse non ha sempre risposto alle nostre aspettative, ma ci ha dato la vita e ha sempre cercato di darci il meglio. Approfittiamo di questa giornata per esprimerle la nostra gratitudine, ed è anche ora di riconciliarci con lei. Se non è più con noi, teniamola presente nelle nostre preghiere e ringraziamo Dio per il dono di nostra madre.

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