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L’unica cosa peggiore dei Farisei

The Only Thing Worse than Pharisses – it

Kiko Alario Salom

Aleteia - pubblicato il 15/10/13

Spesso dimentichiamo che è ai Farisei che Gesù ha predicato di più. Ma ciò non vuol dire che approvasse i Sadducei

di John Zmirak

Leggere i Vangeli porta a molti benefici. Introduce alla persona e alle parole di Cristo, sfida a livello morale e spinge ad ampliare il proprio spirito, oltre a invitare a un tipo di compassione che era del tutto nuova per il mondo e che richiede di essere rinnovata nel cuore di ogni generazione. Ci sono anche alcuni pericoli insiti nel leggere il Vangelo in modo ingenuo o distratto, o attraverso le ciniche lenti proposte dai media laici. È quindi un bene fare un passo indietro e ricordare i fatti avvenuti in Palestina nel 33 a.C. Gli ebrei dell'epoca erano molto simili ai cristiani di oggi: profondamente divisi e soggetti a un governo ostile che promuoveva valori falsi e ostili.

I Sadducei accettavano solo parte della Bibbia ebraica – ad esempio rifiutavano la vita dopo la morte –, ma avevano il massimo potere istituzionale: controllavano il Tempio ebraico. Erano gli uomini che subappaltavano ai cambiavalute e facevano grandi profitti vendendo animali per i sacrifici. La loro strategia per sopravvivere all'occupazione romana era collaborare entusiasticamente con i pagani che gestivano il loro paese mediante procuratori come Pilato e fantocci come il re Erode. Qual era l'atteggiamento di Gesù nei confronti dei Sadducei? Non si disturbava nemmeno a predicare a loro, ma a volte offriva una risposta arguta e disarmante a domande tendenziose poste dai loro lacchè – ad esempio quando cercavano di farne un criminale che resisteva alle tasse. Cristo rispondeva che bisognava dare a Cesare ciò che era di Cesare – e lanciava una frecciata intesa soprattutto per i Sadducei – e a Dio ciò che era di Dio. L'implicazione era chiara: “Perché voi non l'avete fatto, giusto?”.

I Sadducei erano i Nancy Pelosi dei loro giorni, i gesuiti liberali dei college chic come Georgetown, le religiose che gestiscono grandi ospedali che vogliono beneficiare dell'Obamacare, i democratici irlandesi di Boston che hanno sostenuto il matrimonio omosessuale, i ricchi pastori di periferia con congregazioni laiche che favoriscono il subappalto delle opere corporali di misericordia ad anonime agenzie governative. Questi cattolici, che collaborano gioiosamente con un governo laico sulla base di un edonismo utilitaristico, non rischiano di sembrare “ossessionati” dall'insegnamento della Chiesa sulla santità della vita o sul matrimonio naturale. Colgono le parole di papa Francesco nel modo in cui un Sadduceo avrebbe potuto citare le ammonizioni di Cristo nei confronti dei (più pii) Farisei: “Vedi? Avevamo ragione. Questi fanatici stanno sprecando il proprio tempo”. Ma ovviamente non è quello che intendeva Gesù.

Nei dialoghi di Cristo con i Farisei, vediamo uno scontro netto e drammatico: un predicatore itinerante che si rivolge ai membri più devoti dell'unica vera religione sulla terra e dice loro “Buoni, ma non abbastanza!”. Visto che leggiamo i Vangeli con il senno di poi, è facile per noi giudicare male i Farisei, vedere tutto ciò che fanno e dicono alla luce del processo a Gesù e della sua morte – lasciare che la decisione del Sinedrio di condannare a morte Gesù macchi tutti i Farisei (o perfino tutti gli ebrei, allora e oggi) del sangue di “quest'uomo innocente”. C'erano però Farisei meritevoli come Nicodemo, e altri i cui nomi non sono mai stati registrati.

Non era neanche il progetto dei Farisei ad essere immeritevole, o quello che definiremmo ora “farisaico”. I Farisei avevano risposto alla conquista di Roma trincerandosi; se non potevano espellere i pagani e restaurare il regno di Israele, potevano almeno rimanere delle vestigia fedeli e mantenere vive in modo scrupoloso la fede e le tradizioni tramandate da Mosè. Per tutto questo, Gesù li lodava. Ciò che egli condannava con parole decise era la loro sollecitudine a lasciare che la forma sostituisse il contenuto, l'impulso fin troppo umano di dominare le parti “facili” della Legge – ad esempio avere il giusto numero di nodi sullo scialle della preghiera – saltando il suo difficile nucleo etico: la chiamata alla compassione, al servizio, all'amore. Cristo era adirato con i Farisei perché erano l'élite ma non erano all'altezza, come i cadetti di West Point che vengono colti a saltare le esercitazioni o a barare sui test. Quando leggiamo di Gesù che denuncia i Farisei, dovremmo quindi pensare al generale Patton che arringa le sue truppe: non sta dicendo loro di far cadere i propri fucili e di diventare quaccheri, ma di essere guerrieri migliori.

In questo senso meno peggiorativo, i “Farisei” di oggi includerebbero gli attivisti pro-life e quanti insegnano la pianificazione familiare naturale, i sacerdoti che lottano per una liturgia riverente contro burocrati diocesani ostili, gli insegnanti sottopagati in luoghi come il college San Tommaso d'Aquino, la gente che gestisce centri per le gravidanze critiche, i politici che lottano tenacemente contro l'avanzata del governo laico che cerca di occupare tutta la nostra vita, i genitori che cercano semplicemente di trasmettere la fede e di pagare il conto quando si verificano dei problemi.

Quando Cristo ha provocato la rabbia dei Farisei abbracciando i peccatori o cercando gli esattori delle tasse, ha mostrato i limiti dell'approccio spirituale di alcuni Farisei. In tutto il loro zelo nell'aggrapparsi alla legge, alcuni di questi uomini avevano dimenticato che alla sua base c'è la misericordia. Cristo era sempre disponibile – mentre molti Farisei non lo erano – ad accettare un peccatore pentito che voleva cambiare la propria vita. Come ha fatto papa Francesco, potremmo quindi avvicinarci a un giornalista ateo e cercare di trovare un terreno comune, o a una donna che si è pentita del proprio aborto. Il movimento pro-life ha abbracciato gente con colpe molto peggiori – da Norma McCorvey (la “Roe” nella sentenza Roe v. Wade) ad abortisti su larga scala come il dottor Bernard Nathanson ed ex proprietari di cliniche come Carol Everett. Se esistono membri del movimento pro-life molto rigorosi che rifiutano queste persone, in quasi quarant'anni di attivismo non ne ho mai sentito parlare.

Una cosa che Cristo non ha mai fatto è stata andare dai Sadducei e parlare dei “valori” che avevano in comune, né loro hanno mai frainteso le sue parole di rimprovero nei confronti dei Farisei come aiuto e sostegno alla loro corruzione. Gesù non ha abbracciato gli esattori delle tasse impenitenti o ha chiesto un taglio dei loro incassi, non ha garantito la protezione perché le prostitute continuassero la loro attività né ha usato il fatto che il suo mondo non era “di questo mondo” come come via d'uscita di modo che Pilato potesse risparmiargli la croce.

Visto quindi che papa Francesco sta emulando Nostro Signore, e rischia di demoralizzare i credenti più fedeli – i Farisei – per spingerci a sforzi più eroici, dovremmo avere a cuore le sue parole. Dobbiamo essere Farisei ancor migliori; dobbiamo mantenere la legge morale e farlo con misericordia, nell'amore. Quando incontriamo persone che hanno collaborato con la tirannia secolare che governa l'Occidente moderno e si sono ritrovate sconfitte o messe da parte, dovremmo abbracciarle e aiutarle a guarire. Ma quando i nostri moderni Caifa e Pilato prendono le parole del papa e le usano come slogan di reclutamento per i Sadducei, è ora di porre un freno. Quando Obama loda il papa o un vescovo attaccato alle cose terrene usa le sue parole per minare la predicazione sulle questioni morali, dobbiamo ricordare come Gesù ha trattato Erode. Il salvatore che avrebbe mangiato con le prostitute penitenti ha guardato il re terreno e non si è degnato di proferire parola. Il Signore ci conceda un sano disprezzo di questo tipo.

John Zmirak è autore, tra le altre opere, di The Bad Catholic’s Guide to the Catechism. I suoi scritti occasionali sono raccolti su The Bad Catholic’s Bingo Hall.

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