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Solo la bellezza di Maria salverà il mondo

Massimo Introvigne - La nuova Bussola quotidiana - pubblicato il 09/12/13

Papa Francesco: "L’Immacolata è inscritta nel disegno di Dio; è frutto dell’amore di Dio che salva il mondo"

L’8 dicembre 2013 Papa Francesco ha reso il tradizionale omaggio alla Madonna a Piazza di Spagna, e all’Immacolata ha dedicato anche l’Angelus di mezzogiorno. Nei due appuntamenti il Papa ha invitato a fissare il nostro sguardo sulla bellezza della Madonna, «piena di grazia», e a meditare su che cosa significa questa bellezza per noi. Francesco continua così le meditazioni avviate nell’esortazione apostolica «Evangelii gaudium», che molto devono al suo predecessore Benedetto XVI, sulla «via pulchritudinis», la «via della bellezza», e dello sguardo rivolto alla bellezza come cuore dell’evangelizzazione in un’epoca di crisi della fede.

Il significato profondo dell’Immacolata, ha detto il Pontefice all’Angelus, è che Dio ha voluto contemplare per primo, prima di tutti noi, la bellezza di Maria. Questa ragazza di Nazareth viveva «nella periferia dell’impero romano e anche nella periferia di Israele. Un paesino. Eppure su di lei, quella ragazza di quel paesino lontano, su di lei, si è posato lo sguardo del Signore». In virtù di questo sguardo la Madonna è realmente immacolata. «Maria è stata preservata dal peccato originale, cioè da quella frattura nella comunione con Dio, con gli altri e con il creato che ferisce in profondità ogni essere umano. Ma questa frattura è stata sanata in anticipo nella Madre di Colui che è venuto a liberarci dalla schiavitù del peccato. L’Immacolata è inscritta nel disegno di Dio; è frutto dell’amore di Dio che salva il mondo».

Questo non significa, ha insistito il Pontefice, che la vita di Maria sia stata facile. È stata preservata dal peccato, non dalla sofferenza. E, nelle difficoltà e nelle sofferenze, che ha condiviso con noi – mentre non ha condiviso il peccato originale – ci è vicina. «Il mistero di questa ragazza di Nazareth, che è nel cuore di Dio, non ci è estraneo. Non è lei là e noi qui. No, siamo collegati».  Noi sperimentiamo, a differenza della Madonna, le tristi conseguenze del peccato. Eppure San Paolo ci assicura che Dio «ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati» (Ef 1,4). «Anche noi, da sempre – commenta il Papa -, siamo stati scelti da Dio per vivere una vita santa, libera dal peccato». Non siamo mai interamente fedeli a questo progetto di Dio su di noi, ma Dio ci aspetta – specialmente nel sacramento della Penitenza – e ci perdona.

La meditazione sull’Immacolata dev’essere però occasione per ricordare «il nostro destino più vero, la nostra vocazione più profonda: essere amati, essere trasformati dall’amore, essere trasformati dalla bellezza di Dio. Guardiamo lei, nostra Madre, e lasciamoci guardare da lei, perché è la nostra Madre e ci ama tanto; lasciamoci guardare da lei per imparare a essere più umili, e anche più coraggiosi nel seguire la Parola di Dio; per accogliere il tenero abbraccio del suo Figlio Gesù, un abbraccio che ci dà vita, speranza e pace».

Ecco, allora, che nella preghiera a Piazza di Spagna la contemplazione della bellezza di Maria si fa preghiera, in «confidenza e amore», per Roma di cui la Madonna è «custode», per l’Italia, per tutta la Chiesa. «Tu sei la Tutta Bella, o Maria! Il peccato non è in Te», ripete il Papa citando l’antica preghiera «Tota pulchra es Maria», che risale al quarto secolo. Sono quattro i frutti di questa meditazione che il Papa chiede all’intercessione della Madonna: «nella nostra parola rifulga lo splendore della verità, nelle nostre opere risuoni il canto della carità, nel nostro corpo e nel nostro cuore abitino purezza e castità, nella nostra vita si renda presente tutta la bellezza del Vangelo». Nella Madonna davvero il vero, il buono e il bello convergono. La via della bellezza passa per Maria, e apre alla verità, alla bontà, alla castità, alla carità.

Percorriamo la via della bellezza contemplando la natura e l’arte – quanti artisti hanno raffigurato la Madonna – ma soprattutto contemplando e imitando la bellezza del Vangelo che si fa vita e opere, in Maria e in tanti santi. La nostra vita è bellezza se riusciamo a «rimanere in ascolto attento della voce del Signore: il grido dei poveri non ci lasci mai indifferenti, la sofferenza dei malati e di chi è nel bisogno non ci trovi distratti, la solitudine degli anziani e la fragilità dei bambini ci commuovano, ogni vita umana sia da tutti noi sempre amata e venerata». «Ogni vita umana» – il Papa ne ha parlato diverse volte nelle ultime settimane -, comprese quelle troppo spesso dimenticate dei nascituri e dei malati gravi, vittime di una «cultura dello scarto» con l’eutanasia.

Della crisi della nostra civiltà si possono dire tante cose. Ma l’8 dicembre è il giorno per riaffermare che alla fine sarà la bellezza del cristianesimo, la bellezza del Signore, la bellezza della Madonna, sarà «questa divina bellezza a salvare noi, la nostra città, il mondo intero».

Articolo tratto da La Nuova Bussola Quotidiana

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