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La cultura produce occupazione e benessere

Salone del Libro Torino

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Chiara Santomiero - Aleteia Team - pubblicato il 18/12/13

Secondo il rapporto di Unioncamere, ogni euro speso per la cultura in Piemonte ne genera in media 1,7

Una buona notizia dal Piemonte: investire nella cultura non soltanto non è un'impresa disperata, come a volte sembra, ma può generare profitto e occupazione. La cultura in Piemonte vale infatti 6,4 miliardi e genera un indotto di 11,5 miliardi, raggiungendo quota 18 miliardi quasi un sesto (16,5%) del Pil regionale. Gli occupati sono ben oltre le 120 mila unità e le imprese oltre 33 mila.Lo ha evidenziato il rapporto “La cultura che stimiamo. Stimiamo la cultura” realizzato per il secondo anno da Unioncamere Piemonte, Camera di commercio di Torino, Compagnia di San Paolo, Finpiemonte S.p.A., e Osservatorio culturale del Piemonte.

In tempo di crisi il settore della cultura piemontese è riuscito addirittura a registrare una crescita, anche se modesta: lo 0,4%, con una crescita del numero delle imprese del 2,1%. Ma ancora più significativo è l’aumento dell’occupazione +1,6%, in un momento in cui quasi dappertutto c’è il segno meno (Alinews, 18 dicembre).

I dati sono interessanti non solo per quello che affermano ma anche per ciò che promettono. Secondo Alessandro Barberis, Presidente della Camera di commercio di Torino: “se sono infatti già di per sé rilevanti i 6,4 miliardi di valore aggiunto generati direttamente, addirittura in crescita rispetto all’anno precedente, lo sono ancor di più i 18 miliardi di ricadute trasversali. Investire in cultura non è dunque un lusso per pochi, ma una ‘fabbrica’ di benessere e occupazione per tutti i settori economici locali” (Italialavoro, 18 dicembre).

In pratica, ogni euro prodotto da una delle attività culturali del Piemonte, ne genera mediamente 1,7. Non è del tutto una sorpresa: in passato era stata già misurata la ricaduta positiva del Salone del Libro per il quale la Camera di commercio aveva stimato che generava 12,5 euro di spesa diretta mentre la ricaduta indiretta sul sistema economico di Torino e del Piemonte era pari a 33,3 euro.
Grande partecipazione hanno registrato altri eventi  come «Artissima», «Contemporary Art» e il «Torino Film Festival» che hanno portato alla conseguenza di alberghi e ristoranti tutti esauriti (La Stampa.it 18 dicembre).

La cultura ha un effetto “moltiplicatore del turismo”: se nel 2012, evidenziano ancora i dati del report, si sono spesi per turismo in Piemonte 3.669,3 milioni, il 47,1 per cento di questo totale era stato innescato dall’industria culturale. Ed è la miglior performance d’Italia.

Dal punto di vista della capacità del sistema culturale di incidere sull’economia delle singole regioni, il Piemonte occupa la quinta posizione, dopo Lazio, Marche, Veneto e Lombardia. Scendendo nel dettaglio dei quattro macro-settori di attività in cui si articola il sistema produttivo culturale (industrie creative, industrie culturali, performing arts e arti visive e patrimonio storico-artistico), sono le industrie creative e culturali – quelle legate al design, l’architettura, il settore multimediale – a contribuire in misura più rilevante alla creazione del prodotto e dell’occupazione del sistema culturale piemontese. Le quote si attestano rispettivamente al 46,3% e 49,0% per il valore aggiunto e al 49,4% e 44,8% per l’occupazione. Appare, invece, decisamente più contenuto l’apporto fornito dalle performing arts e arti visive, ovvero gli spettacoli dal vivo che comunque producono in Piemonte 400 milioni di euro (3,7% del valore aggiunto e 4,6% di occupazione) e soprattutto dalle attività legate al patrimonio storico-artistico (1,0% e 1,2%) (Lo Spiffero, 17 dicembre).

I dati globali però, vanno benissimo e nei prossimi anni le cifre potrebbero anche migliorare tenuto conto del programma «Europa Creativa» che sosterrà cultura e creatività con un budget di 1,46 miliardi di euro. La Regione garantisce che per il 2014 sono a disposizione un milione e 71 mila euro in più perché si stanno anche estinguendo i debiti pregressi. Visto che si è scoperto che con la cultura il Piemonte ci mangia, è un buon investimento (La Stampa.it 18 dicembre).

E un buon esempio da seguire per molte altre regioni.

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