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La svolta di un ateo dopo la conversione della figlia al cattolicesimo

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Aleteia - pubblicato il 16/01/14
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“Ha avuto il coraggio di dirci che la nostra visione del mondo per lei non era sufficiente”In una lettera apparsa il 15 gennaio sul quotidiano progressista britannico Guardian, James Harrington, giornalista inglese trasferitosi nel 2009 in Francia e che si definisce “ateo tendente all’agnosticismo” e sposato con “un’atea fervente”, racconta come sia cambiata la sua vita da quando la figlia maggiore si è convertita al cattolicesimo.

Battezzato da bambino, James aveva presto lasciato perdere la religione, ma era d'accordo con la moglie sul fatto che la figlia “avrebbe potuto scegliere la vita che voleva, tranne entrare nell’esercito e diventare consacrata” (Tempi, 16 gennaio).

I coniugi Harrington hanno fatto studiare la figlia in una scuola cattolica francese “solo perché un collega mi aveva rassicurato sull’eccellente qualità dell’educazione. E se devo essere sincero era proprio così, non ci siamo mai dovuti lamentare, anzi al contrario, avevamo tutte le ragioni per ringraziare il mio collega”.

A scuola la ragazza ha conosciuto la religione cattolica attraverso l’ora di insegnamento facoltativa. “Ci ha parlato della Genesi, della natività, della crocifissione di Gesù, del Paradiso. Noi invece del Big Bang, degli amici, della famiglia, del cibo, del coniglietto pasquale e della vita moderna”.

“Nonostante la nostra antipatia verso Dio e la creazione, lei aveva ancora il coraggio di dirci in faccia e davanti al sacerdote che la nostra visione del mondo per lei non era sufficiente. Lei crede e voleva essere battezzata e voleva essere cattolica”.

“Non posso negare che quello che lei ha detto a me e mia moglie ha cambiato il nostro percorso compiaciuto, indifferente alla religione e buonista”, ha confessato Harrington.

La conversione della figlia lo ha cambiato, portandolo a “viaggi regolari per assistere a 'lezioni cattoliche'” e ad “andare a Messa la domenica senza sapere quando alzarmi e sedermi, sperando che il prete non venga da me con il microfono durante la predica”.

La ragazza, spiega, “ha fatto un primo passo lungo una strada che, alla fine, dovrà percorrere da sola. Io andrò con lei finché posso, ma lei sa che è il suo viaggio. Sta andando dove io non posso seguirla. Spero solo che la prossima volta che prende una decisione definitiva per la vita si ricordi di quando ci ha detto che aveva fede in qualcosa in cui non credevamo. E che noi abbiamo creduto a lei”.