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Crisi: la Dottrina sociale cattolica può aiutare a trovare soluzioni

medidas anticrisis – it

© DWORI / SHUTTERSTOCK

Alvaro Real - Aleteia Team - pubblicato il 21/11/13

La Chiesa scommette su consumo responsabile, solidarietà e iniziativa a lungo termine

Il 22 e il 23 novembre si svolgerà a Valencia l'incontro in Spagna della Fondazione “Centesimus Annus pro Pontifice” sul tema “Per uscire dalla crisi: idee e ispirazione nella Dottrina Sociale della Chiesa”. Domingo Sugranyes, presidente della Fondazione, ha spiegato ad Aleteia che l'uscita dalla crisi “non è una questione di bianco o nero, e la Dottrina Sociale della Chiesa non ha soluzioni miracolose”, ma riconosce che può aiutare a far sì che “l'uscita dalla crisi sia un'opportunità”.

“Un'economia ispirata alla dottrina sociale della Chiesa avrebbe evitato gli eccessi della crisi finanziaria iniziata negli Stati Uniti”, ha affermato Sugranyes, che ha trascorso la sua vita imprenditoriale ricoprendo varie cariche direttive nel gruppo assicurativo Mapfre. Per il presidente di “Centesimus Annus”, in Spagna “non avrebbe promosso gli eccessi della bolla immobiliare che qui ha fatto tanti danni”.

Come può aiutare la Dottrina Sociale della Chiesa a uscire dalla crisi?

Indicando la via di un'economia messa al servizio di tutti, fondata sulla creatività imprenditoriale, ovviamente, ma anche sulla solidarietà (la ripartizione) e sulla fraternità (il dono e il sostegno allo sviluppo del prossimo), i testi sociali della Chiesa promuovono uno sviluppo economico equilibrato, non esclusivamente egoista, che si nutre della nostra capacità di operare il bene. Non è una questione di bianco o nero, e la Dottrina Sociale della Chiesa non ha soluzioni miracolose, ma senz'altro aiuta facendo sì che l'uscita dalla crisi sia per tutti noi un'opportunità per meditare sul senso della nostra attività professionale, per evitare errori e migliorare.

Il cardinal Cañizares parlerà delle radici della crisi e delle basi per la speranza. Questa crisi sarebbe stata meno grave se noi cristiani avessimo prestato più attenzione alla Dottrina Sociale della Chiesa?

Sicuramente. Noi cristiani abbiamo la chiave per controllare i cicli economici ricorrenti, ma un'economia ispirata alla Dottrina Sociale della Chiesa avrebbe evitato gli eccessi della crisi finanziaria iniziata negli Stati Uniti e, per quanto ci riguarda, non avrebbe promosso gli eccessi della bolla immobiliare che qui ha fatto tanti danni. E non parlo solo di responsabilità imprenditoriali o delle banche, perché oggi è chiaro che questi eccessi si sono verificati per una coincidenza di interessi a breve termine e per l'avidità di molti, privati e pubblici. Ovviamente c'è anche molta gente, in tutti i settori, che è rimasta vittima della situazione e ne subisce ingiustamente le conseguenze.

Si parlerà di “Riforme economiche, produttività e impiego”. La Dottrina Sociale della Chiesa può forse creare impiego? Cosa pensare delle riforme che si stanno realizzando attualmente?

La Dottrina Sociale della Chiesa conosce l'autonomia della vita economica, e ripeto, non è una manuale di soluzioni ‘ad-hoc’! Può però contribuire a creare impieghi sostenendo, come fa soprattutto a partire dall'enciclica ‘Centesimus Annus’ di Giovanni Paolo II (1991), un'economia libera e, in questo contesto, un'iniziativa imprenditoriale vera e responsabile, che cerca di offrire il miglior servizio o il miglior prodotto a un consumatore informato, all'interno di una trasparenza totale e rispettando gli interessi di tutte le parti coinvolte.

Una delle possibili vie d'uscita che vengono proposte è l'iniziativa imprenditoriale e la solidarietà. È possibile essere solidali nel mercato finanziario?

Ovviamente sì. I gravi problemi che hanno attraversato alcune entità finanziarie, sia per cattiva gestione che per un'errata politica dei rischi o per influenze politiche, non devono farci perdere di vista il magnifico servizio prestato da molte altre istituzioni finanziarie. Essere solidali nelle finanze non vuol dire rinunciare alla gestione prudente e rigorosa, al contrario! Il primo dovere di solidarietà di qualsiasi imprenditore, finanziario o industriale, è gestire con rigore e correggere in tempo quando cambia il ciclo, per riconvertire in tempo ed evitare catastrofi.

Un altro dei momenti importanti sarà la presentazione del lavoro “Ripresa economica e consumo responsabile”. Dobbiamo imparare a consumare solo il necessario?

Credo di sì, anche se a breve termine ci preoccupiamo tutti in primo luogo della ripresa dei consumi per uscire dalla recessione… A medio termine, però, c'è nella Dottrina Sociale della Chiesa un appello al consumo responsabile, a una cultura della scelta responsabile da parte del consumatore, per evitare lo spreco e la contaminazione, ma soprattutto per riscoprire la differenza fondamentale tra essere e avere – una cosa che la nostra civiltà sta mettendo da parte.

Si parla di nuovi parametri. Come dev'essere l'iniziativa imprenditoriale secondo la Dottrina Sociale della Chiesa?

Parliamo di un'iniziativa imprenditoriale innanzitutto coraggiosa, perché senza questo spirito non si crea nulla, né sviluppo né impiego. Parliamo di un'iniziativa imprenditoriale responsabile, e in questo momento vuol dire in primo luogo attenzione alla formazione dei giovani, alla qualità del lavoro e dei prodotti e allo sviluppo a lungo termine.

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