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Internet, per la Chiesa è “missione” possibile

Internet per la Chiesa è missione impossibile

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Davide Maggiore - Aleteia Team - pubblicato il 11/12/13

Cristiani in Rete, nuova evangelizzazione e falsi ‘oracoli’ moderni: dialogo con padre Giulio Albanese e Sergio Pillon, autori di “Cliccate e troverete”

“È importante (…) saper dialogare, entrando, con discernimento, anche negli ambiti creati dalle nuove tecnologie, nelle reti sociali, per far emergere una presenza, una presenza che ascolta, dialoga, incoraggia. Non abbiate timore di essere questa presenza, portando la vostra identità cristiana nel farvi cittadini di questo ambiente”. Così Papa Francesco, a settembre, si rivolgeva ai partecipanti all’assemblea plenaria del Pontificio consiglio delle Comunicazioni Sociali, invitandoli, anche nelle reti virtuali, come sulle strade del mondo, a camminare “col pellegrino esistenziale come Gesù camminava con quelli di Emmaus, riscaldando loro il cuore”.

Oggi per la Chiesa Internet non è un continente sconosciuto (prima di Francesco, anche Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno dato impulso alla sua ‘esplorazione’), ma per andare veramente incontro all’invito del Pontefice, l’evangelizzazione digitale deve tenere conto di circostanze diverse da quelle che si sono trovati e si trovano di fronte i missionari d’Africa, d’Asia, d’Oceania o delle Americhe. “La missione avviene necessariamente in un determinato contesto culturale – dice ad Aleteiapadre Giulio Albanese, sacerdote comboniano e giornalista – e quello che oggi ci appartiene è quello della globalizzazione”.

Chi si occupa di comunicazione, prosegue, fa i conti con “una società dove tutto schizza via alla velocità della luce, dove i termini di riferimento dal punto di vista concettuale e ideale non sono gli atomi, ma i bit”. Questo produce “un condizionamento, nel bene e nel male, che riguarda il nostro stesso modus vivendi” e di fronte ad esso “come cristiani, non possiamo stare alla finestra a guardare, ma, soprattutto non possiamo pensare che la Rete sia semplicemente qualcosa di strumentale”, conclude padre Albanese. Anche il ‘continente digitale’ è terra di missione.

D’accordo con il missionario comboniano è Sergio Pillon, medico che, da esperto di telemedicina, conosce bene le nuove tecnologie ed è autore, insieme proprio a padre Albanese, del libro “Cliccate e troverete” (Infinito Edizioni). “In Rete – sottolinea – il modo in cui si comunica a volte conta ancora più del contenuto”. Questo, naturalmente non significa svalutare il cuore dell’annuncio evangelico, ma, al contrario ricordare che – come ogni missionario – anche chi si muove in internet e dintorni deve conoscere bene la lingua e le usanze ‘locali’ per poter trasmettere il proprio messaggio. Anche perché molte sono le voci a cui può dare ascolto chi cerca risposte nel web.

Non diversamente dai naviganti dell’antichità, anche quelli virtuali hanno “nuovi oracoli, che vengono consultati prima di fare qualunque cosa”, dice il dottor Pillon: Google e gli altri motori di ricerca ne sono un esempio. I risultati che ci vengono restituiti, però, non rispecchiano necessariamente la verità, ma semplicemente il migliore o peggiore ‘posizionamento’ dei diversi siti, secondo un algoritmo ben preciso. Il rischio, chiarisce Pillon, è che i ‘nuovi oracoli’, a differenza di quei missionari che cercano di essere “la voce dei senza voce”, siano semplicemente “quella di chi urla più forte”. Il discorso è simile per quanto riguarda i social network, ma non bisogna spaventarsi se Facebook è per giovani e giovanissimi di oggi “quello che una volta era l’oratorio”, dice Pillon. “Dipende dagli occhi con cui lo si guarda: può essere un’opportunità da un certo punto di vista ma un problema se visto nel modo sbagliato”.

Ad indicare una strada possibile è un altro discorso recente di Papa Francesco, quello indirizzato, pochi giorni fa, al Pontificio Consiglio per i Laici, che nella sua plenaria ha scelto il tema «Annunciare Cristo nell’era digitale». Anche quando ci si dà questo compito, ha ricordato il Santo Padre “si tratta anzitutto di incontrare donne e uomini reali, spesso feriti o smarriti, per offrire loro vere ragioni di speranza”. “L’annuncio – ha continuato il Pontefice – richiede relazioni umane autentiche e dirette per sfociare in un incontro personale con il Signore”.

Quella richiesta dal Papa, per padre Albanese è “un’assunzione di responsabilità” che richiede “di abbandonare l’individualismo” e di non muoversi in Rete “come navigatori solitari”. Al contrario, da cristiani e da missionari, sintetizza il sacerdote comboniano “bisogna prendere coscienza del fatto che dietro a ogni computer, comunque, c’è sempre una persona creata a immagine e somiglianza di Dio”.

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