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Volontariato: denunciare il presente per costruire il futuro

giovani volontari al lavoro – it

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Chiara Santomiero - Aleteia Team - pubblicato il 06/12/13

Celebrata la Giornata internazionale del volontariato: in Italia sono più di 300 mila le istituzioni non profit

E' stata la Risoluzione 40/212 dell'Assemblea generale degli Stati Uniti ad istituirla il 17 dicembre 1985: la Giornata internazionale del Volontariato è stata celebrata il 5 dicembre con lo slogan, per l'Italia, “Volontario, prima persona plurale”. Si terrà invece sabato 7 dicembre la consegna del Premio del volontariato internazionale 2013, appuntamento organizzato dalla Focsiv (Federazione organismi cristiani servizio internazionale volontario) e giunto alla XX edizione. Il premio di quest'anno sarà assegnato a Rosario Volpi, 34 anni, originario della provincia di Trapani e da sei anni in Madagascar con l'Onlus Educatori senza frontiere.

Il valore dell'attività di volontariato non sta tanto in ciò che si fa, anche se serve per portare aiuto in situazioni difficili o per stare accanto a persone che vivono situazioni di bisogno, quanto nello spirito di ciò che si fa che diventa “segno” nei contesti in cui si opera. "Quello che abbiamo premiato – ha affermato il Presidente Focsiv Gianfranco Cattai – non è certo solo il lavoro di Rosario, per quanto questo sia molto importante per le ricadute sul tessuto sociale della comunità malgascia. Ma il modo con cui Rosario porta avanti ogni giorno il suo impegno di volontario, quale persona motivata che trova nei valori cristiani la forza per non arrendersi. E' quell'esempio di testimone di speranza di cui nelle periferie urbane e umane c'è tanto bisogno, sia nei Paesi del Sud che del Nord del mondo. Nel contesto di crisi globale che stiamo vivendo, abbiamo tutti bisogno di testimoni; e i volontari come Rosario sono un esempio da valorizzare di giovani positivi capaci di costruire speranza" (Repubblica.it 6 dicembre).

Secondo il Censimento delle istituzioni non profit, recentemente realizzato dall’Istat, sarebbero ben 301.191 le istituzioni non profit attive in Italia, tanto da configurarsi come la principale realtà produttiva del Paese nei settori dell’assistenza sociale (con 361 istituzioni non profit ogni 100 imprese) e delle attività culturali, sportive, di intrattenimento e divertimento (con 239 istituzioni non profit ogni 100 imprese) (news.leonardo.it 5 dicembre).

In Italia la partecipazione ad attività di volontariato sarebbe inoltre in costante crescita: secondo i dati Istat, in poco meno di 20 anni la percentuale di persone che si dedicano al volontariato è infatti passata dal 6,9% al 10%. Nel 2011, secondo le stime dell’Istituto di statistica, sono stati più di 5 milioni gli italiani che hanno svolto una qualche attività gratuita presso un’associazione di volontariato. Inoltre, secondo una ricerca pubblicata nel 2011 (“La valorizzazione economica del lavoro volontario nel settore non profit” di Istat e Cnel) il valore economico delle attività volontarie in Italia è pari a quasi a 8 miliardi di euro. L’incremento della quota di persone che svolgono attività di volontariato ha riguardato soprattutto alcune fasce d’età: i giovani e gli anziani. Gli over sessantenni sono aumentati, dal 1993 al 2011, di oltre 7 punti percentuali, mentre i giovani di oltre 3 punti, con picchi di 6 per i 18-19enni. A livello territoriale, gli abitanti del Nord-Est sono i più sensibili alle tematiche del volontariato. È questa la zona d’Italia dove si regista la percentuale più alta sia di persone che hanno svolto attività gratuita per una qualche associazione di volontariato, sia di quelle che hanno versato del denaro a favore di istituti o enti no profit, ed è sempre qui che nel 2011 si è registrato il numero più alto di donazioni di sangue ogni 1000 abitanti (news.leonardo.it 5 dicembre).


Tuttavia, nonostante i dati Istat illustrino un trend positivo, nel confronto internazionale l’Italia si colloca in fondo alla classifica. Secondo uno studio commissionato dall’Unione Europea, il nostro paese, assieme a Bulgaria, Grecia e Lituania, farebbe parte del gruppo di nazioni europee caratterizzate da una bassa partecipazione al volontariato, con percentuali che si attestano al di sotto del 10%, valori ben più bassi di quelli registrati, ad esempio, da Olanda, Austria, Svezia o Regno Unito dove la partecipazione supera il 40% (news.leonardo.it 5 dicembre).

La prima e unica legge sul volontariato emanata in Italia risale al 1991 e non è stata mai aggiornata, risultando oggi per molti versi superata. Questo e altri motivi – come mai, si chiede l'economista Stefano Zamagni sulle pagine di Avvenire (6 dicembre), da 10 anni l'adesione di giovani al volontariato è in calo? Forse è voglia di “vero” volontariato e non di attività svolte per altri fini, per quanto legittimi – devono indurre ad una riflessione sul senso dell'agire volontario e sulla sua stessa identità.

Secondo Zamagni il volontariato non deve venire meno alla sua vocazione “profetica”. “Profeta, – spiega l'economista – non è colui che anticipa il futuro, ma chi con coraggio e passione denuncia il presente”. La seconda funzione del volontariato, che non può occupare il posto di altre realtà come l'impresa o la cooperativa sociale a pena di snaturamento, è quella di “anticipare le modalità di soluzione dei problemi emergenti nella società”. “Il volontariato – aggiunge Zamagni – è il soggetto che più di ogni altro mette in pratica il principio di reciprocità, che corrisponde a un 'dare senza prendere' e a un 'prendere senza togliere'. Quando viene meno questa componente fondamentale alimentata dall’agire volontario, una società può dirsi prossima al declino, al collasso” (Avvenire 6 dicembre).

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