Notiamo che Dio chiede nuovamente che nella sua Dimora siano presenti le immagini di cherubini. Lo stesso avviene con il Tempio costruito dal re Salomone, come si può vedere nel libro dei Re, capitoli 6,7 e 8, e nel secondo libro delle Cronache, capitolo 3:
“D’oro fu rivestito tutto l’interno del tempio, e rivestì d’oro anche tutto l’altare che era nella cella. Nella cella [Salomone] fece DUE CHERUBINI DI LEGNO DI ULIVO, alti dieci cubiti. (…) Ricoprì le pareti del tempio con sculture e incisioni di cherubini, di palme e di boccioli di fiori, all’interno e all’esterno” (1Re 6, 22-23.29).
“Il re Salomone e tutta la comunità di Israele, convenuta presso di lui, immolavano davanti all’arca pecore e buoi che non si contavano né si calcolavano. I sacerdoti introdussero l’arca dell’alleanza del Signore al suo posto nella cella del tempio, cioè nel Santo dei santi, sotto le ali dei cherubini. Difatti i cherubini stendevano le ali sopra l’arca; essi coprivano l’arca e le sue stanghe dall’alto” (1Re 8, 5-7).
La costruzione è stata tanto gradita a Yahvè che la sua Gloria ha riempito il Tempio:
“Appena Salomone ebbe finito di pregare, cadde dal cielo il fuoco, che consumò l’olocausto e le altre vittime, mentre LA GLORIA DEL SIGNORE RIEMPIVA IL TEMPIO. I sacerdoti non potevano entrare nel tempio, perché la gloria del Signore lo riempiva. Tutti gli Israeliti, quando videro scendere il fuoco e la gloria del Signore sul tempio, si prostrarono con la faccia a terra sul pavimento, adorarono e celebrarono il Signore perché è buono, perché la sua grazia dura sempre” (2Cro 7, 1-3).
Yahvè ha inoltre siglato con il popolo questo impegno solenne:
“Ora i miei occhi sono aperti e i miei orecchi attenti alla preghiera fatta in questo luogo. Ora io mi sono scelto e ho santificato questo tempio perché la mia presenza vi resti sempre; e lì saranno sempre i miei occhi e il mio cuore” (2Cro 7, 15-16).
Un altro testo assai significativo è il seguente, in cui si constata come Dio ordini di costruire immagini:
“Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti velenosi i quali mordevano la gente e un gran numero d’Israeliti morì. Allora il popolo venne a Mosè e disse: ‘Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; prega il Signore che allontani da noi questi serpenti’. Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: ‘FATTI UN SERPENTE e mettilo sopra un’asta; chiunque, dopo essere stato morso, lo guarderà resterà in vita’. Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita” (Nm 21, 6-9).
Bisogna poi tener conto del fatto che i primi cristiani, quelli morti martiri negli anfiteatri romani, avevano immagini. Nelle catacombe sono state infatti rinvenute immagini e sculture risalenti ai primi secoli dell’era cristiana. Ricordiamo che nelle catacombe si celebrava l’Eucaristia e si seppellivano i corpi dei martiri. Tra le immagini spiccano l’agnello, il pesce, l’ancora, il Buon Pastore, la vite, le vergini sagge e quelle stolte, Noè, Davide, Mosè, Giona, Tobia, Gesù, Maria, i santi apostoli, la Vergine col Bambino Gesù e i re magi.
Qualche dato significativo: di San Pietro sono state trovate circa 300 rappresentazioni, del Buon Pastore circa 120 dipinti e 150 sculture, dell’adorazione dei magi circa 85. L’immagine più antica della Vergine Maria risale al II secolo.
Perché? È nel cristianesimo che si rende culto alle immagini, perché è la religione del Verbo incarnato ed è il Mistero del Natale, cioè della Natività del Signore, che ha dato luogo alle immagini.
LA VERITÀ:
Dio approva che si usino immagini per adorarlo.