Gli adolescenti tendono a praticare poco sport già a partire dagli 11 anni. I "primi della classe" sono i bambini tra 6 e 10 anni
Dopo l’allarme obesità nei bambini, i pediatri lanciano l’allarme sul poco sport praticato dagli adolescenti che sembrano aver consumato un vero e proprio “divorzio” con l’attività fisica con rilevanti conseguenze sulla salute. In occasione degli Stati Generali della Pediatria celebrati in concomitanza con la Giornata Mondiale del Bambino e dell’Adolescente, la Società italiana di pediatria (Sip) ha segnalato come l’allontanamento dalla pratica sportiva – attestatosi in precedenza tra i 14 e i 15 anni – inizi ormai già a 11 anni. Infatti tra il 2011 e il 2012 la quota di praticanti continuativi è diminuita persino nella fascia d’età 11-14 anni, passando dal 56% al 53,4%. Percentuale che tra i 15 e i 17 anni diventa del 48,5% e si assesta 14 punti percentuali sotto, al 34,7%, tra i 18 e i 19 anni.
Unica notizia positiva è che, in controtendenza, in dieci anni (2001-2011) tra i bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni la pratica sportiva continuativa è aumentata di oltre 5 punti percentuali, passando dal 48,8% al 54,3%. Con l’aumento di altri 3 punti percentuali nell’ultimo anno, sono loro i più sportivi d’Italia: quasi 6 su 10 (57%) praticano uno sport in maniera continuativa, soprattutto nuoto e danza. La ragione di questi trend tra i più giovani, Aleteia l’ha chiesta ad Antonio Correra, consigliere nazionale Sip.
Cominciamo dalle buone notizie: perché i più piccoli sono più sportivi?
Correra: La ragione possiamo dedurla a contrario analizzando le cause, che sono molteplici, dell’abbandono dell’attività sportiva da parte dei ragazzi più grandi. Una delle cause principali è l’eccessivo impegno di studio richiesto in particolar modo nelle scuole superiori: nella scuola elementare l’impegno è minore e c’è più tempo per lo sport. Su questo elemento pesa anche il fatto che le attività sportive ed agonistiche si svolgono quasi sempre al di fuori della scuola e quindi per i ragazzi più grandi si pone il problema di orari e spostamenti da conciliare con lo studio. Inoltre dai nostri studi risulta che spesso per i ragazzi fare sport “viene a noia” o ”costa troppa fatica” o gli ”istruttori sono troppo esigenti”: per i più piccoli, invece lo sport conserva una dimensione più di gioco che di agonismo e per questo si stancano meno in fretta.
In che modo influisce sulla poca pratica sportiva il tempo trascorso davanti al computer o alla tv?
Correra: La Sip promuove annualmente una ricerca su “Abitudini e stili di vita degli adolescenti” che è arrivata alla 15^ edizione nel 2012. L’abbiamo intitolata “Generazione seduta” perché oltre il 60% degli adolescenti durante il percorso scolastico rimane seduta per almeno 11 ore al giorno e di queste 3 o 4 le passa davanti alla tv. Inoltre c’è la cattiva abitudine di consumare anche i pasti davanti alla tv e i ragazzi spesso studiano rimanendo collegati via Internet con gli amici: tutte abitudini che influiscono nel tenerli lontani dallo sport. Il 40% dei ragazzi e il 44% delle ragazze adolescenti non praticano nessuna attività sportiva oltre le due ore previste dal programma scolastico. Per di più la gran parte dei ragazzi viene accompagnata a scuola in auto e solo pochi usano i mezzi pubblici mentre ancora meno la bicicletta. Tutto il contrario di quanto indichiamo nella “Piramide delle attività consigliate”: alla base ci sono le attività che dovrebbero essere svolte più in abbondanza come andare ogni giorno a piedi a scuola o in bici, passeggiare e, più in alto, aiutare qualche volta alla settimana nei lavori domestici. Invece, in cima, appare l’uso del computer o video-giochi che dovrebbe essere limitato a una sola ora al giorno.