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Più finanza etica e un’alleanza contro la povertà

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Chiara Santomiero - Aleteia Team - pubblicato il 08/11/13
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Proseguono gli incontri del Forum Nazionale del Terzo Settore con i rappresentanti del Governo in vista della discussione parlamentare della legge di stabilità

Un'altra finanza rispetto a quella speculativa e senza regole che ha provocato la crisi economica: è la finanza etica collegata al Terzo settore che negli ultimi cinque anni è cresciuta indirizzando il risparmio di organizzazioni, imprese e famiglie verso un'economia più equa e per la quale si rendono adesso necessari provvedimenti normativi adeguati. Il richiamo forte da parte del Terzo Settore ad occuparsi in maniera non residuale dei poveri che secondo i dati Istat sono raddoppiati negli ultimi cinque anni. Anche questo si sta muovendo intorno al disegno di legge di stabilità 2014 in vista della discussione in Parlamento.

 

 

Banca Etica, il cui presidente Ugo Biggeri, è stato convocato in audizione dalla Commissione finanza della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli strumenti fiscali e finanziari a sostegno della crescita, ha avanzato quattro principali proposte alla politica: differenziare le norme a seconda della tipologia di banca; cancellare i provvedimenti che penalizzino il sociale; agevolare i pagamenti alle imprese sociali fornitrici della Pa; rivedere l’imposta di bollo che soffoca l’azionariato popolare. Più in particolare Banca etica ritiene sia un errore «applicare le stesse regole a realtà profondamente diverse come sono da una parte le grandi banche d’affari e dall’altra quelle piccole eticamente orientate o cooperative». Tra le altre misure sollecitate ci sono: la revisione dell’attuale tassa sulle transazioni finanziarie, la lotta ai paradisi fiscali, l’emanazione dei regolamenti attuativi per lo sviluppo del microcredito, l’introduzione di incentivi affinché i Fondi pensione investano in realtà con elevati standard di responsabilità socio-ambientale e la possibilità per le imprese sociali di emettere i così detti "minibond". (Avvenire 8 novembre).

 

A inizio settimana una delegazione del Forum nazionale del Terzo settore ha incontrato il ministro per i rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini e il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, per fare il punto sulle principali criticità contenute nella manovra, "a partire dalla questione del contrasto alla povertà, che nel nostro Paese sta raggiungendo livelli realmente drammatici, con l’8% della popolazione, ad esempio, che versa in uno stato di povertà assoluta. Una situazione, questa, rispetto alla quale non va nemmeno mai dimenticato lo stretto legame esistente tra povertà e disabilità, connessi in un perverso rapporto di causa ed effetto reciproci, ove, in altri termini, la disabilità 'crea povertà' e viceversa" (Superando.it 6 novembre).

 

"Abbiamo espresso perplessità sullo stanziamento delle risorse per i Fondi per le politiche sociali e per il 5 per mille – ha commentato il portavoce del Forum, Pietro Barbieri –. E ci è stata manifestata la disponibilità a venire incontro alle nostre richieste. In particolare sulla possibilità di reperire maggiori risorse per incrementare il Fondo per la non autosufficienza, per il quale sono stati stanziati 250 milioni di euro che riteniamo inadeguati a garantire servizi e assistenza" (Avvenire 8 novembre).

 

Contro la povertà è pronto un documento da presentare al governo perchè inserisca un Piano straordinario contro la povertà nella legge finanziaria. Ne sono autori 20 grandi soggetti sociali del Terzo Settore – Acli, Anci, Action Aid, Azione Cattolica, Caritas, Cgil-Cisl- Uil, Cnca, Comunità di S. Egidio, Confcooperative, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Società di San Vincenzo De Paoli, Fio-PSD, Banco Alimentare, Forum del Terzo Settore, Lega delle Autonomie, Focolari, Save the Children, Jesuit Social Network – che lunedì 11 novembre presenteranno l'Alleanza contro la povertà in Italia.

 

L'Alleanza, che nasce da un’idea del prof. Cristiano Gori, dell’Università Cattolica di Milano, vede per la prima volta uniti un numero molto ampio di soggetti, tutti caratterizzati dalla maggiore consapevolezza che solo unendo le forze si può provare a cambiare qualcosa, "a cominciare da questa legge di stabilità – afferma una nota delle Acli – che rappresenta il banco di prova della volontà politica di avviare sin dal prossimo anno un Piano nazionale contro la povertà" (Vita.it 8 novembre).