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La condivisione è la chiave per uscire dalla crisi economica

Jeunes au travail – giovani al lavoro – it

© pêche marcillac

Chiara Santomiero - Aleteia Team - pubblicato il 24/01/14

Il Movimento lavoratori di Azione cattolica promuove l'VIII Giornata della progettazione sociale e premia i quattro migliori progetti pervenuti

Formazione sì, come è nel Dna dell’Azione cattolica, ma senza perdere di vista gli aspetti pratici da condire con un po’ di creatività: il Movimento lavoratori di Azione cattolica ha una sua “ricetta” per incoraggiare i giovani in questo momento in cui la crisi economica colpisce più duro. E la strada, contro ogni tentazione di salvarsi da soli, è la condivisione. “Condividere le risorse è moltiplicare il bene” è il titolo dell’VIII Giornata della Progettazione sociale in programma a Roma il 25 e 26 gennaio. Alla prima sessione di lavoro formativa fa da contrappunto la proclamazione dei vincitori dei quattro progetti migliori tra quelli pervenuti in risposta al bando di concorso promosso dal Mlac con il sostegno dell’Azione cattolica, dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e del lavoro e Caritas italiana. Perché le buone idee “non rimangano solo un sogno”, come spiega ad Aleteia Giuseppe Patta, segretario generale Mlac.

Perché avete scelto di incentivare la progettazione sociale?

Patta: Siamo convinti che la strada maestra per uscire dalla crisi sia la condivisione, mettere insieme risorse e competenze. Nella progettazione sociale la condivisione funziona a vari livelli: nel gruppo che riunisce competenze intorno a un’idea di progetto e nel progetto stesso che ha bisogno di partecipazione di persone per essere realizzato. La condivisione diventa così una chiave di lettura di questo momento e una idea di sviluppo su cui contare.

E’ quello che fanno i progetti che partecipano al bando?

Patta: C’è anche un altro elemento che ci ha fatto piacere riscontrare nei progetti che sono arrivati: un’attenzione alla famiglia che viene colta come soggetto con delle potenzialità da spendere invece di, come normalmente avviene, unicamente destinatario finale di politiche decise da altri. Nei 17 progetti pervenuti per l’edizione di quest’anno la famiglia è invece vista come protagonista e motore di sviluppo.

Il premio è una iniziativa che coinvolge altri soggetti oltre il Mlac: è così?

Patta: Noi assegniamo 4 premi di 3 mila euro ciascuno: uno è finanziato dall’Azione cattolica, due dall’Ufficio di pastorale sociale della Conferenza episcopale italiana e uno da Caritas italiana. Il bando è aperto a tutti, con l’idea di aprire anche a quanti magari non sono vicini agli ambienti ecclesiali e chiede che vengano coinvolte l’Azione cattolica diocesana e le espressioni locali del Progetto Policoro per l’imprenditoria giovanile della Cei. Questa esperienza che si ripete ormai da sette anni, con circa 100 progetti presentati e 30 premiati, ha coinvolto ormai molte realtà diverse sempre nell’ottica di “mettere insieme”, condividere. Riteniamo molto positivo che alcuni dei progetti vincitori abbiano poi trovato le risorse per andare oltre l’anno di svolgimento previsto dal bando, trasformandosi in piccole realtà di imprenditoria.

Qual è l’obiettivo della vostra attività?

Patta: il Movimento vuole dare strumenti che creano occasioni, non solo teoria. Attraverso il bando sulla progettazione sociale incoraggiamo i giovani ad entrare in qualche modo nel mondo del lavoro, senza rimandare tutto al dopo laurea e sperimentando da subito cosa significa, per esempio, rapportarsi a dei colleghi o a un datore di lavoro o come fare una rendicontazione. Un’altra delle nostre proposte è il corso di alta formazione sulla autoimprenditorialità via web che partirà a febbraio con la collaborazione della Focsiv, la federazione di organismi di volontariato internazionali. Chi partecipa stende il suo progetto di impresa con l’aiuto di esperti e imparano a conoscere le potenzialità per la propria impresa del web che non è solo uno strumento di vendita. Siamo consapevoli che oggi le persone hanno bisogno di risposte concrete e non più di tante parole.

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