Si ignora che anche il popolo di Israele ha fatto uso di immagini nel Tempio di Gerusalemme e nelle sinagoghe
Riportiamo l’ultimo contributo della nostra serie sui falsi insegnamenti dei Testimoni di Geova che contraddicono la fede cristiana e che dicono essere basati sulla Bibbia. Qui puoi trovare il primo, il secondo, il terzo e il quarto e il quinto contributo.
Sesto mito
NON
È
CORRETTO USARE IMMAGINI PER ADORARE DIO
Come si è originato il mito?
a) Per un’errata interpretazione della Sacra Scrittura (Antico e Nuovo Testamento). Si estrapolano dal contesto Es 20, 4-5 e altri passi che si riferiscono agli idoli per dire che Dio proibisce le immagini e per insegnare che queste non devono essere utilizzate nel culto divino.
b) Per una mancanza di conoscenza della storia di Israele e della Chiesa. Si ignora che il popolo di Israele ha usato immagini nel Tempio di Gerusalemme (1Re 6 e 7) e nelle sinagoghe, e che i primi cristiani hanno utilizzato immagini fin dall’inizio, come si può vedere nelle catacombe.
Cosa dice la Bibbia?
Secondo la Bibbia, è possibile utilizzare immagini e oggetti sacri nel culto che si rende a Dio e negli spazi consacrati al Signore per adorarlo. Come afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 2130), “fin dall’Antico Testamento, Dio ha ordinato o permesso di fare immagini che simbolicamente conducessero alla salvezza operata dal Verbo incarnato: così il serpente di rame, [Cfr. Nm 21,4-9; Sap 16,5-14; Gv 3,14-15 ] l’arca dell’Alleanza e i cherubini [Cfr. Es 25,10-22; 1Re 6,23-28; 1Re 7,23-26]”.
Vediamo questi passi biblici.
In Esodo 25 leggiamo che Dio chiede un santuario e tutto il necessario per rendergli culto:
“Essi mi faranno un SANTUARIO e io abiterò in mezzo a loro. Eseguirete ogni cosa secondo quanto ti mostrerò, secondo il modello della Dimora e il modello di tutti i suoi arredi” (Es 25, 8-9).
Tra le cose necessarie per il culto spicca l’Arca dell’Alleanza. Vediamo le sue caratteristiche:
“Faranno dunque un’arca di legno di acacia: avrà due cubiti e mezzo di lunghezza, un cubito e mezzo di larghezza, un cubito e mezzo di altezza. (…) Nell’arca collocherai la Testimonianza che io ti darò. Farai il coperchio, o propiziatorio, d’oro puro; avrà due cubiti e mezzo di lunghezza e un cubito e mezzo di larghezza. FARAI DUE CHERUBINI D’ORO: li farai lavorati a martello sulle due estremità del coperchio. Fa’ un cherubino ad una estremità e un cherubino all’altra estremità. Farete i cherubini tutti di un pezzo con il coperchio alle sue due estremità. I cherubini avranno le due ali stese di sopra, proteggendo con le ali il coperchio; saranno rivolti l’uno verso l’altro e le facce dei cherubini saranno rivolte verso il coperchio. Porrai il coperchio sulla parte superiore dell’arca e collocherai nell’arca la Testimonianza che io ti darò. IO TI DARÒ CONVEGNO APPUNTO IN QUEL LUOGO: PARLERÒ CON TE DA SOPRA IL PROPIZIATORIO, IN MEZZO AI DUE CHERUBINI che saranno sull’arca della Testimonianza” (Es 25, 10.16-22).
Questo santuario è una tenda mobile che ha accompagnato Israele dalla sua permanenza nel deserto fino alla costruzione del Tempio di Salomone. È stato chiamato Tenda dell’Incontro o Tenda della Testimonianza, perché è lo spazio di incontro tra Dio e il suo popolo attraverso Mosè. Aveva quindi due cherubini di oro massiccio che Dio stesso ha fatto costruire, come si legge nel versetto 18.
Consideriamo altre caratteristiche di questo santuario:
“Quanto alla Dimora, la farai con dieci teli di bisso ritorto, di porpora viola, di porpora rossa e di scarlatto. VI FARAI FIGURE DI CHERUBINI, lavoro d’artista. Lunghezza di un telo: ventotto cubiti; larghezza: quattro cubiti per un telo; la stessa dimensione per tutti i teli” (Es 26, 1-2).