Ciò che continua a colpire e attirare molti è la sua capacità di entrare nel mondo interiore dell’uomoTanto tempo fa c'è stata una donna che ha vissuto in un'epoca in cui, ancor più di oggi, gli uomini controllavano la storia, spinti da un'insaziabile sete di potere che li portava a scontrarsi in innumerevoli guerre e a sfruttare popoli innocenti. Viveva dietro le mura di un convento di clausura, dove le giungevano tristi notizie che parlavano di lotte anche tra quanti professavano la sua stessa religione e di persone che morivano senza conoscere il Dio che ella amava.
Con queste parole si presenta il V Centenario di Santa Teresa (http://www.paravosnaci.com/), la santa castigliana scrittrice, fondatrice, pedagoga e la prima donna dottore della Chiesa; Teresa di Gesù, di cui il 28 marzo 2015 si festeggeranno i 500 anni dalla nascita.
Per conoscerla meglio abbiamo intervistato il direttore dell'Università della Mistica, il professore carmelitano scalzo (http://mistica.es/) Javier Francisco Sancho Fermín, che da Avila ci rivela aspetti sconosciuti della santa. Questo dottore in Teologia Spirituale è esperto di Edith Stein, docente al Teresianum (www.teresianum.org) di Roma e alla Facoltà del Nord della Spagna, ed è l'attuale direttore del CITeS (Avila), l'Università della Mistica.
Santa Teresa, scrittrice, religiosa, donna attiva, universale. Oggi, 500 anni dopo, può dirci qual è l'attualità di questa santa castigliana?
È una domanda fondamentale, ma difficile da sintetizzare in poche parole. L'attualità di Teresa oggi si fonda soprattutto sulla sua autenticità di ricerca e sulla dimensione esperienziale e testimoniale di ciò che scrive. E quello che probabilmente continua a colpire con grande forza e attira molti ricercatori è la sua capacità di descriverci il mondo dell'interiorità umana e di farci entrare in esso.
In un'epoca come la nostra, in cui tutto l'aspetto istituzionale, includendo quello religioso, è entrato in crisi, abbiamo bisogno di maestri che ci parlino in base all'autenticità di un'esperienza capace di riempire di senso la vita e di trasformarla. Teresa è qui una luce non solo nel cammino spirituale religioso, ma anche nell'ambito umanista e della psicologia. Nessuno come i mistici è capace di approfondire tanto quello spazio interiore dell'essere umano.
Cosa fa sì che questo centenario sia una “questione di Stato”?
Vari personaggi e pensatori del XX secolo, spagnoli e stranieri, come Bergson, Unamuno, Edith Stein…, si sono resi conto che la grandezza del pensiero spagnolo era rappresentata dai suoi mistici. In questo senso, Teresa di Gesù non solo rappresenta un settore religioso della vita, ma la sua opera ha avuto e ha un'incidenza in tutti gli ambiti e in tutte le culture.
È la prima donna dottore della Chiesa e paladina di tutta una corrente spirituale e umanista di ampia influenza internazionale. Che lo Stato spagnolo riconosca questo e lo assuma come un valore che identifica la Spagna non è solo un dovere, ma un obbligo. E il suo coinvolgimento aiuterà a far sì che la figura di Teresa possa essere promossa in molti altri ambiti della vita e della cultura.
Quali aspetti che non sono stati già trattati in altri anniversari verranno sottolineati in questo quinto centenario?
La risposta a questa domanda viene data da un lato dalla peculiare sensibilità della società attuale, dall'altro dai progressi compiuti per comprendere meglio e senza tanti condizionamenti il pensiero e la figura di Teresa.
Quanto alla sensibilità sociale, è chiaro che senza bisogno di forzare affatto la figura di Teresa, ella ha risposte che possono aiutare l'uomo di oggi nella sua ricerca di senso: Teresa è andata fino in fondo per comprendere la dignità dell'essere umano, e in particolare della donna, ha dato un valore fondamentale alla conoscenza di sé, alla necessaria vita interiore, all'autenticità della religione che nasce dall'amore e dal servizio agli altri; ci sono poi il dialogo culturale e interreligioso che favorisce il pensiero teresiano, l'importanza di una meditazione autentica… Sono aspetti centrali nel pensiero teresiano ma che in altre epoche, con sensibilità diverse, non sono stati esposti così chiaramente.
Anche la critica e lo studio dei testi teresiani si sono sviluppati moltissimo negli ultimi decenni, mettendo in evidenza aspetti ignorati e lasciando da parte altri che si ritenevano importanti e che in fondo non lo sono: la certezza che Teresa non fosse una scrittrice occasionale e per obbedienza ma per vocazione e necessità di trasmettere un messaggio, allora una cosa impensabile per la donna; il valore e il senso della clausura, non come norma ascetica, ma per favorire uno spazio di libertà allora così difficile per le donne; le sue ansie missionarie e apostoliche, all'epoca totalmente coartate da una mentalità misogina; le sue origini ebraiche e molti altri aspetti “rivoluzionari” ma concordi con tutto ciò che papa Francesco sta rivendicando per la vita della Chiesa: la misericordia, il confessarsi peccatori, la rottura con gli onori, l'attenzione alla persona, il fatto di vivere la fede partendo dalla relazione personale con Cristo…
La gente cerca molto in Oriente e a volte dimentica la mistica cristiana come quella carmelitana. Perché?
Purtroppo la mistica è stato un elemento del tutto dimenticato in ampi settori della vita della Chiesa, rimanendo limitata a cose strane per gente ancora più strana. Ciò ha relegato i mistici in angoli che solo pochi conoscevano, non la maggioranza dei cristiani, almeno in base a una visione autentica di questi.
Per il nostro centro sono già passate diverse persone che hanno conosciuto i nostri mistici grazie alle religioni orientali e finiscono per cercare in Teresa e Giovanni qualcosa che non riescono più a trovare lì.
È una sfida fondamentale che almeno al Carmelo è già stata presa sul serio in questo nuovo millennio, soprattutto con la creazione ad Avila dell'Università della Mistica. Bisogna rimediare a quello che non si è fatto per secoli, e poter mettere a disposizione di tutti quell'ingente patrimonio che sono i nostri mistici.
Santa Teresa è stata una mistica ma dominava anche l'economia, aspetto più dimenticato. Questo fatto è stato trascurato?
Più che dimenticato era un tema che praticamente non interessava, ma negli ultimi anni questa dimensione è stata ed è tuttora studiata ampiamente. Ci sono anche tesi di dottorato sul tema dell'economia in Teresa e sulla “leadership”, aspetti ai quali la società di oggi è più sensibile. Ci sono stati poi dei congressi di economia nei quali gli osservatori economisti si sono concentrati sulla povertà teresiana come misura per uscire dalla crisi.
La santa viaggiatrice ha lasciato molti luoghi teresiani che si possono visitare ancora oggi. Ci sono novità negli itinerari teresiani per questo centenario?
Questa sarà una delle grandi novità. Per la prima volta si è deciso di unire tutti i municipi dei luoghi di fondazione di Teresa per offrire un itinerario teresiano. L'iniziativa è sorta dall'Ordine dei Carmelitani Scalzi, che nell'ottobre scorso ha concesso a tutti questi municipi un diploma di riconoscimento di Città Teresiana.
Sicuramente dietro questo fatto ci sono interessi soprattutto turistici ed economici, ma c'è l'aspetto positivo di promuovere, potenziare e offrire informazioni a tutti coloro che vogliono percorrere questo itinerario di fondazione tutto o in parte. È una cosa avviata e che si inizierà a promuovere da subito. Poi dovremo elaborare delle guide che diano un contenuto più spirituale a tutto il tragitto.
Traduzione dall'originale spagnolo a cura di Aleteia