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Le anime esistono dall’eternità o sono create insieme al corpo?

creazione di Adamo

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Novena.it - pubblicato il 09/01/14

Il teologo risponde circa il tema della "pre-esistenza" dell'anima nel progetto di Dio
A mio figlio hanno spiegato, al catechismo, che prima di nascere la sua anima esisteva già ed aspettava solo di venire sulla terra grazie a un babbo e a una mamma. Mi è sembrata una bella spiegazione per un bambino, ma mi chedo: se l’anima esiste prima del corpo, quando viene creata? Tutte le anime esistono già dall’eternità? C’è una specie di «parcheggio» dove le anime aspettano prima di essere abbinate a un corpo? Grazie se vorrete aiutarmi a chiarire questo piccolo dubbio.
Graziella Tenti

Risponde padre Athos Turchi, docente di Filosofia alla Facoltà Teologica dell’Italia centrale
Nessuna anima esiste prima di esistere nella forma di essere umano. Ma nella prescienza divina tutto è presente. Questa è la ragione per cui possiamo dire che tutto «pre-esiste», anche quello che non verrà mai all’esistenza, come per esempio Pegaso, il cavallo alato degli dei olimpici.

Il paragone è possibile farlo con i genitori che quando si determinano a «fare» un figlio lo pensano come dovrà essere, e cercano di immaginarselo: ancora non c’è, è certamente diverso da come poi nascerà, e farà altre cose da quello che i genitori avevano immaginato, ma intanto il figlio nella mente dei genitori è già presente. Ovviamente Dio è il creatore e la creatura sarà come egli la vorrà, invece per i genitori sarà diversa, ma insomma l’immagine del figlio è già una prenascita nel desiderio e nell’attesa dei genitori.

Altra considerazione viene dal concetto di «partecipazione». Quando Dio crea un essere, questa nuova creatura è ovviamente diversa da Dio, e per questo si dice che è creata ex-nihilo, dal nulla, infatti il nulla è il diverso da Dio. Ma proprio per questo la creatura viene a partecipare dell’esser divino per esistere in quanto non c’è altro essere che Dio stesso.

È un concetto un po’ complicato quello di partecipazione, ma in qualche modo vuol dire che Dio per farci esistere ci «innesta» in se stesso. Agostino dice: ci penetra e ci circonda, per dire quanto siamo intimi, o meglio quanto Dio stesso è intimo a noi. Non che Dio ritagli parte del suo essere per darci esistenza, ma siccome l’essere unico è il suo, in qualche modo abbiamo necessità di parteciparlo.Lasciamo perdere la spiegazione di cosa voglia dire in concreto «partecipare» di non facile comprensione, ma l’idea il termine ce la offre.

Ora la Chiesa quando dice che esistiamo in Dio si appella a questi concetti: noi in qualche modo esistiamo nella mente divina e non solo come esseri, ma anche come storia di tutta la nostra vita. Dio ha presente chi siamo e cosa faremo, cosa penseremo e cosa sceglieremo, perché tutto è presente nella mente divina, a tal punto che nella mente divina siamo ancor più presenti che non noi stessi a noi. Infatti per noi, quando viviamo, il futuro è più o meno misterioso, ma non a Dio, e perciò la nostra presenza in Dio è più definita che non nella nostra stessa vita terrena.

Dunque è vero che prima di nascere non esistiamo concretamente, ma esistere nella mente di Dio e essere già presenti e oggetti dell’amore, della volontà, della deliberazione divina forse è già un’esistenza più che reale. Dio non ha armadi dove tiene tutte le anime e tira fuori quella che crede meglio per la bisogna, ma ha già nella sua prescienza deciso chi verrà all’esistenza, e per quell’anima è disposto anche a dare la sua vita. E questo ci dice quanto nella deliberazione divina siamo reali.

Infine vorrei solo ampliare il discorso per indicare la grandezza dell’amore divino. Nell’ottica che abbiamo proposto, misteriosamente Dio ha scelto di far venire alla luce tante anime, o tanti bambini, anche da situazioni violente, assurde, per errori e cattiverie, non solo ma ha scelto anche quei bambini mai nati. Addirittura aveva in mente tutto questo anche quando deliberava di «creare» anime che appena create sarebbero per la durezza umana tornate a lui dopo poche settimane. Come dice Tommaso: Dio è capace di trarre il bene da qualsiasi forma di male che l’uomo può architettare e praticare, perché nel cuore divino nulla è casuale, nulla è erroneo, e nulla è senza senso. Per cui la cattiveria umana, non solo non può contrastare il bene divino, ma non può essere attribuita a Dio, perché al contrario Dio è sa controbattere col suo bene ogni e qualsiasi efferato male umano.

Nel cuore divino, insomma, il male è anticipato e trasformato in bene, questo significa essere presenti in Dio ben prima della nascita anche se non ancora concretamente esistenti.

Qui l’articolo originale

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