Il credente è chiamato a interrogarsi sulla sua fede e a superare quegli abissi propri del non credente che è in lui
Egli non ha mai smesso di parlarci. Forse troppo spesso pretendiamo di aver capito il suo messaggio. Chi sa vivere la dialettica con l’altro, seppur conscio della gioia della luce di cui è testimone, vive coraggiosamente il confronto con il timore proprio e altrui che il cielo sia vuoto e accetta di farsi provocare fino in fondo mettendo a rischio le proprie convinzioni. Secondo me, dovremmo imparare a “cresimare” il mondo! Amarlo e renderlo partecipe di un’esperienza straordinaria. E adoperiamoci perché la sua cronaca di ingiustizia diventi storia di liberazione. Ricordiamo le parole di don Tonino Bello: “…è anche vero che i nostri gemiti si esprimono nelle lacrime dei maomettani e nelle verità dei buddisti, negli amori degli indù, nel sorriso degli idolatri, nelle parole buone dei pagani e nella rettitudine degli atei”. Dio si fida dei nostri passi!! Rendiamo noi stessi il Cammino! Diventiamo le mani che scrivono il futuro con la speranza, diventiamo la voce che consola i cuori affranti, le braccia che accolgono e che non voltano le spalle a chi non ci capisce.
Mi sono sempre chiesto da credente: “Sarà mai possibile poter condividere la Pasqua con le persone che non credono?”. E la risposta che ho trovato è una mini-lettera che voglio condividere: “Amico che credi e fatichi a credere, amico che hai smarrito il tuo Dio da qualche parte, amico che vuoi credere ed avere speranza e non ci riesci, amico che sei nella gioia ma temi il dolore, amico/a mio/a…per una volta facciamo che non sia la diversità a dividere il nostro legame, non sia il dolore a farci smarrire, non sia la diversa religione a farci distanti, ma sia la gioia che creiamo assieme a legarci, a renderci forti e a farci comprendere che le sofferenze e i tempi bui passano sempre lasciandoci preziosi insegnamenti! Qualsiasi siano i tormenti o le attese del cuore tuo e di chi vive accanto a te, questa è la Pasqua: quella che attendi, quella che certamente vivrai, quella che condividerò con te”. Ho scoperto che è davvero possibile condividere la Pasqua anche con gli amici non credenti, gli amici in cammino e quelli che il cammino lo devono ancora iniziare. Scegliamo la speranza. Se non dimenticheremo la nostra umanità e la nostra ricerca, non separeremo Cristo dal suo popolo e sosterremo la Croce e la Vita!