di Manuel Bru
Sono molti gli spunti di riflessione proposti da papa Francesco dall'inizio del suo pontificato (o meglio del suo servizio, perché con lui dobbiamo cambiare il linguaggio).
Sono molte anche le reazioni alle provocazioni rappresentate dalle sue proposte testimoniali. Me ne vengono in mente almeno sette di ciascuna: sette sue testimonianze che sono anche sette proposte, e per ognuna di esse una reazione a sette provocazioni.
1.- Umiltà: quella di un papa che si è inchinato fino a sfiorare la loggia di San Pietro perché fosse il popolo a benedirlo e pregasse con lui, che si autodefinisce “principalmente un peccatore” e che non aspetta, come alcuni suoi confratelli nell'episcopato, che l'autista gli apra la portiera della macchina.
2.- Trasparenza: quella di chi condivide con quanti gli fanno visita ciò che pensa, senza misteri né occultamenti assurdi, come quando ha spiegato ai giornalisti di ritorno dal Brasile le difficoltà a recarsi in Terra Santa o le due date possibili per la canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II con i vantaggi e gli svantaggi di ognuna.
3.- Normalità (anziché austerità, perché alcuni modi precedenti non erano lussuosi ma potevano risultare un po' anacronistici): quella di un papa che porta le sue vecchie scarpe, che ha bisogno di vivere “con gli altri”, che quando viaggia porta da solo in una borsa il breviario e il rasoio, o che porta un pettorale di latta che a Roma viene venduto in pacchi da dieci.
4.- Vicinanza a tutti: ai responsabili delle congregazioni romane, con i quali parla per telefono, che usa anche per chiamare almeno alcuni di coloro che gli scrivono, perché sa di essere padre e fratello. La sua pagina preferita del Vangelo è la parabola del buon samaritano, non perché è quella che cita di più, anche se è così, ma perché la vive tutti i giorni.
5.- Misericordia: è la sua parola preferita. Dio è misericordia, la Chiesa è misericordia, anzi, è come un ospedale nel campo di battaglia di questo mondo. Esiste per curare le ferite degli uomini, non per frugarci dentro.
6.- Riforma: non solo riforma della Curia romana, non solo riforma organizzativa, ma riforma profonda, quella di una Chiesa che deve essere sempre in stato di riforma.
7.- Novità nella continuità: in tutti i punti precedenti c'è una continuità progressiva con gli ultimi papi: l'umiltà di Benedetto XVI, la vicinanza di Giovanni Paolo II, la trasparenza di Giovanni Paolo I, la riforma di Paolo VI, la misericordia di Giovanni XXIII. C'è però anche una novità: nell'accelerazione dei cambiamenti, nello stile, negli accenti e nel linguaggio.
A sua volta, ciascuna di queste proposte testimoniali ha provocato (perché si tratta di proposte provocatorie) in tutto il mondo, dentro e fuori la Chiesa, reazioni diverse:
· alla sua umiltà, quasi tutti hanno reagito con la simpatia profonda, inaudita e universale;
· alla sua trasparenza, con una fiducia immediata, resa alla sua coerenza;
· alla sua normalità, con nuovo o maggiore interesse per il suo messaggio (i gesti non sono tanto effimeri come potrebbe sembrare, soprattutto quando alcuni di essi rispondono a decisioni ben pensate);
· alla vicinanza, con la vicinanza reciproca, che in non pochi casi significa reintegrazione (quanti si sentono riconosciuti e confortati! Quanti “tornano a casa”!);
· alla sua misericordia, molti rispondono con gratitudine, qualcuno con perplessità;
· al suo atteggiamento riformatore, molti rispondono con speranza, altri con timore (terribile e pericoloso);
· alla sua novità nella continuità, alcuni rispondono con eccessiva e sospettosa preoccupazione al fine di poter salvare la continuità, altri con un rifiuto più o meno dissimulato o più o meno esplicito, ma molti, quasi tutti, con fedeltà entusiasta a occhi chiusi.