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Nel grembo di una donna: parole e musiche per ripercorrere l’attesa di Maria

Nel grembo di una donna

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Chiara Santomiero - Aleteia Team - pubblicato il 11/10/13

Lo spettacolo teatrale sarà al centro della "notte bianca" dedicata alla Madonna in collegamento tra 10 santuari mariani del mondo

Un monologo in cinque quadri – corrispondente ai cinque Misteri Gaudiosi del Rosario – attraverso il quale la Madonna torna sul filo della memoria ai primi ricordi della sua vita con Gesù fin dal concepimento. E' lo spettacolo teatrale dedicato a Maria "Nel grembo di una donna" scritto dalla giornalista e autrice Francesca Giordano che sarà al centro dell'evento internazionale "Con Maria oltre la notte" in programma al Santuario del Divino Amore sabato 12 ottobre in collegamento via satellite con i santuari mariani del mondo.

La voce narrante si alterna a sette canzoni che danno spessore e timbro alle tappe del "santo viaggio di Maria sulla terra, una sequenza ininterrotta di sì alla volontà di Dio, modello perfetto di fede, speranza e di carità per ogni uomo e ogni donna del mondo". Dello spettacolo, che è diventato un audiolibro per le Edizioni Città Nuova, Aleteia ha parlato con Maria Gabriella Marino, pianista e compositrice, autrice delle musiche e dei testi delle canzoni.

Come nasce questo progetto teatrale?

Marino: Il progetto nasce dall'intuizione di Francesca Giordano che, innamorata da sempre di Maria, ha rivissuto in modo particolare l'attesa di Gesù della Madonna quando lei stessa era incinta e nell'incertezza di una gravidanza a rischio. Da qui è partita una rilettura dei cinque Misteri gaudiosi del Rosario, tra la gioia dell'attesa di un figlio e la fiducia nella volontà di Dio, con un linguaggio moderno, accessibile. Il testo mi ha colpito perchè con la semplicità dell'espressione ha reso evidente come ogni sì di Maria e ogni suo gesto siano dettati solo dall'amore di donna e di madre, rendendola umanissima, vicina a tutti noi. Così ho scritto una canzone per ogni quadro, scegliendo un tipo di musica – quella pop – che spero sia capace di avvicinare ogni persona, ogni condizione di vita, per raccontare di questa donna straordinaria. Una musica, più che descrittiva, intima che arrivi al cuore, senza distinzioni: anche nel nostro gruppo di lavoro è significativo che si siano ritrovati sul progetto credenti e non credenti. In fondo è un altro modo di dire che si può pregare anche cantando.

Questo lavoro di approfondimento sulla figura della Madonna ha cambiato la percezione che ne aveva prima?

Marino: E' un rapporto cambiato in profondità. Mentre componevo mi rivolgevo continuamente a Maria perché guidasse le mie mani sul pianoforte e ispirasse il ritmo nella mia testa. Non avevo mai provato con tanta intensità il rapporto di figliolanza che ci lega a lei attraverso Gesù e ci fa sentire sempre stretti in un abbraccio forte. Ed è cambiata anche la comprensione intellettuale di questa figura. Ho studiato molto per trovare ispirazione per la mia musica e ho scoperto davvero un modello di madre e soprattutto di donna, capace di vivere un rapporto profondo e autentico con l'uomo Giuseppe e ad affrontare con lui tutte le vicende della vita. Anche quelle più difficili come l'esilio o il non avere niente, la paura per il figlio. Una donna davvero straordinaria che ti insegna a vivere la quotidianità e ciò che vi accade. E se amore è forse una parola che perde un pò di significato con l'usura, da lei impariamo un'altra parola meravigliosa che è "rispetto", cioè ti amo così come sei.

Quale rapporto c'è tra l'espressione artistica e l'esperienza di fede?

Marino: Non è la prima volta che attraverso la musica racconto testi legati all'esperienza di fede. Credo che ci sia un rapporto strettissimo tra arte e fede perchè ritengo l'arte un dono divino, qualcosa che trascende l'esperienza umana. Gli artisti, i musicisti sono solo strumenti. I grandi artisti e i grandi musicisti sono persone baciate da Qualcuno che attraverso loro vuole chiarire un discorso sulla bellezza e la bellezza è Dio. L'esperienza più importante che ho fatto lavorando con Francesca è la capacità di unire mondi tra loro molto diversi per restituire l'armonia di quanto andavamo approfondendo. Con tutto il gruppo, nel quale ci sono giovani bravissimi con voci splendide, abbiamo cercato di costruire rapporti di pace a partire da noi altrimenti lo spettacolo che proponiamo sarebbe solo fumo, suoni. E se riusciremo a raccontare in modo autentico Maria sappiamo che siamo solo…strumenti!

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