L'edizione di quest'anno, dal titolo “L’Italia Sottosopra”, con l’ausilio di circa 50 mappe, mette a fuoco in particolare gli effetti della crisi sui bambini, documentando con elaborazioni e dati inediti sia a livello nazionale che regionale, il drammatico incremento della povertà economica, abitativa, educativa in parallelo con la drastica riduzione di risorse destinate ai servizi sociali, alla salute, alla scuola e il mancato investimento sul giovane “capitale umano”, cioè sulla formazione, istruzione e conoscenza delle giovani generazioni.
L’Atlante propone però anche delle misure ed esperienze positive che, se portate a sistema, avrebbero la capacità di modificare gli attuali sconfortanti scenari e ridare futuro e speranza ai bambini e al paese nel suo complesso. (Save the Children Italia, 10 dicembre)
Alla presentazione deL’Italia Atlante dell’Infanzia (a rischio) in Italia sono intervenuti, tra gli altri: Claudio Tesauro (Presidente Save the Children Italia,) Valerio Neri (Direttore Generale Save the Children Italia), Giulio Cederna (Curatore dell’Atlante), Enrico Giovannini (Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali), Vincenzo Spadafora (Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza), Linda Laura Sabbadini (Direttore Dipartimento Statistiche Sociali ed Ambientali ISTAT).
Gli autori dell'Atlante lo definiscono il più amaro dal 2010 per le cifre e il costante peggioramento del mondo dell'infanzia in un paese come l'Italia. Secondo il rapporto infatti sono oltre 1 milione i minori che vivono in povertà assoluta, vale a dire il 30% in più nel 2012, pari cioé ad 1 minore su 10. A questo si aggiungono 1 milione e 344 mila che vivono in condizioni di disagio abitativo; 650.000 in comuni in default o sull'orlo del fallimento, e per la prima volta è di segno negativo la percentuale di bambini presi in carico dagli asili pubblici, scesa dello mezzo punto percentuale, ulteriore segnale della crisi del welfare comunale. Il 22,2% di ragazzini è in sovrappeso e il 10,6% addirittura in condizioni di obesità: questo accade perché il cibo di qualità costa di più e le famiglie con figli hanno ridotto i consumi e gli acquisti anche alimentari a causa della crisi economica. Bem 1 bambino su 3 non può permettersi un apparecchio per i denti, e sono appena 11 gli euro mensili che le famiglie più disagiate hanno a disposizione come budget per libri e scuola: il gap con il 10% delle famiglie più benestanti è venti a uno. Questa differenza nella spesa (anche privata) sull'istruzione si riverbera sui risultati dei test internazionali: sui 24 paesi Ocse Italia ultima per competenze linguistiche e matematiche nella popolazione 16-64 anni e per investimenti in istruzione: +0,5% a fronte di un aumento medio del 62% negli altri paesi europei (Ocse). Non a caso in Italia anche uno dei più gravi tassi di disoccupazione giovanile e di abbandono scolastico (Repubblica, 10 dicembre).
La cura secondo la stessa Save the Children è "investire in formazione e scuola di qualità”. "La recessione non è iniziata soltanto 5 anni fa in conseguenza della crisi dei mutui subprime o degli attacchi speculativi all'euro – conclude Neri – ma affonda le sue radici nella crisi del capitale umano, determinata dal mancato investimento, a tutti livelli, sui beni più preziosi di cui disponiamo: i bambini, la loro formazione e conoscenza. Sotto questo aspetto, l'Atlante non offre solo una mappa di ciò che non va, ma mostra bene in controluce ciò che si può e si deve fare per rimettere a posto le cose" (Avvenire, 10 dicembre).