Quando un nuovo mezzo di comunicazione penetra la rete mondiale, trasforma il mondo
La mia forma corporea da qualche sostanza naturale,
ma una qualche forma quale gli orefici greci fanno
d’oro battuto e smalto dorato
per tener desto un Imperatore sonnolento;
oppure seduto in cima a un ramo d’oro canterò
ai Signori e alle Signore di Bisanzio
del passato, o di ciò che sta passando o che verrà.
W. B. Yeats, “Navigando verso Bisanzio”
Negli ultimi decenni abbiamo immerso la cultura occidentale, e in realtà tutte le civiltà del mondo, in un nuovo tipo di cultura, una cultura di cacciatori incorporei dell’informazione. Quando l’informazione era semplicemente contenuto di un ambiente, l’esperto raccoglitore di informazioni la faceva da padrone; ora la raccolta è inutile. Tutto è immediatamente disponibile ovunque. La navigazione e la caccia sono le abilità principali dei nomadi. Come i loro antenati del Paleolitico, i nostri neonomadi vanno, in forma elettronica, dove si trova il gioco. L’ambiente da informazione elettronica prende tutta l’era neolitica come contenuto e rende tutti noi cacciatori nomadi.
La Chiesa ha sempre sostenuto la dottrina delle anime individuali e della salvezza privata, che presuppone una base di identità privata e responsabilità individuale. Ultimamente, però, il mondo occidentale ha cambiato completamente rotta, complici gli effetti dei nuovi media. L’identità individuale privata non può più essere data per scontata nel mondo ad alta partecipazione di Internet e delle tecnologie interattive. In questa situazione, perfino l’idea della salvezza privata perde gran parte del suo significato e del suo interesse.
All’inizio del XX secolo, Elias Canetti ha scoperto che ci sono solo due tipi di folla, aperta e chiusa, affermando che questi due tipi sono gli stessi ovunque, indipendentemente dalla cultura, dalla lingua o dall’era. La folla aperta, la folla naturale, è ovunque spontanea, ha dichiarato. È programmata con la necessità di crescere, e ha il terrore di ristagnare o di diventare più piccola.
"Quando esiste, vuole avere più membri: il desiderio di crescere è il primo e supremo attributo della folla [aperta]" (Crowds and Power, Trans., Carol Stewart (Victor Gollancz, 1962; Viking, 1963).
La folla aperta è intrinsecamente instabile. La folla chiusa, dall’altro lato, è caratterizzata dalla stabilità: “La folla chiusa rinuncia alla crescita e pone l’accento sulla permanenza”, afferma Canetti. Parlando in generale, l’Occidente rappresenta la folla aperta; l’Oriente appare come un mosaico di folle chiuse. Qualsiasi culto è una folla chiusa. Si tratta di folle fisiche, in uno spazio fisico.
Oggi almeno un terzo della popolazione mondiale partecipa sistematicamente a folle metafisiche. Non si può comprendere questa nuova situazione usando un qualsiasi punto di riferimento familiare, come la classificazione, il campionamento di popolazione o il paragone di luoghi… Solo la causa formale servirà a delucidare come operano gli ambienti. I media elettronici sfidano profondamente le basi stesse dell’identità individuale ogni volta che ci trasformano in pubblici di massa (folle elettroniche). La base dell’identità privata sta diventando rapidamente irrilevante per l’esperienza contemporanea in Occidente.
La nuova folla elettronica ha otto caratteristiche principali.
1. La folla elettronica (o pubblico di massa) è invisibile, composta com’è di intelligenze de facto senza corpi. La persona media utilizza quotidianamente i media interattivi dal telefono a Internet, venendo trasformata in bit di informazione elettrica. Questa decorporeizzazione fa la parodia alla condizione degli angeli e contribuisce al disorientamento che la gente prova nel mondo materiale.