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“Mettici il cuore” per sostenere i pazienti più fragili dell’Ospedale Bambino Gesù

Chiara Santomiero - Aleteia Team - pubblicato il 04/11/13

E' in corso la campagna di raccolta fondi per realizzare la nuova Terapia intensiva cardiochirurgica

Il nome è di fantasia ma la storia è vera: Marco è un bambino in cerca di un cuore, come il ragazzo di 16 anni a cui il 30 settembre 2010 è stato impiantato, all'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, il primo cuore artificiale permanente, intervento unico al mondo su un paziente pediatrico. Il bambino "in cerca del cuore" è il simbolo della campagna "Mettici il cuore" firmata dall'agenzia pubblicitaria internazionale 1861 United per il Bambino Gesù (www.metticiilcuore.net). L'ospedale pediatrico chiede a tutti, privati e aziende, di "metterci il cuore" effettuando una donazione per raccogliere fondi sufficienti a  realizzare la nuova Terapia Intensiva Cardiochirurgica (Tic), un centro altamente specializzato per le malattie cardiache in età pediatrica in grado di rispondere in modo adeguato ai nuovi bisogni di cura, come spiega la dottoressa Paola Cogo, responsabile del servizio di Terapia intensiva.


Il Dipartimento medico chirurgico di cardiologia pediatrica del Bambino Gesù è considerato un centro di eccellenza del Servizio sanitario nazionale: quali servizi offre?

Cogo: Il nostro è stato il primo Dipartimento a effettuare un trapianto pediatrico di cuore in Italia nel febbraio del 1986 e ogni anno vengono effettuati 1300 ricoveri e oltre 600 interventi di cardiochirurgia. La metà circa di questi interventi avviene a cuore aperto – il termine tecnico è "in circolazione extra corporea" -, circa l'1% attraverso la procedura di emodinamica e il restante attraverso la chirurgia tradizionale. Oltre ad aver impiantato il primo cuore artificiale permanente su un paziente pediatrico portatore di distrofia di Duchenne, il Dipartimento vanta anche un altro primato mondiale: l'impianto nell'aprile del 2012 del più piccolo cuore artificiale, del peso di 11 grammi, su un bambino di 16 mesi.


Al "cuore" del Dipartimento si colloca la Terapia intensiva cardiochirurgica?

Cogo: E' così. I bambini che accogliamo sono quelli che hanno più bisogno di cure e quindi necessitano di più personale, tecnologia, attenzione. I professionisti che lavorano nella Tic devono avere esperienza e competenza in cardiologia, terapia intensiva, cardiochirurgia, anestesia cardiologica, neonatologia e avere capacità eccellenti in procedure come l'intubazione endotracheale o l'ecocardiografia di base. La Tic rappresenta il crocevia tra l'intervento e il passaggio in reparto, una fase molto delicata nella quale il bambino deve essere mantenuto il più stabile possibile e occorre evitare qualsiasi evento che possa alterare il decorso post-operatorio o far insorgere altre problematiche. Negli ultimi anni le tecniche sia diagnostiche che chirurgiche sono migliorate moltissimo e quindi è aumentata anche la sopravvivenza dei bambini che però presentano ancora dei problemi, non solo legati al cuore ma anche ad altri organi. Occorre vigilare affinchè non solo la sopravvivenza ma anche la successiva qualità di vita dei bambini operati sia la migliore possibile.

Per questo è necessaria una nuova Tic?

Cogo: Abbiamo bisogno, tra l'altro, di spazi più ampi con cui far fronte all'aumento del turn over dei piccoli pazienti – va ricordato tra l'altro che il nostro è l'unico reparto intensivo di cardiologia pediatrica del Centro Italia – e agli strumenti per il supporto extracorporeo. Quando fu costruito l'edificio non si immaginava quale sarebbe stata la sua destinazione e per questo oggi si cercano risorse per la costruzione di un nuovo padiglione. L'obiettivo perseguito attraverso la campagna è costruire e attrezzare il nuovo reparto con un progetto assistenziale innovativo con il quale cambiamo il nostro approccio terapeutico e il piano di cura attraverso sistemi informatici che ci permettono una analisi di dati e approcci diagnostici e assistenziali più automatizzati tali da consentirci di individuare quali dei nostri percorsi di cura hanno più successo così da applicarli ai prossimi bambini. Una delle esigenze più importanti di rinnovamento, inoltre, è legata alla necessità di disegnare una "terapia intensiva aperta" a dimensione del bambino e della famiglia, dove le cure sono centrate non sulla malattia in sé, ma sul bambino e la famiglia nel loro insieme. In questo modo i genitori potranno avere la possibilità di prendersi cura del bambino e di condividere con lui l'esperienza difficile della malattia e della cura. 

Come si svolgerà la campagna?

Cogo: La campagna "Mettici il Cuore" è pubblicizzata attraverso molte testate sia di stampa, che radio e tv. Un'azione molto importante per il coinvolgimento a largo raggio viene svolta dai profili social dell’Ospedale, facebook e twitter (@bambinogesu) e dal sito www.ospedalebambinogesu.it dove sono anche descritte le modalità per effettuare una donazione. In particolare, dal 25 novembre al 1 dicembre si può inviare un sms solidale di 2 euro al numero 45501. Molti eventi di vario genere accompagneranno la campagna che culminerà nella quarta edizione del concerto "La luce dei bambini" prevista il 2 dicembre prossimo nell'Aula Paolo VI in Vaticano con la partecipazione del tenore Andrea Bocelli. Insomma, ci sono molti modi per "metterci il cuore"…

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