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Papa Francesco scrive a una ragazza spagnola con cancro alle ossa: “Non ti abbattere”

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insider

Alfa y Omega - pubblicato il 20/12/13

"Dirò al Signore di continuare ad aiutarti e di accrescere l'entusiasmo e la fiducia che traspaiono dalla tua lettera"

Questo martedì, Cristina ha affrontato la sua 15ª sessione di chemioterapia con forze rinnovate grazie alla lettera di papa Francesco che aveva appena ricevuto. Gli aveva scritto qualche settimana prima parlandogli della sua malattia e della sua ormai prossima Cresima. Il Santo Padre riconosce che la sua forza gli ha fatto “molto bene”. Con l’avvicinarsi del Natale, le augura di vivere questi giorni “particolarmente unita a San Giuseppe e a Nostra Signora”, preparandosi “a ricevere Gesù con lo stesso amore” con cui l’hanno accolto loro.

Carissimo papa Francesco:

Mi chiamo Cristina Sesé de Lucio, ho 17 anni e le scrivo da Madrid (Spagna). Vivo con i miei genitori, María Jesús ed Ernesto, e con le mie sorelle Begoña, di 21 anni, e Irene di 13. Sto seguendo il 2º anno di baccalaureato presso il Colegio Sagrada Familia.

La mia vita era come quella di qualsiasi ragazza della mia età fino all’aprile scorso, quando il giorno 4 mi hanno diagnosticato il sarcoma di Ewing, un cancro alle ossa. Era localizzato nella zona centrale del femore destro, circa 10 centimetri. Dopo i primi momenti di preoccupazione, tutta la famiglia ha deciso di affidarsi alle mani di Dio e dei medici.

L’8 agosto mi hanno operato per eliminare l’osso con il cancro, sostituendolo con una protesi. Attualmente cammino con le stampelle e sto molto meglio. Prendo forza per andare avanti. Mi opereranno di nuovo per togliermi la protesi e farmi un innesto di osso per tornare ad avere una certa normalità.

L’inizio non è stato facile, ma ho sempre ricevuto il sostegno da Gesù, che sento nella mia vita. È stata subito organizzata una catena di preghiera per me e la mia famiglia, e questo ci ha sempre confortato.

Il cancro mi ha limitato fisicamente, per cui ora ho bisogno di un aiuto costante, ma non ho smesso di pregare o di studiare, né di condurre una vita normale, soprattutto grazie allo sforzo di tutta la mia famiglia tanto cristiana.

In questi mesi è stato fondamentale anche il mio gruppo cristiano, che mi ha aiutato a confidare ancor di più nel Signore, e mi ripeto molte volte al giorno: “Quando Dio vuole, come Dio vuole, dove Dio vuole”.

Egli permette la malattia, e quindi la mia, ma anche la cura, e malgrado tutto non posso smettere di sentirmi fortunata. Offro la mia malattia al Signore e metto la mia sofferenza ai piedi della croce.

Lo sento dentro di me e so che mi cerca in ogni sforzo che devo compiere quotidianamente. In ogni gesto della mia famiglia, delle mie amiche, dei miei professori, il Signore mette la mano perché non cada e perché un giorno possa dire che tutto mi è servito per essere più forte ed essere testimone per annunciare Gesù agli altri.

In futuro mi piacerebbe poter aiutare le persone che attraversano situazioni simili alla mia.

Il prossimo 30 novembre riceverò il sacramento della Confermazione insieme a 18 compagni della mia età. Chiedo al Signore con tutte le mie forze, anche se sono debole a causa della malattia, che lo Spirito Santo mi illumini per essere testimone della fede e riflettere Gesù nel corso della mia vita.

Con umiltà le chiedo, Santità, la benedizione per questo gruppo di giovani cristiani trepidanti di fronte a un passo così importante verso Dio. Grazie di cuore per la sua vita, papa Francesco. Come ci ha insegnato, io prego per Sua Santità, e per favore preghi anche lei per me.

Cristina

Vaticano, 3 dicembre 2013

Cara Cristina:

Sono stato molto felice di ricevere la tua lettera del 20 novembre. Che il Signore ti ripaghi per la tua delicatezza. Mi ha fatto molto bene percepire la forza con cui stai affrontando questo periodo della tua vita, sicuramente particolare: sono momenti difficili.

Per favore, non ti abbattere. La malattia, se la guardiamo con spirito di fede, è una scuola in cui impari a conoscere profondamente il Cuore di Dio, che trabocca tenerezza. Impari a conoscere gli altri, perché quando il vento soffia a favore tutti sono risate e auguri. È nel dolore che si scopre dove sono i veri amici e le persone che ti amano davvero. E infine, anche se non è meno importante, nella malattia si impara a conoscersi meglio e ci si rende conto che il Signore non ti abbandona, ma anzi ti dà una serie di risorse interiori per affrontare l’avversità, al punto che la persona stessa si meraviglia. Se a tutto questo, come mi dici nella tua lettera, aggiungi che pochi giorni fa hai ricevuto la luce dello Spirito Santo nel sacramento della Confermazione, è il massimo. Questo dono di Dio ti aiuti ad essere una cristiana migliore e una donna sempre più coraggiosa, che guarda la vita senza complessi. Sai bene che Dio non ti deluderà mai.

Ti assicuro che hai la mia vicinanza e la mia preghiera. Pregherò per te e dirò al Signore di continuare ad aiutarti e di accrescere l’entusiasmo e la fiducia che traspaiono dalla tua lettera. Da parte tua, non dimenticarti di pregare per me: sola, ma anche con la tua famiglia e con gli amici che hai conosciuto nella parrocchia di Santa Ana e La Esperanza e nel Colegio Sagrada Familia. Non vi lasciate rubare la gioia.

Saluta da parte mia i medici che ti curano. Non dubito che metteranno al tuo servizio il meglio di sé. Un saluto anche ai tuoi genitori, María Jesús ed Ernesto, alle tue sorelle Begoña e Irene, ai tuoi professori e al tuo parroco, padre Ángel.

Mentre si avvicina il Natale, ti auguro che siano giorni pieni della grazia e della gioia di Dio, e di viverli particolarmente unita a San Giuseppe e a Nostra Signora. Preparati a ricevere Gesù con lo stesso amore con cui l’hanno accolto loro.

Gesù ti benedica e la Vergine Santa abbia cura di te. E per favore, prega per me.

Con affetto, Francesco

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